LE ATTIVITA’ OPERATIVE E LE ATTIVITA’ DI FUNZIONAMENTO : QUALE IL REALE RAPPORTO TRA ESSE? CONFLITTUALITA’ PERENNE O POSSIBILE ARMONIZZAZIONE? - di Massimiliano Salce

domenica 30 marzo 2014

 

Salve,

mi sia consentita una riflessione sulla interessante e preziosa delibera CoCeR in materia di attenzione, sempre desta, circa le dotazioni di orario straordinario in favore dei reparti operativi.

Riflessione che prego ritenere come un modo diverso o ulteriore di osservare un determinato problema e o fenomeno e dunque potendo , laddove se ne riconosca la valenza , disporre di maggior inferenze sull’osservazione dello stesso , conseguendone maggiori possibilità di perfezionarne le decisioni che si vogliono intraprendere dopo detta osservazione, per affrontare il problema o conoscere il fenomeno, che è poi il comune , e al momento disponibile,  modo di procedere in tutto ciò che noi facciamo , dal preparare un piatto di pasta all’amatriciana al come condurre una guerra o progettare interventi di verifica fiscale.

Partiamo con un esempio per provare valido quanto andrò a sostenere.

Nell’organizzazione di un bel viaggio per le nostre ferie estive , ipotizziamo di scegliere un bel tour in automobile per l’Europa. Considererò una serie di fattori quali tappe , paesi da visitare , manifestazioni da vedere. Possiamo convenire che questi si possano anche chiamare obiettivi del mio piacere , obiettivi che mi pongo.

Evidentemente in tutto ciò dapprima procedo con la rappresentazione mentale di ciò che vorrei e poi , necessariamente , in seconda battuta devo valutare come sostenere tutto ciò. Chiameremo questo fattore risorse o funzione di supporto .

Ed è il lato meno piacevole e che ci fa rimodulare il viaggio.

La misura è direttamente  proporzionale tra le due grandezze e cioè al crescere dell’una cresce l’altra.

Più è lungo il tour , più necessito di carburante per l’auto , più necessito di tempo , più necessito di denaro ma anche ipotizzando che potessi viaggiare gratis è ovvio che l’energia richiesta per il movimento è una indefettibile grandezza di tipo fisico che è necessaria  al crescere dell’attività da svolgere.

Qualcun altro vorrà dire, secondo il principio di economia che non “esistono pasti gratis” ,  che dovrà pagarla o pagarcela e quindi fornirla.

Ora è pur vero che si potrebbe essere tentati dal pensare che l’energia non si distrugge ma è opportuno ricordare che si trasforma ovvero passa da uno stato all’altro e dunque non rimane disponibile sotto una forma , dunque deve procurarmene altra per procedere.

Se si ritiene di asserire il contrario, all’accendersi della spia del carburante si provi pure a non fare rifornimento sperando che l’auto continui a camminare. Evitate l’esperimento mentre siete in corsia di sorpasso in autostrada.

Dobbiamo convenire dunque della diretta proporzionalità delle due grandezze in esame.

Possiamo non essere d’accordo ma al crescere di una nostra attività cresce la necessità di risorse da impiegare nel sistema.

Chi avesse dei dubbi provi a stare digiuno per più giorni per vedere l’effetto che fa sul sistema organismo, mantenendo la stessa attività motoria dei giorni in cui ci si nutre.

Non mi addentro nell’universo delle leggi di fisica che stabiliscono ciò . Ci basti sapere che non è possibile il contrario o quanto meno, da bravi esseri umani non dogmatici ,  non è ancora provato che ciò possa accadere.

Bene, se siamo tutti d’accordo , vediamo cosa accade tradotto in altri termini.

Vogliamo aumentare  il lavoro operativo o addirittura ideiamo di fornire maggiori risorse che possiamo concedere alla attività operativa così da aumentarne , quale grandezza , la quantità ; cosa possiamo osservare ?  Che possiamo aumentare detta grandezza quantità di lavoro da svolgere ma ciò fino ad un livello oltre il quale non possiamo andare salvo non incrementare diverse variabili che compongono il sistema.

Una conseguenza è però certa  : che all’aumentare massimale della variabile grandezza attività operativa, dobbiamo collegarvi per la “legge” poco sopra esposta, l’aumento risorse in favore del  supporto altrimenti definito   consumo energetico.

Intendiamoci sul termine risorsa, che a prima vista viene afferrato come un concetto parziale e cioè con più denaro io ho l’idea di fare un viaggio più lungo : giusto è la risorsa diretta.

