LAMPEDUSA, È POLEMICA SUI SOCCORSI. DUE MOTOVEDETTE DELLE FIAMME GIALLE SAREBBERO RIMASTE ATTRACCATE AL MOLO (lastampa.it)
CRONACHE – www.lastampa.it
05/10/2013
BOLDRINI: INUTILI LE MISURE REPRESSIVE
PARIGI CHIEDE RIUNIONE URGENTE PAESI UE
Superstiti indagati per clandestinità . Mare mosso impedisce ai sub di continuare la ricerca dei dispersi
La presidente della Camera: «Capire le cause di questa grande fuga»
Il premier francese: «La compassione non è sufficiente»
È polemica sui soccorsi a Lampedusa. La Procura di Agrigento non ha aperto alcuna inchiesta sui soccorsi prestati in mare ai migranti che erano sul barcone naufragato due giorni fa al largo di Lampedusa. Lo si apprende da fonti giudiziarie sottolineando che alcun fascicolo è stato istruito né su civili né su militari e forze dell’ordine. Una denuncia, secondo quanto scrive il quotidiano La Sicilia, sarà presentata, invece, alla Procura militare di Napoli da un generale dell’aeronautica militare in congedo, Vittorio Scarpa, che ha annunciato l’iniziativa per fare chiarezza su chi e perché non avrebbe avvertito la guardia di finanza del naufragio. Secondo la ricostruzione del giornale, infatti, due motovedette delle Fiamme gialle sarebbero rimaste attraccate al molo Favaloro.
Le testimonianze
«La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video. Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo», afferma Vito Fiorino, proprietario di uno dei motopesca che per primo è andato a soccorrere i naufraghi di Lampedusa. «Erano le 6.30 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30», afferma ancora Fiorino, che racconta: «Noi ne avevamo presi a bordo 47, alla volta, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di più e più rapidamente. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perché abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora», conclude Fiorino .
La difesa della Guardia Costiera
«Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7, siamo immediatamente intervenuti con le nostre unità navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20: grazie anche alla cooperazione di soggetti privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite». Quarantotto ore dopo la strage di Lampedusa, la Guardia costiera si affida ai numeri per respingere le accuse di chi ha parlato di ritardi o parziali «omissioni» dei soccorsi: «dal primo gennaio a oggi sono stati oltre 28mila i migranti tratti in salvo, 8mila dei quali solo a settembre: tra questi ultimi 1.400 bambini». A innescare le polemiche, i racconti di alcuni dei soccorritori, secondo i quali si sarebbero potute salvare più persone se la Guardia costiera, raccolto l’allarme, non avesse aspettato da Roma un non meglio precisato «protocollo». Il punto resta da chiarire, anche se la definizione sarebbe sbagliata, comunque troppo enfatizzata, e sarebbe piuttosto il caso di parlare di procedure di soccorso in mare, le stesse adottate in tutti i casi come questo. Quel che appare certo - come confermato anche dalla ricostruzione fornita ieri dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, alla Camera - è che l’avaria al barcone è da collocare tra le 4 e le 5 del mattino e i primi soccorsi dei diportisti intorno alle 7, non alle 6 o alle 6,30, come da alcune testimonianze riprese da media: una differenza, evidentemente, non da poco.
La Guardia costiera - precisano ancora dal Comando generale- opera «con motovedette, elicotteri e aerei insieme con gli altri soggetti, Marina militare e Guardia di finanza, che cooperano al soccorso in mare: sono 37mila le miglia percorse dalle nostre motovedette in tutte le zone interessate dagli sbarchi».
Superstiti indagati per clandestinitÃ
La Procura di Agrigento continua a sentire i profughi superstiti dell’ultima tragedia nel mare di Lampedusa. Resta al momento gravemente indiziato per il naufragio un tunisino di 35 anni accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio plurimo. «Continuiamo a raccogliere prove testimoniali e riscontri per ricostruire il quadro delle responsabilità », spiega il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo. Come tutti i profughi che arrivano senza permesso, anche i 155 superstiti del naufragio al largo di Lampedusa sono stati identificati e incriminati per immigrazione clandestina. Lo conferma il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo: «Ãˆ un atto dovuto, conseguenza della Bossi-Fini voluta da una certa parte politica», afferma il magistrato, che sottolinea: «Ãˆ un fatto obbligato, per cui questi naufraghi, come tutti i migranti che entrano con queste modalità nel territorio italiano, sono denunciati per immigrazione clandestina».
Boldrini: “Le misure repressive non bastano”
Intanto sono ancore ferme le ricerche del naufragio avvenuto giovedì davanti a Lampedusa: il forte vento di scirocco e il mare forza 4 stanno impedendo ai sub di immergerei nel punto in cui è affondato il peschereccio.
Le ricerche vanno dunque avanti al momento solo con gli aerei e gli elicotteri della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, che si alternano in volo per controllare lo specchio di mare attorno al punto in cui è avvenuto il naufragio. Secondo il racconto dei sopravvissuti, in mare potrebbero esserci ancora duecento cadaveri. Mentre torna a intervenire il presidente della Camera Laura Boldrini: «Con le misure repressive non risolveremo mai il problema: è impensabile che chi fugge da guerre e morte si fermi davanti a delle ipotesi di reato», ha detto al termine della visita al centro di Lampedusa durata circa due ore chiedendo che «questa tragedia non venga sdoganata con qualche ora di commozione ma la politica dia seguito con interventi legislativi». Nel corso della visita Boldrini era accompagnata dai membri dell’intergruppo di lavoro sull’immigrazione della Camera che hanno potuto constatare le condizioni in cui vivono gli immigrati definendole «indegne di un paese civile» e annunciando un impegno immediato in sede legislativa per migliorare l’attuale norma sull’immigrazione. «Il dovere delle istituzione è non stare nel Palazzo - ha detto Boldrini - e oggi i parlamentari hanno preso degli impegni. Questa è la politica che bisogna fare».
Il presidente della Camera ha poi sottolineato che si farà di tutto per accogliere le richieste dei sopravvissuti e cioè quella di poter identificare i loro familiari morti nel naufragio e di lasciare prima possibile il centro. Infine, Boldrini ha ribadito la necessità di fare chiarezza sulla legge sull’immigrazione. «Chi soccorre in mare fa una cosa legittima e doverosa, è un principio sacrosanto, a prescindere dalle leggi. Soccorrere è un dovere, non soccorrere è reato».
Il premier francese: “Subito riunione Paesi Ue”
Una riunione urgente dei paesi europei sull’immigrazione dopo la tragedia di Lampedusa. A chiederla è il premier francese, Jean-Marc Ayrault. «E’ importante che i responsabili politici europei ne parlino, e presto, insieme», ha detto il premier a margine di una visita a Metz, facendo riferimento ai drammatici fatti di Lampedusa. «Tocca a loro riunirsi per trovare la risposta giusta», ha aggiunto sottolineando che «la compassione non è sufficiente».