FISCO: ITALIA A LIVELLI SVEDESI,DISAGIATO 25% FAMIGLIE. FOTOGRAFIA ISTAT,BELPAESE ULTIMO IN UE PER COMPETITIVITA' AZIENDE. VIVERE CON FISCO SVEZIA, 2 ITALIANI A STOCCOLMA; STESSE TASSE MA SERVIZI ECCEZIONALI, SOPRATTUTTO PER INFANZIA

mercoledì 12 febbraio 2014

 

FISCO: ITALIA A LIVELLI SVEDESI,DISAGIATO 25% FAMIGLIE

FOTOGRAFIA ISTAT,BELPAESE ULTIMO IN UE PER COMPETITIVITA' AZIENDE

   (ANSA) - ROMA, 11 FEB - Ultimi in Europa per competitivita'

delle aziende, in fondo alla classifica per livelli di

occupazione e ai primi posti per la pressione fiscale: L'Italia

fotografata dall'Istat nel Rapporto Noi Italia esce con le ossa

rotte nel confronto con gli altri Paesi Ue soprattutto per il

peggioramento significativo degli indici in questi anni di crisi

economica. E' cresciuta la percentuale delle famiglie in

situazione di disagio economico (al 24,9% nel 2012, dieci punti

in piu' rispetto al 14,8% registrato nel 2008) mentre e' diminuita

l'occupazione (al 61% dal 63% del 2008). La pressione fiscale ha

raggiunto il top dell'ultimo ventennio con il 44,1% rispetto al

pil, a livelli svedesi (44,7% in Svezia in deciso calo dal 50,7%

del 2000).

   Una famiglia su quattro (6,3 milioni di nuclei per circa 15

milioni di persone) deve fare i conti con almeno tre su nove dei

segni di ''deprivazione''. La maggior parte (oltre il 50%)

dichiara di non potersi permettere una settimana di vacanza

fuori casa mentre il 42,9% ritiene di non poter affrontare una

spesa imprevista di 800 euro. L'11% risulta in arretrato di

almeno un pagamento (come ad esempio il mutuo o la rata della

macchina) mentre il 17,5% dichiara di non potersi permettere un

pasto proteico almeno ogni due giorni. La situazione e' molto piu'

difficile al Sud con il 41% di famiglie in una situazione di

disagio mentre nel Nord Est la percentuale si limita al 13,5%.

   In questi anni l'Italia ha perso competitivita' con quasi

dieci punti in meno tra il 2001 e il 2010 (da 135,8 a 126,1 di

rapporto tra valore aggiunto per addetto e costo del lavoro

unitario (la media Ue e' passata nello stesso periodo da 145,8 a

144,8 mentre in alcuni paesi come la Romania e la Bulgaria

l'indice e' cresciuto rapidamente). Nel 2011 la competitivita'

italiana e' leggermente aumentata (a 128,5) ma sempre con una

differenza significativa a livello territoriale con il Centro

che segna quota 141 (quasi a livelli europei) e il Sud che si

ferma a 114,9. Hanno perso competitivita' soprattutto le aziende

del Nord Est passando in dieci anni da 139,1 a 124,6.

   Il 2012, anno di entrata in vigore del Salva Italia e della

stangata Imu e' stato quello top per la tassazione in Italia con

il 44,1% di pressione fiscale. Se fino al 2005 - scrive l'Istat

- il dato italiano e' risultato complessivamente in linea con la

media degli altri paesi europei ''successivamente se ne e'

progressivamente distanziato, segnando valori piu' elevati''.

