CAPPELLANI MILITARI,LEVARE GRADI MA RIFORMA NON PRIMA 2016. DON FRIGERIO, BENE RIDIMENSIONAMENTO, NON METTETECI IN NAFTALINA - CADE ELICOTTERO,MUORE CAPO AVIAZIONE ESERCITO E ALLIEVO

venerdì 24 gennaio 2014

Cappellani militari,levare gradi ma riforma non prima 2016

Don Frigerio, bene ridimensionamento, non metteteci in naftalina

   (di Nina Fabrizio)

   (ANSA) - ROMA, 23 GEN - "Non vogliamo finire nella naftalina,

siamo preti per bene e lo vogliamo essere nelle forme adeguate

ma senza finire nella discarica". Lo afferma all'ANSA, mons.

Angelo Frigerio, vice dell'ordinario militare arcivescovo Santo

Marciano', che, confermando la disponibilita' dei cappellani

militari a "togliersi i gradi", ricorda comunque come

l'ordinariato militare sia nato nel lontano 1926, sia poi

passato per il Concordato, una legge del '61, la revisione del

Concordato dell'84 fino a un decreto legislativo del 15 marzo

2010 del governo Berlusconi, varato "in maniera unilaterale",

che ha confermato i cosiddetti "gradi" cioe' l'inquadramento dei

cappellani nella gerarchia militare.

   "Come cappellani - spiega il prelato della diocesi castrense,

spesso sotto il tiro dei radicali che hanno proposto piu' volte

al Parlamento di sgravare i preti soldato dal bilancio pubblico

- siamo disposti ad ogni genere di aggiornamento, secondo le

nuove esigenze di assistenza spirituale per il personale delle

Forze Armate che permetta pero' di compiere per bene il nostro

servizio. Non intendiamo rivendicare nessun privilegio, i gradi

li abbiamo ereditati dalla storia, per fare i preti sappiamo

bene che non ci vuole altro che la fede e una cappella".

   Per una riforma di questo tipo, fa osservare tuttavia mons.

Frigerio, i tempi non sono immediati. La modifica dello "status"

del cappellano, infatti, avviene "per iniziativa di entrambe le

parti", come prevede il Concordato, e cioe', in questo caso, il

ministero interessato, quello della Difesa, e la Conferenza

episcopale italiana. Per arrivare a elaborare delle linee guida

che facciano da punto di riferimento per la stipula di una

intesa (tuttora mancante) nella commissione paritetica, operano

a livello preliminare il gabinetto del ministero e

l'ordinariato. Un incontro, fa sapere il prelato, c'e' stato nei

giorni scorsi, "per Pasqua prepareremo un primo documento, penso

che potremo arrivare alla definizione delle linee portanti non

piu' tardi di un paio di anni. Questo lavoro di approfondimento

potra' dunque essere fatto entro la fine del 2015 e definito

nell'arco del 2016". Se ne discutera' alla riunione del consiglio

permanente Cei di lunedi' prossimo? "Attualmente la Cei - replica

- e' impegnata con la riforma dello statuto, non credo che ora

abbia tempo di affrontare la questione ma entro il 2014 avra' un

nuovo statuto e si occupera' anche di questo". Ma insomma i

cappellani rinunceranno al trattamento economico equiparato a

quello dei militari? "Bisogna trovare una forma giuridica -

osserva mons. Frigerio - naturalmente meno dispendiosa per lo

stato perche' i gradi sono dispendiosi ma bisogna comunque

chiedersi: questo sacerdote a tempo pieno come lo dobbiamo

inquadrare? Anche nella polizia ci sono cappellani, anche nelle

carceri: dobbiamo trovare una forma equa per questo servizio.

Faremo, ad esempio, una comparazione con le presenze dei civili

che nelle Forze armate sono 38mila e devono scendere a 20 mila".

   Mons. Frigerio fa poi un esempio pratico. "Attualmente c'e'

una portaerei che sta facendo la circumnavigazione dell'Africa

con mille militari italiani a bordo e su questa nave c'e' un

cappellano militare che si dedica solo a loro, celebrando la

messa, facendo le confessioni e fornendo assistenza spirituale".

