SCHERMA: ALLE FIAMME GIALLE 'CHAMPIONS LEAGUE' DEL FIORETTO - DIPENDENTI COMUNE RUBAVANO DIRITTI SEGRETERIA, ARRESTATI - DIFESA:F35,IPOTESI TAGLI PREOCCUPA INDUSTRIA E MILITARI - SICUREZZA: MANTOVANO, SI TAGLIANO PRESIDI MA I SOLDI CI SONO
SCHERMA: ALLE FIAMME GIALLE 'CHAMPIONS LEAGUE' DEL FIORETTO
BATTUTE IN FINALE LE FIAMME ORO, TERZO POSTO PER SAN PIETROBURGO
(ANSA) - PISA, 17 MAR - Trionfano le Fiamme Gialle della
Guardia di Finanza, guidate da Valerio Aspromonte e Giorgio
Avola, entrambi medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra, che in
finalissima s'impongono sulle Fiamme Oro della Polizia di Stato
(45-28) e conquistano l'edizione 2014 della Coppa Europa, la
'Champions League' del fioretto a squadre che, per la settima
volta, si e' svolta a Pisa, organizzata dell'Us Pisascherma in
collaborazione con il Comune.
Pronostici rispettati, dunque, dato che la squadra dei
finanzieri fin dalla vigilia era inserita nel lotto delle
favorite. Ma le sorprese non sono mancate: a cominciare
dall'eliminazione gia' nei quarti dei russi del Cska di Mosca,
compagine praticamente composta da nazionali e campione uscente,
eliminata dai francesi dell'Aix en Provence, e in particolare di
uno scatenato Le Pechoux capace di mettere assegno un parziale
di 13-1, che ha consentito ai transaplini di superare di misura
(42-41) i russi in vantaggio anche di 12 lunghezze. Piccolo
capolavoro per le Fiamme Oro del pisano Simone Vanni, approdata
alla finalissima, dopo avere eliminato proprio i francesi poi
sconfitti nella finale per il terzo e quarto posto dai russi del
San Pietroburgo che conquistano il podio per la sesta volta
nelle ultime 7 edizioni della Coppa Europa. (ANSA).
DIPENDENTI COMUNE RUBAVANO DIRITTI SEGRETERIA, ARRESTATI
(ANSA) - MANFREDONIA (FOGGIA), 17 MAR - Tre dipendenti del
Comune di Manfredonia sono stati messi agli arrestati
domiciliari dalla guardia di finanza con l'accusa di peculato
per avere intascato i diritti di segreteria che i cittadini
pagavano per il rilascio o il rinnovo delle carte di identita'.
Sono Andrea Iacoviello di 57 anni, Angela Salcuni di 58 anni e
Domenico Trotta di 56 anni. In tutto, si sarebbero impossessati
indebitamente di 35.000 euro.
Nell'indagine, coordinata dalla procura di Foggia, e' stato
accertato che gli indagati avevano sistematicamente sottratto
per due anni - dal dicembre 2010 al 2012 - somme di denaro dalle
casse comunali relative ai diritti fissi e di segreteria. Per
coprire l'illecito i tre non emettevano le relative bollette
d'incasso o ne falsificavano l'importo.
Gli inquirenti stano valutando se vi siano altre persone
coinvolte. L'ipotesi di danno erariale causato all'ente e' stata
segnalata anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per
l'accertamento della eventuale responsabilita' di natura
contabile.(ANSA).
DIFESA:F35,IPOTESI TAGLI PREOCCUPA INDUSTRIA E MILITARI
DOMANI 'AFFAIRE' AL CONSIGLIO SUPREMO DIFESA. POLITICA DIVISA
(ANSA) - ROMA, 17 MAR - L'ipotesi di una sforbiciata al
programma F35 agita il mondo dell'industria della Difesa e
quello militare che temono, ognuno per la propria parte, pesanti
ricadute negative: in termini economici e di operativita' dello
strumento aereo. Tutto questo alla vigilia di un delicato
Consiglio Supremo di Difesa, che il presidente Napolitano ha
convocato anche per esaminare "le criticita' relative
all'attuazione della Legge 244 di riforma" delle Forze armate e
l' "impatto sulla Difesa del processo di revisione della spesa
pubblica in corso".
Oggi un approfondito studio del Cesi, il Centro Studi
Internazionali, analizza lo stato attuale del programma, che
vede l'Italia impegnata ad acquisire 90 esemplari del nuovo
cacciabombardiere di quinta generazione, rispetto ai 131
inizialmente previsti: un taglio di 41 esemplari deciso durante
il governo Monti.
Gli esperti ribadiscono come l'F35 sia un aeroplano
versatile, multiruolo, "invisibile" ai radar, il piu' adatto a
fronteggiare ogni futura missione di supporto aereo, attacco,
ricognizione e deterrenza. Rinunciare al programma, viene
sottolineato, provocherebbe un considerevole gap dal punto di
vista operativo, mentre sotto il profilo finanziario,
industriale e politico - sebbene non vi siano penali vere e
proprie in caso di rinuncia all'acquisto - andrebbero
immediatamente in fumo i due miliardi di dollari gia' spesi
dall'Italia per la partecipazione allo sviluppo del velivolo e
per la costruzione della "Faco" di Cameri (Novara), cioe' la
linea di assemblaggio finale degli aerei italiani e, al momento,
anche olandesi.