    La pressione fiscale  in Italia nel 2012 e' cresciuta di

quasi tre punti rispetto al 2000 (era al 41,3%) ed e' superiore

di 3,6 punti percentuali rispetto a quella media dei paesi

dell'Ue27 (40,5% in calo dal 41% registrato nel 2000). Al

livello piu' alto di tassazione si trova la Danimarca con il

48,9% del pil ma in calo rispetto al 50,1% del 2000. Segue il

Belgio con il 47,3% in aumento dal 46,4% del 2000. Anche in

Francia la pressione fiscale e' cresciuta mentre in Svezia e'

diminuita tra il 2000 e il 2012 dal 51,7% al 44,7%. (ANSA).

 

VIVERE CON FISCO SVEZIA, 2 ITALIANI A STOCCOLMA

STESSE TASSE MA SERVIZI ECCEZIONALI, SOPRATTUTTO PER INFANZIA

   (di Francesco Carbone)

   (ANSA) - ROMA, 11 FEB - Italia-Svezia: stesse tasse ma

decisamente un'altra 'vita': ''ti basti pensare che quando

cerchi una scuola pubblica hai solo l'imbarazzo della scelta. E

il servizio e' eccezionale''. Angela e Francesco, sposati in

Italia, sono rispettivamente di Roma e Milano. Da qualche anno

insieme al figlio Pietro, 2 anni, nato in Svezia, vivono e

lavorano a Stoccolma. Lui nella ristorazione e tra i locali

notturni (e' un personaggio della 'movida' di Stoccolma), lei da

poco come veterinaria in una clinica che, dopo brevissimo

periodo di prova, le ha gia' fatto un contratto a tempo

indeterminato. Salario base in prova: 2200 euro netti. Cioe'

pagano il fisco svedese e ottengono i servizi. Ma a livello

svedese appunto. Poi d'estate sono al mare, sul Mediterraneo. E

agli amici raccontano storie 'mirabolanti' su quel paese.

Freddissimo ma iper-organizzato. Anche perche', rilevano pero', in

Svezia vivono appena 10 milioni di abitanti. Come fosse la citta'

di Roma piu' una grande provincia.

   ''Per ogni bambino che nasce in Svezia - racconta ad esempio

Angela - lo Stato versa un sussidio mensile di 120 euro su un

conto corrente e che puo' trasformarsi in un fondo. Quando il

ragazzo arriva a 18 anni puo' usufruire della cifra (intorno ai

20-25.000 euro) o per studiare, o per avviare una piccola

attivita' economica. Pietro per esempio, ha 24 mesi ed ha gia' in

banca quasi 3.000 euro''. Non male considerando che invece un

qualunque bambino italiano nasce viceversa con un fardello sulle

spalle: cioe' la sua quota personale di debito pubblico (circa

35.000 euro). Ma non e' finita qui: ''cercavo la scuola per

Pietro. Intorno casa ce ne sono tantissime. Sono pubbliche. Ho

avuto l'imbarazzo della scelta. E posso decidere io quando

andarlo a riprendere. Loro possono tenerlo o fino alle 15 oppure

al tempo pieno fino alle 18''. Insomma l'esatto contrario di

quanto avviene in Italia, dove spessissimo i bambini vengono

parcheggiati in costosi asili privati e dove non e' possibile

neanche detrarre dalle tasse la spesa. E non e' di importanza

secondaria il fatto che il congedo parentale sia retribuito al

50% del salario e, minimo, un genitore deve potere usufruire di

un congedo di un anno. E sara' anche per questo che, secondo

l'Unicef, la Svezia rispetta i 10 parametri di eccellenza delle

politiche per l'infanzia. Mentre l'Italia rispetta solo i

parametri minimi essenziali (4 indicatori su dieci).

   Anche Francesco racconta storie eccellenti della sua

attivita': ''intanto e' molto piu' semplice assumere personale. E

il lavoro non manca mai. Io, ad esempio, lavoro per un

ristorante italiano di alto livello nel centro della citta', a

ridosso della zona del locali. Ma da un po' ho avuto l'occasione

di rilevare in societa' la gestione di una discoteca. Lavoro

sempre. Giorno e notte. Altro che disoccupazione''.(ANSA).


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