   "Siamo disposti a ogni genere di adeguamento - ribadisce -,

non ultime le modifiche sugli stati economici e giuridici dei

cappellani militari, ma non allo smantellamento. Siamo parte del

mondo militare". "I gradi - aggiunge - non sono necessari per

dire messa, serve solo la fede e una cappella, ma se si toglie

la cappella allora non si vuole il cappellano, che e' un altro

discorso". Infine, mons. Frigerio precisa che dei precedenti

cinque ex ordinari militari ancora viventi solo tre percepiscono

la pensione dallo Stato per i contributi cumulati con altre

attivita' svolte presso lo Stato. Gli ex ordinari Mani e Bagnasco

"non percepiscono alcuna pensione dallo Stato", mentre l'ultimo,

Pelvi, "sta ancora facendo i conti relativi ai contributi e non

sa se percepira' la pensione o no". (ANSA).

 

 

 

Cade elicottero,muore capo aviazione Esercito e allievo

Va contro cavi elettrici.Cordoglio Napolitano per gen.Calligaris

   (di Massimo Chiaravalli)

   (ANSA) - VITERBO, 23 GEN - Erano partiti dalla base militare

dell'Aves di Viterbo questa mattina per un semplice volo di

addestramento. Poi i contatti chiusi e il tragico epilogo: l'AB

206 si e' schiantato al suolo nel viterbese. Hanno perso la vita

cosi' il comandante dell'Aviazione dell'esercito, generale

Giangiacomo Calligaris, 57 anni, e il giovanissimo tenente Paolo

Lozzi, 25enne di Montefiascone.

   Dell'elicottero si erano perse le tracce proprio nella stessa

area in cui l'Enel aveva segnalato che una delle linee

elettriche aeree risultava essere stata tranciata. Probabilmente

e' questa la causa dell'incidente, ma l'esatta dinamica la dovra'

stabilire la Procura della Repubblica, che ha aperto un'

inchiesta. Una volta trovato il relitto, sono arrivati altri

mezzi dell'esercito, i carabinieri di Tuscania, il 118 con

l'eliambulanza, i vigili del fuoco. Ma ormai non c'era piu'

niente da fare, l'AB 206 era distrutto e i due militari morti.

   Il generale di divisione Calligaris, 2 mila ore di volo

all'attivo, era al comando dell'Aves di Viterbo dal primo marzo

2013, vantava una lista di onorificenze lunghissima e un

curriculum di quelli importanti: ha effettuato missioni in

Kosovo e Iraq, ha coordinato operazioni in Afghanistan, Chad,

Haiti dopo il terremoto, Libia e molto altro. Il tenente Lozzi

aveva ottenuto il brevetto di pilota militare di elicottero lo

scorso luglio, al momento dell'incidente stava svolgendo la fase

tattica prevista dal programma di addestramento.

   I messaggi di cordoglio sono arrivate a tutti i livelli, a

partire dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che

lo ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio

Luigi Binelli Mantelli. "In questa triste circostanza - scrive

Napolitano - voglia rendersi interprete presso le famiglie dei

due ufficiali e l'Esercito dei miei sentimenti di profondo

cordoglio e di solidale partecipazione". E poi il presidente del

Consiglio Enrico Letta, anche a nome del governo: "Consapevole e

grato del lavoro che quotidianamente svolgono in Italia e nelle

missioni internazionali uomini e donne delle nostre Forze

Armate", il premier "e' particolarmente vicino, in questo momento

di profondo dolore, all'Esercito e al suo Comando aviazione, e

si stringe ai familiari delle vittime". E ancora il presidente

del Senato Pietro Grasso, il ministro della Difesa Mario Mauro,

il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli

Mantelli, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli e il

presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

   Il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini ricorda sia

Calligaris che Lozzi. "Il generale - commenta - era affabile e

intelligente, mostrava una personalita' sincera, schietta e

soprattutto rispettosa degli altri. Lozzi l'ho conosciuto alla

fine dello scorso anno proprio insieme a Calligaris, in

occasione della presentazione del calendario dell'Esercito".

Oggi pomeriggio in consiglio comunale e' stato osservato un

minuto di silenzio. A Montefiascone, invece, il sindaco Luciano

Cimarello con Lozzi vantava un'amicizia di lungo periodo. "Quel

 


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