Ma pure un'eventuale riduzione dell'ordine, secondo gli
analisti, produrrebbe un vulnus importante delle capacita'
operative, con il rischio di non essere piu' all'altezza dei
principali partner occidentali, e "rappresenterebbe un notevole
spreco di risorse economiche - scrive il Cesi - considerato che
la linea di montaggio di Cameri opererebbe su regimi produttivi
assolutamente fuori scala rispetto a quanto progettato
inizialmente". Non solo. In questo caso, infatti, "sarebbe
tagliato proporzionalmente da Lockheed Martin anche il ritorno
industriale previsto per il nostro Paese con un ulteriore
considerevole danno economico". Basti pensare che quando
l'Italia ha annunciato che avrebbe acquistato non piu' 131 caccia
ma 90, il colosso industriale Usa ha subito tagliato da 1.215 ad
835 i (costosi) cassoni alari commissionati ad Alenia Aermacchi.
Sul fronte politico, intanto, la revisione in termini
riduttivi del programma, ipotizzata ieri dal premier Renzi e dal
ministro Pinotti, continua a far discutere. Secondo Gero Grassi,
vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, "l'annuncio del
Ministro della Difesa di riduzione degli F35 va accolto
positivamente in attesa degli atti consequenziali", ed anche
l'Idv - che chiede la revoca dell'intero ordine - auspica che
l'annuncio "non sia solo uno spot". Chi parla senza mezzi
termini di "propaganda, utile per farsi belli in vista delle
Europee", e' il Movimento 5 stelle, mentre cautela viene espressa
dal centrodestra. Cicchitto, del Nuovo centrodestra, invita a
collocare la decisione sugli F35 - che possono essere
"ridimensionati, ma non eliminati" - all'interno di una
strategia complessiva, mentre l'ex sottosegretario alla Difesa
Crosetto (FdI) chiede che venga adottata una decisione "seria e
non ideologica".(ANSA).
SICUREZZA: MANTOVANO, SI TAGLIANO PRESIDI MA I SOLDI CI SONO
IN FONDO GIUSTIZIA 3,5 MILIARDI CHE MINISTERO ECONOMIA NON CEDE
(ANSA) - ROMA, 17 MAR - Il ministero dell'Economia ha da
parte 3,5 miliardi di euro del Fondo unico giustizia (Fug),
alimentato dai beni tolti alla mafia, e invece di destinarli,
come previsto al ministero dell'Interno e a quello della
Giustizia, permette che il Viminale chiuda i presidi di polizia,
sguarnendo i territori. Lo afferma Alfredo Mantovano, gia'
sottosegretario all'Interno con delega alla sicurezza.
"A causa dei tagli di bilancio - spiega Mantovano - il
Viminale ha in arretrato anni di locazioni per stazioni dei
Carabinieri e Commissariati, tante auto delle forze di polizia
sono ferme, gli straordinari degli agenti vengono pagati con
mesi di ritardo, i Comuni ricevono i rimborsi per gli uffici
giudiziari 3 o 4 anni dopo aver sborsato i relativi importi, e
adesso si chiudono pure decine e decine di stazioni e
commissariati". Una situazione grave a cui potrebbe dare respiro
"il Fug-Fondo unico giustizia: un fondo che viene alimentato
dalle risorse liquide o liquidabili tolte alla mafia, gestito
dal ministero dell' Economia e destinato per il 2% al medesimo
ministero, per il 49% al ministero dell'Interno e per l'altro
49% al ministero della Giustizia".
A novembre scorso, risultava che il Fondo aveva una
disponibilita' di 3 miliardi e 493 milioni di euro di cui 415
milioni sequestrati ma non ancora confiscati, "mentre la
restante parte arrivava dalle confische, beni dunque non piu'
restituibili" aggiunge Mantovano. Un tesoretto che potrebbe
permettere al Dipartimento di Pubblica sicurezza di non
ridimensionare i presidi territoriali, "ma il ministero
dell'Economia blocca queste risorse - spiega Mantovano - basti
pensare che per il biennio 2012-2013 le somme versate al
Viminale e al ministero della Giustizia ammontano a 125 milioni
di euro solo il 3%".
"Il perche' avviene cio' - aggiunge Mantovano - secondo la
spiegazione del ministero dell'Economia, e' che dei 3,1 miliardi
di euro confiscati, quindi non piu' restituibili, solo 978
milioni sono liquidi e circa 2,1 miliardi non liquidi, quindi
non fruibili".
"Se si hanno in banca 100 euro in Btp e si desidera
l'equivalente in denaro - conclude Mantovano - ogni cittadino ha
due strade: o attende per il realizzo la scadenza dei titoli o
chiede subito il corrispettivo perdendo una piccola percentuale,
ma in entrambi i casi e' in grado di convertire quei titoli in
liquidita'; identico discorso vale per azioni, quote,
obbligazioni... L'Economia invece ritiene quei titoli
intangibili e ne priva del tutto i destinatari, in modo
arbitrario e disapplicando la legge". (ANSA).