L’UNIFICAZIONE DELLE FORZE DI POLIZIA VA NELLA GIUSTA DIREZIONE – di Domenico Belcastro

venerdì 25 aprile 2014

 

 

L’unione fa la forza ….. anche di polizia.

di Domenico Belcastro

Da qualche tempo è stato avviato, nel Paese,  tra i vari settori interessati,  il dibattito circa l’opportunità di coordinare e unificare i corpi di polizia.

Siamo ancora alla fase iniziale, il dibattito infatti è centrato sulle buone ragioni e sulle risposte ai perché, ed è finalizzato a mettere in chiaro i motivi per cui dovrebbero indurre il Parlamento a legiferare in quella direzione.

Stupisce che proprio sul sito Ficiesse qualcuno è già passato alla fase successiva, concentrandosi sul come. Senza mancare di seminare i soliti dubbi.

Stupisce perché il chiedersi come realizzare una qualunque iniziativa è sicuramente di fondamentale importanza, ma il quesito  andrebbe rigorosamente affrontato subito dopo aver deciso che si tratti di iniziativa buona e giusta che merita di essere concretamente avviata, e dopo aver  raggiunto un considerevole consenso nell’opinione pubblica.

Condivido invece l’intervento, pubblicato sempre sul sito Ficiesse, di Carlo Germi, non mi dilungo su questo mi sembra fin troppo chiaro ed esplicito.

L’argomento è relativamente nuovo ma certamente non avventato, si basa infatti sulle linee guida della nostra Carta Fondamentale, della legge 121/81, del decreto legislativo 195/95. Ed arriva, non a caso, dopo che i Parlamenti di  importanti Paesi dell’Unione Europea dell’area Mediterranea hanno provveduto, seguendo l’esempio degli altri Paesi a democrazia avanzata, ad emanare provvedimenti che vanno nella direzione dell’unificazione dei corpi di polizia e della maggiore tutela dei diritti del personale.

Il dibattito assume in questo periodo storico una importanza rilevante, in quanto, introduce la regola aurea che vige in economia: il massimo profitto (leggi: servizio al cittadino) al minor costo possibile.

L’unificazione delle forze di polizia, ma anche semplicemente il concreto coordinamento, va nella giusta direzione, veicola infatti la possibilità di fare dei significativi passi in avanti in tema di diritti e nel contempo permetterebbe di razionalizzare le storiche problematiche che attanagliano il comparto sicurezza, quali ad esempio:

Mancato riconoscimento dei diritti fondamentali di lavoratori;
Disparità di trattamento nella progressione di carriera;
Scarsi investimenti per la formazione e l’aggiornamento professionale;
Eccessiva burocrazia e il moltiplicarsi di centri di potere improduttivi;
Eccessivo numero di dirigenti ed in particolare alti dirigenti.

E si potrebbe continuare.

In un Paese a democrazia consolidata il Comparto sicurezza rappresenta il termometro dello stato di salute, e merita tutta l’attenzione delle associazioni interessate, dei cittadini, della classe politica.

Ben venga quindi un dibattito aperto, costruttivo, leale, che non miri alla difesa di piccole rendite di posizioni oramai non più tollerabili.

Ben venga, evitando possibilmente  di perdere di vista che si tratta di temi che incidono direttamente sulla qualità di vita del cittadino, e per tale ragione potenzialmente capaci di orientare un certo numero di milioni di voti.

Su questi argomenti, di alto valore etico e morale oltre che concretamente di carattere economico, l’associazione è chiamata a misurarsi.

E’ possibile farlo se riusciamo a non perdere di vista il motto lanciato a suo tempo dal segretario generale Carlo Germi:  Volare Alto!

Socio fondatore di Ficiesse

Segretario sezione Genova

 

 

 


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