PENSIONE RITARDATA AI DONATORI. I GIORNI DI PERMESSO PER IL PRELIEVO NON VENGONO CALCOLATI (Corriere della Sera)
mercoledì 25 settembre 2013
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LA DENUNCIA A CREMONA, DOVE GLI «ESODATI PER GENEROSITA'» SONO PIU' NUMEROSI CHE ALTROVE
PENSIONE RITARDATA AI DONATORI
AVIS GUIDA LA PROTESTA DEL SANGUE
I giorni di permesso per il prelievo non vengono calcolati, quindi c'è chi dovra' lavorare ancora per dieci mesi
CREMONA - Dopo gli esodati, l'ex ministro Elsa Fornero ha un altro nemico: i donatori di sangue. I pià ¹ anziani di loro stavano già pregustando la pensione, ma dovranno aspettare ancora perchà © costretti a recuperare i giorni in cui, con regolare permesso, sono rimasti a casa per il prelievo. Per alcuni si parla di dieci mesi in pià ¹. L'alternativa à ¨ smettere di lavorare alla data fissata, ma con un assegno diminuito di circa il 2%. L'allarme sugli effetti della riforma previdenziale era già stato lanciato, cadendo perà ² nel vuoto.
Ora il caso à ¨ deflagrato a Cremona forse perchà ©, in proporzione agli abitanti, à ¨ la città con pià ¹ iscritti (6.000 che diventano 17.000 con la provincia) all'Avis. Il presidente comunale, Ferruccio Giovetti, 52 anni, medico, spiega com'à ¨ scoppiato il bubbone. «I nostri associati si sono recati ai patronati per i conteggi e hanno scoperto la sorpresa: i giorni utilizzati per dare il sangue non vengono calcolati ai fini pensionistici». à ˆ subito à ¨ partito il tam tam. «La nostra sede à ¨ presa d'assalto. Una persona in buona salute puà ² fare sino a quattro donazioni all'anno per vari anni. Questo significa altri mesi di lavoro. Ci sono situazioni che stringono il cuore».
La battaglia per riscrivere la riforma à ¨ già scattata. I quaranta parlamentari «avisini» sono stati mobilitati, la deputata cremonese Cinzia Fontana (Pd) ha presentato un'interrogazione alla Camera. «Questo paradosso - dice - à ¨ forse il pià ¹ clamoroso, ma la stessa cosa vale per le assenze per assistere un parente malato, la maternità facoltativa e, addirittura, lo sciopero». Anche l'Inps sta seguendo la vicenda. E mercoledà ¬ il presidente nazionale dell'Avis, Vincenzo Saturni, incontrerà il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. «C'à ¨ il rischio - avverte Giovetti - che la gente smetta di donare sangue». Potenza della beffa a chi vorrebbe fare qualcosa per gli altri
Gilberto Bazoli
23 settembre 2013
Ora il caso à ¨ deflagrato a Cremona forse perchà ©, in proporzione agli abitanti, à ¨ la città con pià ¹ iscritti (6.000 che diventano 17.000 con la provincia) all'Avis. Il presidente comunale, Ferruccio Giovetti, 52 anni, medico, spiega com'à ¨ scoppiato il bubbone. «I nostri associati si sono recati ai patronati per i conteggi e hanno scoperto la sorpresa: i giorni utilizzati per dare il sangue non vengono calcolati ai fini pensionistici». à ˆ subito à ¨ partito il tam tam. «La nostra sede à ¨ presa d'assalto. Una persona in buona salute puà ² fare sino a quattro donazioni all'anno per vari anni. Questo significa altri mesi di lavoro. Ci sono situazioni che stringono il cuore».
La battaglia per riscrivere la riforma à ¨ già scattata. I quaranta parlamentari «avisini» sono stati mobilitati, la deputata cremonese Cinzia Fontana (Pd) ha presentato un'interrogazione alla Camera. «Questo paradosso - dice - à ¨ forse il pià ¹ clamoroso, ma la stessa cosa vale per le assenze per assistere un parente malato, la maternità facoltativa e, addirittura, lo sciopero». Anche l'Inps sta seguendo la vicenda. E mercoledà ¬ il presidente nazionale dell'Avis, Vincenzo Saturni, incontrerà il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. «C'à ¨ il rischio - avverte Giovetti - che la gente smetta di donare sangue». Potenza della beffa a chi vorrebbe fare qualcosa per gli altri
Gilberto Bazoli
23 settembre 2013