FINANZIERE SI SPARA IN RIVA AL TICINO (La Provincia Pavese)

lunedì 31 marzo 2014

La Provincia Pavese - 30 marzo 2014

FINANZIERE SI SPARA IN RIVA AL TICINO

C.P. dalla caserma di corso Garibaldi ha raggiunto il fiume e si è tolto la vita con un colpo calibro 9 alla testa

di Adriano Agatti

PAVIA. Si è tolto la vita in riva al Ticino, a poche centinaia di metri dalla caserma dove ha lavorato per anni. Una storia drammatica quella del maresciallo della Guardia di finanza C.P.. Un uomo che aveva solo 44 anni ma che era stato già provato da tante avversità della vita a livello personale. E così ieri verso mezzogiorno non ce l’ha più fatta a resistere e l’ha fatta finita con un colpo della sua pistola d’ordinanza. Il finanziere è morto all’arrivo in pronto soccorso e adesso il corpo è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli uomini della polizia scientifica hanno eseguito i rilievi, hanno recuperato la pistola e invieranno un rapporto ai magistrati della procura della repubblica. Naturalmente non ci sono responsabilità e nemmneo incertezze sull’ipotesi del suicidio. Un testimone lo aveva visto, pochi istanti prima, mentre camminava vicino alla pista ciclabile, in riva al fiume proprio sotto il campo nomadi di piazzale Europa. L’ha perso di vista per un istante e ha sentito il rumore assordante dello sparo. Si è voltato di nuovo e lo ha rivisto riverso tra l’erba a pochi metri dal Ticino. E ha lanciato l’allarme con una telefonata al 113 della sala operativa della questura.

C.P. è uscito dalla caserma di corso Garibaldi ieri poco dopo mezzogiorno. Era un finanziere di grande esperienza ed era stimato da tutti i colleghi del comando provinciale. Lavorava alla sezione tutela della spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria. Ha attraversato viale Lungoticino ed è sceso in riva al Ticino passando dalla stradina accanto al campo nomadi. In fondo ci sono la pista ciclabile e un piccolo praticello. E’rimasto lì qualche minuto ma ormai aveva preso la decisione. Il giovane testimone si è anche insospettito, forse aveva anche visto la pistola. Ma non ha sospettato quali fossero le reali intenzioni di quell’uomo alto che indossava un giubbotto scuro. Così si è voltato qualche istante e ha solo sentito il colpo secco dello sparo. Si è voltato di nuovo e l’ha visto steso a terra. Si è spaventato e non ha avuto il coraggio di avvicinarsi. L’arma, una Beretta calibro nove canna corta in dotazione alla Finanza, è rimasta seminascosta nell’erba e pochi metri di distanza dal corpo.

Sul posto della tragedia sono arrivate le volanti della polizia e i mezzi del 118, ambulanza e automedica. Il cuore batteva ancora. Il medico ha cercato di eseguire una rianimazione disperata anche se le possibilità di salvezza erano veramente ridotte al lumicino. Il finanziere è stato comunque caricato in ambulanza ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo. La sua lotta contro la morte è durata pochi minuti. Gli agenti della squadra volante della questura e i colleghi della polizia scientifica hanno iniziato i rilievi. Il testimone e altre persone presenti in zona al momento della tragedia, sono stati subito sentiti.

Il loro racconto ha tolto ogni possibile dubbio sull’ipotesi del suicidio. La pistola con tanto di caricatore è stata presa dalla polizia e il finanziere è stato identificato grazie al tesserino che aveva in una tasca. All’inizio nessuno trovava i documenti e il corpo non ha avuto un nome per circa un’ora. Sembrava un giallo l’identità di quell’uomo ma il mistero è stato risolto in breve tempo. I documenti sono stati infatti trovati in ospedale dal personale del 118. Gli agenti di polizia hanno subito avvisato i colleghi della Guardia di finanza che sono intervenuti anche loro sul posto dove è avvenuta la tragedia. Gli uomini della polizia scientifica hanno eseguito i rilievi per scoprire se ci fossero dubbi sul suicidio. La pistola è stata esaminata ma il numero di matricola non risultava ai terminali perchè era in dotazione ad un appartenente alle forze di polizia.

 


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