SCHERMA: ALLE FIAMME GIALLE 'CHAMPIONS LEAGUE' DEL FIORETTO - DIPENDENTI COMUNE RUBAVANO DIRITTI SEGRETERIA, ARRESTATI - DIFESA:F35,IPOTESI TAGLI PREOCCUPA INDUSTRIA E MILITARI - SICUREZZA: MANTOVANO, SI TAGLIANO PRESIDI MA I SOLDI CI SONO

martedì 18 marzo 2014

 

SCHERMA: ALLE FIAMME GIALLE 'CHAMPIONS LEAGUE' DEL FIORETTO

BATTUTE IN FINALE LE FIAMME ORO, TERZO POSTO PER SAN PIETROBURGO

   (ANSA) - PISA, 17 MAR - Trionfano le Fiamme Gialle della

Guardia di Finanza, guidate da Valerio Aspromonte e Giorgio

Avola, entrambi medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra, che in

finalissima s'impongono sulle Fiamme Oro della Polizia di Stato

(45-28) e conquistano l'edizione 2014 della Coppa Europa, la

'Champions League' del fioretto a squadre che, per la settima

volta, si e' svolta a Pisa, organizzata dell'Us Pisascherma in

collaborazione con il Comune.

   Pronostici rispettati, dunque, dato che la squadra dei

finanzieri fin dalla vigilia era inserita nel lotto delle

favorite. Ma le sorprese non sono mancate: a cominciare

dall'eliminazione gia' nei quarti dei russi del Cska di Mosca,

compagine praticamente composta da nazionali e campione uscente,

eliminata dai francesi dell'Aix en Provence, e in particolare di

uno scatenato Le Pechoux capace di mettere assegno un parziale

di 13-1, che ha consentito ai transaplini di superare di misura

(42-41) i russi in vantaggio anche di 12 lunghezze. Piccolo

capolavoro per le Fiamme Oro del pisano Simone Vanni, approdata

alla finalissima, dopo avere eliminato proprio i francesi poi

sconfitti nella finale per il terzo e quarto posto dai russi del

San Pietroburgo che conquistano il podio per la sesta volta

nelle ultime 7 edizioni della Coppa Europa. (ANSA).

 

DIPENDENTI COMUNE RUBAVANO DIRITTI SEGRETERIA, ARRESTATI

   (ANSA) - MANFREDONIA (FOGGIA), 17 MAR - Tre dipendenti del

Comune di Manfredonia sono stati messi agli arrestati

domiciliari dalla guardia di finanza con l'accusa di peculato

per avere intascato i diritti di segreteria che i cittadini

pagavano per il rilascio o il rinnovo delle carte di identita'.

Sono Andrea Iacoviello di 57 anni, Angela Salcuni di 58 anni e

Domenico Trotta di 56 anni. In tutto, si sarebbero impossessati

indebitamente di 35.000 euro.

   Nell'indagine, coordinata dalla procura di Foggia, e' stato

accertato che gli indagati avevano sistematicamente sottratto

per due anni - dal dicembre 2010 al 2012 - somme di denaro dalle

casse comunali relative ai diritti fissi e di segreteria. Per

coprire l'illecito i tre non emettevano le relative bollette

d'incasso o ne falsificavano l'importo.

   Gli inquirenti stano valutando se vi siano altre persone

coinvolte. L'ipotesi di danno erariale causato all'ente e' stata

segnalata anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per

l'accertamento della eventuale responsabilita' di natura

contabile.(ANSA).

 

DIFESA:F35,IPOTESI TAGLI PREOCCUPA INDUSTRIA E MILITARI

DOMANI 'AFFAIRE' AL CONSIGLIO SUPREMO DIFESA. POLITICA DIVISA

   (ANSA) - ROMA, 17 MAR - L'ipotesi di una sforbiciata al

programma F35 agita il mondo dell'industria della Difesa e

quello militare che temono, ognuno per la propria parte, pesanti

ricadute negative: in termini economici e di operativita' dello

strumento aereo. Tutto questo alla vigilia di un delicato

Consiglio Supremo di Difesa, che il presidente Napolitano ha

convocato anche per esaminare "le criticita' relative

all'attuazione della Legge 244 di riforma" delle Forze armate e

l' "impatto sulla Difesa del processo di revisione della spesa

pubblica in corso".

   Oggi un approfondito studio del Cesi, il Centro Studi

Internazionali, analizza lo stato attuale del programma, che

vede l'Italia impegnata ad acquisire 90 esemplari del nuovo

cacciabombardiere di quinta generazione, rispetto ai 131

inizialmente previsti: un taglio di 41 esemplari deciso durante

il governo Monti.

   Gli esperti ribadiscono come l'F35 sia un aeroplano

versatile, multiruolo, "invisibile" ai radar, il piu' adatto a

fronteggiare ogni futura missione di supporto aereo, attacco,

ricognizione e deterrenza. Rinunciare al programma, viene

sottolineato, provocherebbe un considerevole gap dal punto di

vista operativo, mentre sotto il profilo finanziario,

industriale e politico - sebbene non vi siano penali vere e

proprie in caso di rinuncia all'acquisto - andrebbero

immediatamente in fumo i due miliardi di dollari gia' spesi

dall'Italia per la partecipazione allo sviluppo del velivolo e

per la costruzione della "Faco" di Cameri (Novara), cioe' la

linea di assemblaggio finale degli aerei italiani e, al momento,

anche olandesi.