In realtà questa risorsa la devo considerare non come spendibile interamente per allungare il viaggio a livello chilometrico o di giorni ma deve partecipare a permettere all’altra grandezza , che esige soddisfacimento , di crescere anch’essa e cioè aumento della quantità di carburante , spese per alberghi , probabilità di cambiare l’olio lubrificante , denaro da spendere in ristoranti,  ecc. ecc.

E’ difficile provare il contrario. Dunque al crescere dell’obiettivo che mi pongo, inevitabilmente cresce il supporto necessario.

Se diminuisco un po’ la velocità dell’auto, qualche chilometro in più lo percorro ma oltre un certo limite di chilometri da percorrere (obiettivo che mi pongo in aumento )  la minor velocità da sé non basta.

E non è solo un problema di attrito.

Si incrementa il dispendio energetico.

Bene se non abbiamo tesi contrarie accettabili,  e siamo tutti d’accordo, possiamo avviarci a chiudere .

La risorsa straordinario è una componente della grandezza  “supporto al lavoro” da poter svolgere in più , è una parte ,non il tutto. In altri termini è una questione di errata percezione . Ed è spesso così valutata erroneamente viste le asserzioni che si leggono in materia.

 Non è un errore da poco!

E’ un grosso errore che influisce su come considerare il sistema e sappiamo che se ho un errore in partenza l’intero sistema risente di esso e giunge a conclusioni irrazionali o errate.

Guai poi a prendere per di più decisioni su un risultato così elaborato.

E’ sbagliato, in altri termini ,  citarla da sé senza chiedere ulteriori connesse fonti finanziarie  o destinare quota parte di questa risorsa straordinario all’altro personale che opera nel supporto , risorse che permettano la spesa a fronte dell’aumentato obiettivo realizzabile con le ore di straordinario . Ed  è qui il punto cruciale su cui ci si deve fermare e riflettere .

E’ un grave errore che si perpetua da tempo. Detta parte necessita obbligatoriamente che le altre quote

 (esempio quelle da considerare complessivamente per allungare il mio bel viaggio in ferie ) crescano anch’esse.

La quota denaro per pagare lo straordinario e quindi lavorare di più (quindi maggior obiettivo da raggiungere  )  è appunto una quota e solo una quota parte componente la grandezza energetica cioè quella che cresce al crescere del lavoro .

La grandezza energetica è in realtà costituita  ,nel nostro caso, da altre componenti che sono la necessità di maggior carburante ,  maggior vitto , maggior lavoro di chi procaccia l’energia (leggi personale non operativo ) che chiameremo con una sigla strana ReTLA, quindi anche ore per ripagare lo straordinario del personale che opera a supporto e che appartiene all’altra famosa grandezza detta energetica.

Possiamo dimostrare una inversione proporzionale ? Se qualcuno fosse in grado di inviarmi  una sua tesi, la esaminerei  con attenzione e curiosità , oltre evidentemente ad assumere una valenza a carattere di novità  scientifica di tutto rispetto.

Non credo questo avvenga, al limite possiamo parlare di punto marginale ove all’aumentare della grandezza obiettivo entro certi limiti non aumenta di troppo il dispendio energetico e quindi ottimizzare , marginalizzare il punto. Oltre ,necessito , anzi va da sé , che anche  l’altra grandezza cresce, cioè il supporto. Entro certi limiti un mezzo litro  d’acqua può bastarmi per una corsa di mezz’ora anziché un quarto d’ora sotto il sole di ferragosto ma sarà ben difficile che oltre le tre ore (ipotizziamo ) possa restare invariata la richiesta energetica.

Se non si è d’accordo sconsiglio vivamente per le proprie sorti vitali di non sperimentare quanto si volesse sostenere al contrario.

Chiudo : siamo sicuri che  sottolineare un continuo aumento di dotazioni di ore straordinario sia sostenibile solo per i reparti operativi , senza mai fare un cenno alla attività di funzionamento anzi sostenendo sistematicamente il contrario che bisogna contrarle ?

La contrazione è ammessa possibile continuamente al crescere dell’attività operativa ? E’ un po’ ragionare come quel famoso tour per le ferie e chiedere più soldi per …comprare souvenir o programmare maggior permanenza all’estero del viaggio  e basta  anziché pianificare anche  l’aumento di spesa di funzionamento al crescere dell’attività che influisce poi sulla durata del viaggio che pensavamo di poter allungare , destinando quel denaro al solo fattore permanenza all’estero.

