F35: PD, MINISTRO MAURO NON SFIDI SUA MAGGIORANZA - NATO: ADDIO A NISIDA, BASE RICONSEGNATA ALLA MARINA MILITARE. CERIMONIA A NAPOLI - DUE EURO PER UN'ORA DI LAVORO IN CALL CENTER PALERMO. GDF SCOPRE 37 DIPENDENTI IN NERO IN AZIENDA DEPURATORI ACQUE

giovedì 01 agosto 2013

 
F35: PD, MINISTRO MAURO NON SFIDI SUA MAGGIORANZA
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - "Il Ministro della Difesa Mario Mauro
non puo' ogni settimana sfidare la sua maggioranza sulla
questione degli F35. Dovrebbe ben ricordare che una mozione
della Camera, votata non piu' di un mese fa, riconduceva
l'acquisto di nuovi sistemi d'arma (compresi gli F35) al
prescritto parere vincolante delle commissioni Difesa del
Parlamento". Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati del
Partito democratico Luigi Bobba, Federico Gelli e Giorgio Zanin.
"Affermare che abbiamo gia' speso 3,5 miliardi per ristrutturare
la portaerei Cavour, in modo da predisporla ai nuovi aerei a
decollo verticale, e' un modo di mettere il Parlamento di fronte
al fatto compiuto; per altro il Ministro conosce sicuramente uno
studio dello IAI - un istituto non certo sospetto di pacifismo -
il quale ha evidenziato che un'integrazione delle forze armate
dei paesi dell'Unione europea porterebbe per l'Italia ad un
possibile risparmio di circa 8 miliardi sul bilancio della
Difesa. Forse, anziche' operare continue forzature, il Ministro
Mauro dovrebbe attendere i risultati del vertice europeo di
dicembre dedicato proprio allo sviluppo di un sistema integrato
di difesa europea. Quegli 8 miliardi potenzialmente risparmiati
potrebbero essere invece utilizzati a sostenere le famiglie in
difficolta' economica, a rifinanziare i fondi per le politiche
sociali e soprattutto a consentire a tutti i giovani che lo
chiedono di poter svolgere un periodo di servizio civile".
(ANSA).

NATO: ADDIO A NISIDA, BASE RICONSEGNATA ALLA MARINA MILITARE
CERIMONIA A NAPOLI. SULL'ISOLOTTO IL NUOVO COMANDO LOGISTICO
(ANSA) - NAPOLI, 31 LUG - Dopo piu' di 40 anni, la NATO, ha
definitivamente restituito all'Italia la base di Nisida, a
Napoli, che, al termine delle procedure amministrative per il
reimpiego per esigenze nazionali, si prepara a ospitare il nuovo
Comando Logistico della Marina.
Il capitano di vascello Giuseppe Perrini, comandante del
"Closure Party" dell'ex Comando Marittimo Alleato di Napoli, ha
restituito l'installazione alla Marina Militare Italiana
rappresentata dal capitano di vascello Clemente Costigliola,
Comandante del Distaccamento Marina Militare di Napoli.
La sigla del verbale di cessione e' avvenuta nel corso di una
cerimonia a cui hanno preso parte rappresentanti della Guardia
di Finanza, dell'Istituto Penale per minorenni di Napoli e della
Sezione Velica dell'Accademia Aeronautica, tutti con sede a
Nisida.
La base di Nisida ospitera' il Comando Logistico della Marina
Militare (MARICOMLOG), istituito per accorpare le funzioni
logistiche della Forza Armata, con lo scopo di ottimizzare le
risorse economiche ed umane, nell'ambito della riorganizzazione
dei Comandi della Marina Militare.
Gia' dal mese di giugno, un Nucleo Iniziale di Formazione del
personale della Marina Militare si e' insediato nell'ex Quartier
Generale NATO e sta lavorando per accogliere il MARICOMLOG il
cui trasferimento da Roma avverra' nel prossimo mese di ottobre.
(ANSA).

DUE EURO PER UN'ORA DI LAVORO IN CALL CENTER PALERMO
GDF SCOPRE 37 DIPENDENTI IN NERO IN AZIENDA DEPURATORI ACQUE
(ANSA) - PALERMO, 31 LUG - Pochi spiccioli e tutti in nero
per i 37 dipendenti di un call center che operava a Palermo: due
euro per un'ora di lavoro e per i ''privilegiati'' l'importo
saliva a tre euro. Una storia di sfruttamento ai danni di un
gruppo di persone di eta' compresa tra 19 e 50 anni, venuta alla
luce grazie all'indagine della Guardia di finanza del capoluogo
siciliano. La societa' incriminata e' una srl con sede legale a
Milano, la ''Mondo acque Italia'', che ha come socio di
maggioranza un imprenditore di 42 anni, Giacomo La Rosa, il
quale rischia sanzioni amministrative che vanno da 72 mila a 644
mila euro.
Per evitare di lasciare tracce, il call center retribuiva i
propri dipendenti attraverso una carta prepagata sulla quale il
datore di lavoro faceva confluire gli stipendi, circa 350 euro
al mese. I lavoratori vendevano impianti di depurazione
dell'acqua e ottenevano un premio di 5 euro se riuscivano ad
ottenere un appuntamento con un cliente e uno da 20 euro se la
vendita andava in porto.
Dei 37 lavoratori individuati, 15 avevano chiuso il loro
rapporto di lavoro lo scorso anno, qualche mese dopo l'inizio
dell'attivita' di ''Mondo acque Italia'', che risale al 3 maggio
2012. Inutile dire che i lavoratori non avevano mai ricevuto una
lettera d'assunzione ne' sottoscritto un contratto o firmato una
quietanza di pagamento. Il sistema - sostengono gli inquirenti -
ha consentito all'imprenditore sia di aggirare i contratti
nazionali di settore risparmiando, in soli termini di
contrattualizzazione nazionale minima, oltre 40 mila euro, sia
di ottenere illeciti risparmi in termini di contribuzione
assistenziale e previdenziale. Per le 2.400 giornate lavorative
ricostruite dai finanzieri per tutti i lavoratori individuati
nell'arco di un semestre, il titolare del call center avrebbe
dovuto versare contributi pari a 20 mila euro.
Ma la vicenda di Mondo acque ''e' ormai quasi una regola -
dice Francesco Assisi, segretario provinciale della Fistel Cisl
-. Il fenomeno sta dilagando. Faccio un appello alle prefetture
e alle istituzioni affinche' impediscano che le imprese di call
center possano partecipare ad aste, anche di grandi aziende e
multinazionali, che prevedono importi ridicoli. Un committente
non puo' pagare - come accade - 7 euro (meno della meta' di un
costo appena ragionevole) per un'ora di lavoro, perche' cosi'
facendo invita all'illegalita' il vincitore dell'appalto, che
finisce inevitabilmente per rivalersi sulla retribuzione dei
lavoratori''.
''I call center di media grandezza, quelli con piu' di 400
unita', soggetti a ispezioni e controlli, e' chiaro che mettono
formalmente in regola i lavoratori. Ma siccome non possono
reggere i costi, utilizzano gli ammortizzatori sociali per gli
assunti e subappaltano il lavoro, a prezzi ridicoli, a societa'
terze che vivono nell'assoluta illegalita'. Per fermare tutto
questo occorre impedire che le aste scendano sotto l'importo
minimo che garantisce la copertura dei costi e l'agio per
l'imprenditore''.(ANSA).

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