COMANDANTE GDF, NON SIAMO NEMICI DEGLI IMPRENDITORI - P.A: DELRIO, PER GLI STATALI PREMI LEGATI A PIL - C.ITALIA: SIAP, PER NOI NUMERI SU CASCHI MA ULTRÀ LIBERI - INFURIA POLEMICA SU ULTRA’, ALFANO "LO STATO NON TRATTA"

lunedì 05 maggio 2014

COMANDANTE GDF, NON SIAMO NEMICI DEGLI IMPRENDITORI

GENERALE CAPOLUPO: 'TROPPO BREVI I TERMINI DELLE PRESCRIZIONI'

   (ANSA) - ROMA, 4 MAG - "Voglio rassicurare che non siamo noi

i nemici degli imprenditori, anzi siamo loro alleati colpendo

chi è scorretto". Parola di Saverio Capolupo, comandante

generale della Guardia di Finanza, che in un'intervista ad

Avvenire sottolinea: "Incentivando la sana iniziativa privata,

vogliamo far capire che recuperare evasione fiscale significa,

in sostanza, contribuire alla crescita economica dell'intero

Paese".

   "Non c'è un accanimento sui soggetti medio-piccoli". "Abbiamo

abbandonato negli ultimi anni", continua il comandante, "la

logica dei 'grandi numeri'. Il nostro obiettivo è colpire la

sostanza attraverso una serie di indicatori di performance per

il quale non è previsto alcun premio d'incentivo". "Stiamo

concentrando gli interventi sugli evasori grandi e medi e gli

autori dei più gravi crimini fiscali".

   Quanto alla semplificazione delle norme tributarie: "E' anche

nostro interesse primario"; "uno dei capitoli della delega

fiscale in corso di attuazione da parte del governo riguarda

proprio questo. E' un'occasione da sfruttare". "Aggiungo poi che

c'è un problema di prescrizione: i termini sono troppo ridotti".

   Capolupo sottolinea anche l'importanza dei mezzi informatici

nel lavoro delle Fiamme Gialle: "Sono già oltre 30 le

banche-dati che ci permettono di affinare le nostre modalità

ispettive".

   Si sofferma poi sull'impegno sul campo dei finanzieri: "Solo

6mila" sono assegnati ai controlli, "il 75% è assegnato a ruoli

operativi". "Il nostro organismo - aggiunge - è carente di

10mila unità", "e faccio notare che il Corpo per la collettività

non è un centro di costo, ma alimenta le risorse finanziarie

dello Stato".

(ANSA).

 

P.A: DELRIO, PER GLI STATALI PREMI LEGATI A PIL

SE NON CI SONO CONDIZIONI PER FARE LE RIFORME, SI VA AL VOTO

   (ANSA) - ROMA, 04 MAG - "Il problema non è fare tagli e

togliere salario. Ma piuttosto di legare i salari alla

produttività. Per questo la retribuzione" degli statali "sarà

fatta anche da un premio che dipender? dall'andamento del Pil".

Lo annuncia al Sole 24 Ore il sottosegretario alla Presidenza

del Consiglio Graziano Delrio, che sottolinea: "dobbiamo

parlarne con Regioni e Enti locali. Ma questo vogliamo farlo".

   Delrio torna sull'impegno del governo e sui provvedimenti

attuativi ricevuti in eredità: "abbiamo varato decreti

importanti, come quello che ha reso operativa la nuova

Sabatini". Ed "entro dieci giorni vedranno la luce anche quelli

sui minibond, sull'allargamento del fondo di garanzia per le Pmi

e sul credito di imposta. A giugno poi toccherà alle

semplificazioni in materia di sicurezza del lavoro e handicap.

Tutte norme molto attese dalle imprese".

   L'ex sindaco di Reggio Emilia si sofferma sulle riforme e

riflette sulle diverse posizioni interne al Pd: "c'è stata una

dialettica", "come è normale che sia". "Non si può accusare il

Parlamento di aver rallentato più di tanto", "io ho trovato più

resistenze fuori dal Parlamento, nelle corporazioni, nei gruppi

di interesse, nelle lobby".

   Ribadisce che le cinque scuole della P.A saranno accorpate,

"così come si farà - continua Delrio - l'accorpamento degli enti

di ricerca. Aspettiamo poi le proposte degli enti intermedi: le

camere di commercio, per esempio, hanno giù presentato un piano

che va nella giusta direzione".

   Quanto al pronostico di Carlo di Benedetti di un voto

anticipato in autunno, dice: "crediamo di poter continuare la

nostra azione riformista". Ma avverte: "abbiamo avuto il mandato

di fare le riforme. Nel momento in cui non ci fossero le

condizioni per farlo, sarebbe giusto dare la parola agli

elettori". E in merito al voto europeo dice: per il Pd "superare

il 30% significherebbe avere un grande mandato degli elettori

sulle riforme che abbiamo impostato". (ANSA).

 

C.ITALIA: SIAP, PER NOI NUMERI SU CASCHI MA ULTRÀ LIBERI

   (ANSA) - CATANIA, 4 MAG - Il Siap di Catania è "indignato per

quello che succede tutte le domeniche negli stadi" e "arrabbiato

per aver assistito ai fatti accaduti ieri sera a Roma, durante

la finale di Coppa Italia". Il sindacato di polizia si chiede se

"a distanza di tanti anni dopo la tragica morte del nostro

collega a Catania e ai buoni propositi per sanare quelle ferite

mortali, siamo peggio di prima?"