   Ma pure un'eventuale riduzione dell'ordine, secondo gli

analisti, produrrebbe un vulnus importante delle capacita'

operative, con il rischio di non essere piu' all'altezza dei

principali partner occidentali, e "rappresenterebbe un notevole

spreco di risorse economiche - scrive il Cesi - considerato che

la linea di montaggio di Cameri opererebbe su regimi produttivi

assolutamente fuori scala rispetto a quanto progettato

inizialmente". Non solo. In questo caso, infatti, "sarebbe

tagliato proporzionalmente da Lockheed Martin anche il ritorno

industriale previsto per il nostro Paese con un ulteriore

considerevole danno economico". Basti pensare che quando

l'Italia ha annunciato che avrebbe acquistato non piu' 131 caccia

ma 90, il colosso industriale Usa ha subito tagliato da 1.215 ad

835 i (costosi) cassoni alari commissionati ad Alenia Aermacchi.

   Sul fronte politico, intanto, la revisione in termini

riduttivi del programma, ipotizzata ieri dal premier Renzi e dal

ministro Pinotti, continua a far discutere. Secondo Gero Grassi,

vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, "l'annuncio del

Ministro della Difesa di riduzione degli F35 va accolto

positivamente in attesa degli atti consequenziali", ed anche

l'Idv - che chiede la revoca dell'intero ordine - auspica che

l'annuncio "non sia solo uno spot". Chi parla senza mezzi

termini di "propaganda, utile per farsi belli in vista delle

Europee", e' il Movimento 5 stelle, mentre cautela viene espressa

dal centrodestra. Cicchitto, del Nuovo centrodestra, invita a

collocare la decisione sugli F35 - che possono essere

"ridimensionati, ma non eliminati" - all'interno di una

strategia complessiva, mentre l'ex sottosegretario alla Difesa

Crosetto (FdI) chiede che venga adottata una decisione "seria e

non ideologica".(ANSA).

 

SICUREZZA: MANTOVANO, SI TAGLIANO PRESIDI MA I SOLDI CI SONO

IN FONDO GIUSTIZIA 3,5 MILIARDI CHE MINISTERO ECONOMIA NON CEDE

   (ANSA) - ROMA, 17 MAR - Il ministero dell'Economia ha da

parte 3,5 miliardi di euro del Fondo unico giustizia (Fug),

alimentato dai beni tolti alla mafia, e invece di destinarli,

come previsto al ministero dell'Interno e a quello della

Giustizia, permette che il Viminale chiuda i presidi di polizia,

sguarnendo i territori. Lo afferma Alfredo Mantovano, gia'

sottosegretario all'Interno con delega alla sicurezza.

    "A causa dei tagli di bilancio - spiega Mantovano - il

Viminale ha in arretrato anni di locazioni per stazioni dei

Carabinieri e Commissariati, tante auto delle forze di polizia

sono ferme, gli straordinari degli agenti vengono pagati con

mesi di ritardo, i Comuni ricevono i rimborsi per gli uffici

giudiziari 3 o 4 anni dopo aver sborsato i relativi importi, e

adesso si chiudono pure decine e decine di stazioni e

commissariati". Una situazione grave a cui potrebbe dare respiro

"il Fug-Fondo unico giustizia: un fondo che viene alimentato

dalle risorse liquide o liquidabili tolte alla mafia, gestito

dal ministero dell' Economia e destinato per il 2% al medesimo

ministero, per il 49% al ministero dell'Interno e per l'altro

49% al ministero della Giustizia".

   A novembre scorso, risultava che il Fondo aveva una

disponibilita' di 3 miliardi e 493 milioni di euro di cui 415

milioni sequestrati ma non ancora confiscati, "mentre la

restante parte arrivava dalle confische, beni dunque non piu'

restituibili" aggiunge Mantovano. Un tesoretto che potrebbe

permettere al Dipartimento di Pubblica sicurezza di non

ridimensionare i presidi territoriali, "ma il ministero

dell'Economia blocca queste risorse - spiega Mantovano - basti

pensare che per il biennio 2012-2013 le somme versate al

Viminale e al ministero della Giustizia ammontano a 125 milioni

di euro solo il 3%".

   "Il perche' avviene cio' - aggiunge Mantovano - secondo la

spiegazione del ministero dell'Economia, e' che dei 3,1 miliardi

di euro confiscati, quindi non piu' restituibili, solo 978

milioni sono liquidi e circa 2,1 miliardi non liquidi, quindi

non fruibili".

   "Se si hanno in banca 100 euro in Btp e si desidera

l'equivalente in denaro - conclude Mantovano - ogni cittadino ha

due strade: o attende per il realizzo la scadenza dei titoli o

chiede subito il corrispettivo perdendo una piccola percentuale,

ma in entrambi i casi e' in grado di convertire quei titoli in

liquidita'; identico discorso vale per azioni, quote,

obbligazioni... L'Economia invece ritiene quei titoli

intangibili e ne priva del tutto i destinatari, in modo

arbitrario e disapplicando la legge". (ANSA).

 

 


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