PENSIONI, DIVIETO DI CUMULO PER GLI ALTI BUROCRATI PUBBLICI (Il Messaggero)

sabato 21 dicembre 2013

Il Messaggero – 17/12/2013

PENSIONI, DIVIETO DI CUMULO PER GLI ALTI BUROCRATI PUBBLICI

ROMA - Contributo di solidarietà sulle pensioni superiori a 90 mila euro l’anno, con un prelievo che può arrivare al 18 per cento. Divieto di cumulare la pensione con un altro incarico, al di sopra dei 150 mila euro. Cancellazione del diritto a conservare la retribuzione acquisita in un precedente incarico. Si stanno addensando nella legge di stabilità una serie di misure che pur avendo in alcuni casi una portata più generale sembrano mettere nel mirino una ben determinata categoria, quella degli alti burocrati dello Stato.

Il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro era originariamente previsto oltre i 150 mila euro l’anno, ma la soglia è stata abbassata nel corso dell’esame della manovra al Senato. L’entità del contributo sale progressivamente dal 6 al 12 e poi al 18 per cento, configurandosi come una sorta di aliquota Irpef aggiuntiva; anche se il governo spera di dribblare la censura della Corte costituzionale, che già in passato aveva bocciato una misura analoga, grazie al fatto che i risparmi resteranno all’interno del settore previdenziale. La stretta riguarda ovviamente diverse categorie di lavoratori, ma certamente colpisce parecchi dirigenti pubblici a riposo. I quali sembrano essere anche i principali destinatari delle diverse proposte che intendono limitare la possibilità di cumulare la pensione con i proventi di altri incarichi lavorativi, come tipicamente le consulenze.

I DUE EMENDAMENTI
Due emendamenti all’attenzione della commissione Bilancio della Camera, pur prevedendo diversi meccanismo fissano di fatto la soglia dei 150 mila euro, oltre la quale non sarà possibile cumulare redditi da lavoro con la pensione. Nella serata di ieri la misura era oggetto di aggiustamento e riformulazione in commissione Bilancio, ma sul principio c’era un forte consenso in particolare nel Pd. Va ricordato che per la generalità dei lavoratori i meccanismi che vietano di cumulare lavoro e pensioni sono stati cancellati dalla legislazione a partire dal 2008. Va nella direzione di penalizzare gli alti gradi del lavoro pubblico anche un altro emendamento a firma del Pd, già approvato in commissione, che cancella il cosiddetto divieto di «reformatio in peius» per le retribuzioni. Attualmente chi passa ad un nuovo incarico che prevede uno stipendio complessivo più basso di quello di provenienza mantiene di fatto lo stesso livello retributivo grazie ad uno specifico assegno.

APPLICAZIONE RETROATTIVA
D’ora in poi non dovrebbe più essere così ed anzi il testo votato in commissione Bilancio stabilisce che dalla prima mensilità dopo l’approvazione della legge le diverse amministrazioni si attivino per cancellare le maggiorazioni anche a coloro che gli incarichi li hanno già assunti in precedenza. Dunque ci sarà un’applicazione retroattiva.
L. Ci.

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