   "Incredibile un capo ultras che decide di fare giocare una

partita - aggiunge il Siap - i tifosi che lanciano bombe, decine

di bombe carta, incuranti di chi sta sotto, e non solo

poliziotti, e soprattutto quell'uomo che sfoggia a tutto il

mondo una maglietta con scritto 'Speziale Libero'. Incredibile

che sia entrato e che nessuno gli abbia imposto di toglierla. Ci

chiedono i numeri sui caschi - sottolinea il sindacato di

polizia - ci chiedono di pagare ogni singola azione, ma

continuiamo ad essere  feriti e vilipesi da soggetti che lo

stadio  dovrebbero vederlo da lontano".

   Il Siap esprime "grande solidarietà alla signora  Marisa

Grasso e a i suoi figli che dopo sette anni devono vivere ancora

questi momenti".

 

INFURIA POLEMICA SU ULTRA’, ALFANO "LO STATO NON TRATTA"

VEDOVA RACITI ATTACCA E RENZI LA CHIAMA. OPERATO TIFOSO FERITO

   (di Alessandra Rotili)

   (ANSA) - ROMA, 4 MAG - L'uomo a cavalcioni sulla grata

dell'Olimpico, e quei 40 minuti di conciliabolo con autorità e

calciatori diventano un caso. Politico e non solo. Le

istituzioni si difendono e negano che lo stato abbia "trattato"

con gli ultrà, ma il giorno dopo la finale di Coppa Italia,

sporcata dalla follia del calcio violento arrivato a impugnare

addirittura una pistola, infuria la polemica. Sotto accusa

proprio quel lungo scambio con Genny 'a carogna, capo popolo

della tifoseria del Napoli, diventato l'interlocutore di Marek

Hamisk e dei responsabili dell'ordine pubblico prima

dell'annuncio che la partita si sarebbe giocata. Una "vergogna"

per il mondo intero. Il ministro Angelino Alfano annuncia un

giro di vite "fortissimo", studia contromisure come il "daspo a

vita", ma soprattutto ci tiene a prendere le distanze da certe

ricostruzioni sulla serata drammatica dell'Olimpico: "Non c'è

stata alcuna trattativa tra Stato e ultrà. Non sta né in cielo

né in terra" chiarisce il responsabile del Viminale.

   Anche il Questore di Roma, Massimo Mazza, si era già difeso

dicendo che "non abbiamo mai pensato di non far giocare la

partita" e quella chiacchierata tra il capitano del Napoli e

l'ultrà era solo per informare i tifosi delle condizioni di

salute del tifoso ferito. Ciro Esposito, da Scampia, 30 anni

che, finito a terra sotto i colpi esplosi da Daniele De Santis,

ultrà giallorosso legato alla destra ora accusato di tentato

omicidio, resta in ospedale in condizioni critiche. Rischia di

perdere l'uso delle gambe. Una pagina triste, l'ennesima, del

pallone made in Italy. Che ha scosso Marisa Raciti, vedova

dell'ispettore di Polizia rimasto ucciso negli scontri del derby

di Catania del 2007: Genny 'a carogna indossava una t-shirt con

la scritta inneggiante alla libertà di Antonino Speziale, ultrà

catanese condannato a 8 anni proprio per l'omicidio di Raciti.

"E' una vergogna": lo stadio "in mano a dei violenti" e lo

"Stato che non reagisce, impotente e quindi ha perso" il duro

attacco. Poi riceve la solidarietà delle massime istituzioni: la

chiama il premier Matteo Renzi, spettatore all'Olimpico della

notte-choc. E anche il presidente del Senato Pietro Grasso, e il

capo della Polizia Alessandro Pansa. "Mi sento meno sola" dice

la vedova Raciti.

    Da Beppe grillo arriva per? l'affondo: "La Repubblica ?

morta - scrive nel blog - i suoi cittadini non hanno più

rappresentanza, la pentola a pressione sta per saltare.

All'Olimpico veniva da piangere, come a un funerale". Il Pd

parla di "sconfitta di tutti" che "pesa sulla politica".

Fratelli d'Italia chiede che si riferisca in Parlamento. Il

sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, definisce "surreale"

quella trattativa con il capo tifoso dal "pedigree non certo

rassicurante". Polemizzano i sindacati di polizia, sdegnati gli

agenti.

    Il calcio per? non ci sta a finire nel mucchio dei cattivi:

"E' vittima di situazioni che vanno oltre: gli ultrà utilizzano

gli stadi per manifestazioni di potere'' l'ira del presidente

della Figc, Giancarlo Abete, che parla di ruolo "inaccettabile

dei tifosi in alcuni stadi. E ora vuole invertire la tendenza

"senza se e senza ma". Dando ai club il potere di vietare a vita

lo stadio a certi tifosi. Parole che non convincono lo scrittore

Roberto Saviano: "Genny la Carogna ? la comoda scorciatoia, ma

sono altri i responsabili dei disastri degli ultrà. Uno tra

tutti Giancarlo Abete" il j'accuse. "Roma non c'entra niente, la

città va rispettata" le parole di Francesco Totti in difesa

della Capitale con l'augurio che certi show al contrario non si

ripetano. La follia, il sangue. Il tifoso ferito intanto è stato

operato: l'intervento è andato benissimo, il conforto dei medici

ai genitori che hanno "perdonato" chi ha sparato. Ma la serata

sciagurata dell'Olimpico non può stavolta non lasciare il segno:

un ragazzo lotta in ospedale, e doveva solo andare a una partita

di pallone. Un altro di quello stadio è stato padrone. (ANSA).


Tua email:   Invia a: