FISCO: PG MILANO TOGLIE A PM 7 INCHIESTE,'NON INDAGANO' - SENTENZE TRIBUTARIE PILOTATE: CHIESTO PROCESSO PER 40 A BARI - REDDITOMETRO; SECONDA BOCCIATURA DA TRIBUNALE NAPOLI - POLIZIA: SILP, 2.500 NUOVI AGENTI COPRONO SOLO USCITE 2013

mercoledì 02 ottobre 2013

FISCO: PG MILANO TOGLIE A PM 7 INCHIESTE,'NON INDAGANO'
AVOCAZIONI IN POCHI MESI; PROCURA,TRATTIAMO 6MILA FASCICOLI ANNO
(di Francesca Brunati e Igor Greganti)
(ANSA) - MILANO, 1 OTT - Sette inchieste per reati fiscali,
tra cui una per una presunta frode milionaria, che la Procura
Generale di Milano ha tolto di mano alla Procura, in pochi mesi,
con provvedimenti di avocazione motivati dal fatto che gli
inquirenti non avrebbero svolto le indagini. Mentre il caso sta
creando qualche tensione al Palazzo di Giustizia milanese,
dall'ufficio della Procura si fa sapere che quei procedimenti
rappresentano, pero', solo una piccolissima parte dei seimila
fascicoli per reati fiscali e societari trattati ogni anno.
Da quanto risulta, ad ogni modo, non era mai successo a
Milano che nel giro di sei mesi la Procura Generale, in qualita'
di organo di controllo sull'operato della Procura, adottasse
cosi' tanti provvedimenti di avocazione. In piu', le avocazioni
sono tutte avvenute dopo richieste di archiviazione da parte dei
pm, come molto raramente accade, stando a quanto riferito in
ambienti giudiziari.
Secondo il codice di procedura penale, infatti, il gip,
quando ritiene di non accogliere la richiesta di archiviazione
del pm, fissa un'udienza per discutere l'istanza avvisando tutte
le parti coinvolte nel procedimento ed anche la Procura
Generale. In questi sette casi, l'Avvocato generale della
Repubblica, Laura Bertole' Viale, ha deciso di adottare la
facolta' dell'avocazione prevista dalla legge e ha delegato il
sostituto pg Carmen Manfredda a svolgere il lavoro del pm e a
presentarsi davanti al gip Andrea Salemme. Giudice che in tutti
e sette i procedimenti, valutando non sussistessero gli estremi
per l'archiviazione, ha fissato un'udienza al termine della
quale ha accolto la richiesta del pg di effettuare nuove
indagini, ora in corso.
I sette fascicoli, e' stato riferito da fonti qualificate,
erano stati iscritti nel registro degli indagati in seguito a
segnalazioni dell'Agenzia delle Entrate e, in almeno un caso,
dell'apposito ufficio Grandi Contribuenti. In sostanza, da
quanto si e' saputo, la Procura generale ha disposto le
avocazioni dei procedimenti, tutti in capo al primo dipartimento
della Procura guidato dal procuratore aggiunto Francesco Greco,
perche' ha ritenuto che gli inquirenti non abbiano svolto le
indagini necessarie prima di arrivare a chiedere
l'archiviazione. La prima delle avocazioni e' della scorsa
primavera e ha riguardato un'inchiesta su una presunta frode
fiscale da circa 10 milioni di euro commessa, tramite la
creazione di una societa' ad hoc in Lussemburgo, da un'azienda
brianzola che opera nel campo degli arredamenti. In questo caso,
tra l'altro, la richiesta di archiviazione del pm, come e' stato
riferito, sarebbe stata presentata dopo pochi giorni dall'arrivo
in Procura della notizia di reato. Altri casi - gli ultimi due
sono stati trattati davanti al gip la scorsa settimana -
riguardano reati fiscali, tra cui l'omesso versamento di
ritenute d'acconto e evasioni dell'Iva per importi ritenuti
consistenti, che vanno da alcune centinaia di migliaia di euro
in su.
In Procura hanno fatto notare, tuttavia, che nei primi cinque
mesi di quest'anno il pool guidato da Greco ha inoltrato
all'ufficio gip circa 1600 richieste di decreto penale di
condanna per reati fiscali e ha indagato su importanti societa'
fino ad arrivare a sequestri imponenti, come gli 1,2 miliardi di
euro 'congelati' alla famiglia Riva dell'Ilva di Taranto.
Infine, e' stato spiegato che c'e' una selezione delle indagini
sui reati fiscali da avviare all'archiviazione: uno dei criteri
e' valutare l'avvicinarsi della prescrizione.(ANSA).

SENTENZE TRIBUTARIE PILOTATE: CHIESTO PROCESSO PER 40 A BARI
(ANSA) - BARI, 1 OTT - La Procura di Bari ha chiesto il
rinvio a giudizio per quaranta persone, tra giudici,
commercialisti, avvocati, funzionari delle Commissioni
Tributarie e imprenditori, coinvolti nell'indagine sulle
presunte sentenze pilotate presso le Commissioni Tributarie
provinciale e regionale. Agli imputati il pm della procura di
Bari Isabella Ginefra contesta, a vario titolo, i reati di
corruzione in atti giudiziari, falso, rivelazione segreto
d'ufficio, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio,
favoreggiamento personale, abuso d'ufficio, truffa, millantato
credito e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
L'indagine, avviata nel 2008, ha portato nel novembre 2010 e
poi nel maggio 2012 all'arresto di 23 indagati. Tra questi i
giudici Aldo D'Innella e Oronzo Quintavalle, all'epoca
rispettivamente presidente e componente della Commissione
Tributaria Regionale. A rischiare il processo anche i giudici
Francesco Paolo Moliterni, Francesco Ferrigni e Giovanni Carone,
l'allora presidente dell'ordine dei commercialisti di Bari
Giorgio Treglia, il presidente dell'Associazione Nazione
Tributaristi Italiani-sezione di Bari, Cosimo Cafagna e i
commercialisti baresi Donato Radogna e Gianluca Guerrieri.
Dagli accertamenti e' emerso che a Bari alcuni imprenditori,
che avevano subito nelle proprie aziende verifiche fiscali della
Guardia di Finanza e risultavano sanzionabili per ingenti somme
in relazione a gravi irregolarita' amministrativo-contabili
commesse, riuscivano a evitare il pagamento dovuto all'erario
attraverso l'elargizione di ''regalie'' ai giudici delle
Commissioni Tributarie (Provinciale o Regionale) alle quali
veniva presentato il ricorso. Ad assicurare la buona riuscita
dell'operazione l'intermediazione di avvocati e commercialisti.
L'inchiesta e' stata ribattezzata ''Gibbanza'', termine
dialettale barese utilizzato in un'intercettazione per indicare
la necessita' che fosse pagata una tangente per avere una
soluzione benevola dinnanzi alla Commissione.
Dalle dichiarazioni fatte dal giudice Oronzo Quintavalle dopo
il suo arresto, la Procura ha poi avviato un'altra inchiesta,
ancora in fase di indagini preliminari, che conta al momento 21
indagati accusati, a vario titolo, di corruzione continuata in
atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazione e utilizzazione
di segreti di ufficio, tra cui il nuovo rettore dell'Universita'
di Bari Antonio Uricchio. (ANSA).


FISCO: REDDITOMETRO; SECONDA BOCCIATURA DA TRIBUNALE NAPOLI
GIUDICE, CONTRASTA CON PRINCIPI IMPARZIALITA' P.A.
(ANSA) - POZZUOLI (NAPOLI), 1 OTT - Una nuova sentenza del
Tribunale di Napoli ribadisce le ragioni di illegittimita' del
'redditometro'. A conferma di quanto gia' deciso nei giorni
scorsi dal magistrato, Valentina Valletta, nella contesa tra
l'impiegato del comune di Pozzuoli, Aniello Scognamiglio e
l'Agenzia delle Entrate, ieri e' stato emesso dal giudice Antonio
Lepre un nuovo dispositivo in cui il redditometro viene ritenuto
uno ''strumento con potere oltre quello dell'ispezione fiscale''
per cui lede la privacy della persona.
La sentenza del 30 settembre nell'affermare che
''l'accertamento fiscale viene ritenuto effettuato su parametri
asettici e del tutto astratti e non un accertamento su dati
concreti'' lo ritiene anche ''in contrasto con i principi
fondamentali di imparzialita' e buon andamento
dell'amministrazione e dei principi di leale collaborazione
procedimentale''. Il giudice nelle conclusioni ha ordinato alla
Agenzia dell'Entrate di non intraprendere accertamenti nei
confronti del ricorrente e nel caso di non utilizzare o
archiviare i dati, ma di distruggerli.
''Mi sa che il redditometro sia uno strumento che oramai
debba essere necessariamente ripensato - afferma l'avvocato
Roberto Buonanno, che nell'occasione ha difeso un pensionato di
Pozzuoli, Giuseppe Follera, deceduto nei mesi scorsi e che lo
scorso febbraio aveva ottenuto gia' un provvedimento urgente dal
giudice per bloccare l'attuazione del redditometro - . Deve
essere ripensato non solo per il contenzioso che la sua
applicazione rischia, ma per le sentenze intervenute che
ribadiscono le ragioni di nullita' e di illegittimita' dello
strumento, ne evidenziano la sostanziale sterilita' e smentiscono
coloro i quali ritengono che costituirebbe un sistema di lotta
all'evasione''. (ANSA).

POLIZIA: SILP, 2.500 NUOVI AGENTI COPRONO SOLO USCITE 2013
(ANSA) - ROMA, 1 OTT - I 2.500 nuovi agenti che nei prossimi
giorni entreranno in servizio "non fanno che coprire le vacanze
di organico registrate nel corso del 2013, anno in cui circa
2.600 poliziotti hanno lasciato il servizio". Lo sostiene
Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia
Silp-Cgil, pur sottolineando che "i 'nuovi arrivati'
rappresentano una linfa vitale per la gestione operativa dei
servizi stante l'attuale eta' media del personale, che risulta
essere di 43 anni circa".
Bisogna poi considerare, aggiunge l'esponente sindacale,
"che, a causa della legge 7 agosto 2012 nr.135, si profila un
dimezzamento delle nuovi assunzioni per i prossimi due anni con
un presumibile calo di personale di ulteriori 5000 unita'. Per
questo diviene quanto mai strategico, ai fini di un rinnovato
impegno sul fronte del contrasto alla criminalita', modificare le
norme esistenti prevedendo, gia' dal prossimo anno, un completo
turn-over favorendo, altresi', l'assunzione in ruolo di personale
proveniente dalla vita civile". Cio', conclude, "consentirebbe,
peraltro, l'assunzione di giovani che favorirebbero la riduzione
dell'eta' media del personale". (ANSA).



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