In altri termini : un’ora di attività operativa da quali voci di costo è costituita ? O si pensa di poterla aumentare senza questa corrispondenza analizzata in tutti i suoi elementi in termini di costo ?

E’ stata mai fatta una analisi matematica percentuale di incidenza media ?

Ultimo concetto : gli obiettivi operativi sono in qualche misura fissa .

 Sempre.

Possiamo discutere della complessità , possiamo discutere della raggiungibilità ma sono in linea di massima fissi o anche variabili entro certi limiti lasciati all’iniziativa del Corpo.

Basta leggere la direttiva in materia che ogni anno viene pubblicata.

Possiamo dire altrettanto dell’attività di supporto ?

Innanzi tutto gli obiettivi esistono anche nell’attività di supporto e cioè assicurare il soddisfacimento di acquisti , logistica , ecc.  , sono direttamente collegati all’attività operativa e a ben vedere , ENUMERABILI ANCH’ESSI  (secondo il noto principio di George Boole che la logica è espressione “esprimibile” in  matematica e dunque ciò che è esprimibile come concetto logico è esprimibile come simbolo numerico )  ;

se poi si volesse dare una interpretazione letterale il discorso non cambierebbe visto che secondo una scomposizione atomistica del concetto , “obiettivo” vuol dire qualcosa da raggiungere o attività da svolgere per raggiungere un fine , fine che nel nostro caso è obbligatorio, cambia la fonte normativa ma non l’obbligo (esempio esecuzione y controlli fiscali , esecuzione yy pagamenti fatture per legge entro 30 giorni e più cresce l’attività operativa e più crescono le fatture da pagare per forniture connesse ad essa )

secondo : detti obiettivi sono   direttamente proporzionali in termini di risorse umane , al limite stazionari entro certi limiti,  all’ impegno operativo poi crescono anch’essi ma mai inversamente proporzionali;

terzo :  sembra strano ma non solo nel settore supporto gli obiettivi ci sono , non solo sono anche enumerabili anche se non se ne è mai accorto nessuno ma , sorpresa , essi sono maggiori di quelli operativi e non sono purtroppo a scadenza fissa, tant’è che a fine anno , guarda caso , i ReTLA sono super impegnati nel raggiungere obiettivi di pagamento, progettazioni logistiche senza soluzioni di continuità annuali  che si presentano continuamente cioè in altri termini : necessità diuturna di personale addetto all’attività .

Ergo asserire che vada ridotta l’attività di supporto a favore dell’attività operativa significa pronunciare un’assurdità fisica in termini di variazione delle grandezze oltre che un assurdo  logico  che , non mi se ne voglia , non è mancanza di rispetto verso chi l’asserisce (in circolari o altro ) ma è , salvo prova contraria , una asserzione che potremmo definire scientifica  o almeno io la intendo sotto questo senso e non altri.

Sostenendo l’assioma in auge , allora al limite si potrebbe  anche asserire che non ci sia proprio bisogno dell’attività di supporto quindi anche pensare di eliminare i ReTLA.

Se si vuole essere coerenti e si crede che le due grandezze non rispondano al principio di diretta proporzionalità , si eliminino i ReTLA del tutto.

Non capisco però come questo si concili con la recente scelta della creazione dei distaccamenti amministrativi.

E’ quanto meno contraddittorio.

Ciò detto se quanto asserito da me è accettabile come vero, è facile ritrarne per deduzione l’esito dell’intera attività attinente al sistema organizzativo del Corpo se si proseguisse con questo continuo incrementare la grandezza lavoro senza incrementare la grandezza supporto o addirittura riducendola.

Esito che ipotizzare  funzionamenti futuri a singhiozzo circa : aumento problemi di forniture , pagamenti in ritardo al personale  , edifici che diventeranno fatiscenti , ritardi contrattuali , pagamenti di interessi di mora, penuria automezzi , problemi con i buoni pasto , caldaie che si rompono e lasciano al freddo chi opera , gomme termiche che saranno sostituite a ferragosto , è il meno che si possa pensare , omettendo per spirito di Corpo l’idea di una paralisi sempre più progressiva che porterà inevitabilmente a dover rivedere il rapporto tra le due grandezze sovraesposte.

Credo occorra maggior scientismo nel ragionare sui sistemi organizzativi umani; alcuni principi sono indefettibili , si può far finta di non vederli ma il sistema ne risente.

Sostenere ad ogni costo l’incremento delle risorse in attività operativa , togliendole dall’attività di supporto credo sia contrario alle norme scientifiche di cui si è detto.

Val la pena di rifletterci .

Massimiliano Salce


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