CRAC SOPAF: ARRESTATI I FRATELLI MAGNONI, TRUFFA A ENTI. FRODE DA 79 MILIONI A CASSE GIORNALISTI, MEDICI E RAGIONIERI - GB: PRELIEVO FISCO IN CONTI CORRENTI EVASORI, POLEMICHE. COMMISSIONE PARLAMENTO CRITICA MISURA PROPOSTA DA GOVERNO

sabato 10 maggio 2014

CRAC SOPAF: ARRESTATI I FRATELLI MAGNONI, TRUFFA A ENTI

FRODE DA 79 MILIONI A CASSE GIORNALISTI, MEDICI E RAGIONIERI

   (ANSA) - MILANO, 9 MAG - Non solo le responsabilita' per ''il

dissesto'' di una holding finanziaria, attraverso una serie di

''episodi distrattivi e dissipatori'', ma anche l'utilizzo in un

''piu' ampio e consolidato quadro criminale'' della societa' per

arricchirsi attraverso frodi fiscali e soprattutto truffe per un

totale di 79 milioni di euro ai danni delle casse previdenziali

di giornalisti, medici e ragionieri. Sono queste, in sostanza,

le accuse che hanno portato in carcere stamani i tre fratelli

Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest'ultimo,

Luca, ossia gli eredi di una famiglia che ha avuto un ruolo da

protagonista in numerose vicende finanziarie degli ultimi

cinquant'anni, dalla Banca Privata Italiana di Michele Sindona

alla Bpi di Gianpiero Fiorani fino alla Lehman Brothers.

   L'inchiesta, coordinata dal pm di Milano Gaetano Ruta e

condotta dai militari del Nucleo speciale di polizia valutaria

della Gdf, vede al centro il crac della holding Sopaf e le

accuse sono bancarotta fraudolenta, associazione per delinquere,

truffa aggravata, appropriazione indebita, frode fiscale e

riciclaggio. Secondo le indagini, in particolare, i fratelli

Magnoni, personaggi molto noti della finanza italiana, avrebbero

distratto oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf,

'storica' societa' di intermediazione e amministrazione

finanziaria fondata nel capoluogo lombardo nel 1980, poi quotata

anche in Borsa e in regime di concordato preventivo dal febbraio

2013. Inoltre, i Magnoni, come si legge nelle carte

dell'inchiesta, avrebbero realizzato ''piu' truffe ai danni di

terzi, sempre connotate da danni patrimoniali di rilevante

gravita' e, correlativamente, da ingenti guadagni illeciti'': una

connessa ad ''un investimento immobiliare, ai danni della Cassa

di Risparmio di Ferrara, con un illecito guadagno di 17 milioni

di euro; piu' truffe ai danni di enti previdenziali (Enpam e

Inpgi)'', le casse dei medici e dei giornalisti, ''nella

negoziazione di strumenti finanziari denominati FIP, con un

illecito guadagno pari a 27 milioni di euro''. E in piu', come

chiarisce il pm, ''abusando delle disponibilita' economiche

raccolte nell'ambito della attivita' di Adenium Sgr S.p.a.

(interamente controllata da Sopaf S.p.a.), si appropriavano

indebitamente della somma complessiva di 52 milioni di euro

conferita dalla Cassa di Previdenza e Assistenza dei Ragionieri

e dei Periti Commerciali, trasferendo le somme sottratte a piu'

riprese, estero su estero, in modo da occultarne la provenienza

delittuosa e agevolarne il riciclaggio ed il reimpiego una volta

rientrate in Italia''.

   Giorgio Magnoni, 74 anni, figlio di Giuliano che fu socio e

consuocero del banchiere e 'bancarottiere' siciliano Sindona,

sarebbe stato il ''capo'' dell'associazione per delinquere,

attiva tra il 2005 e il 2013, e avrebbe presieduto ''a tutte le

attivita' illecite del gruppo coordinandone la strategia e

stabilendo tempi e modi di attuazione delle operazioni'', mentre

il fratello Ruggero, che e' stato vice presidente Europa di

Lehman Brothers, ha lavorato in Nomura Italia e ha partecipato

anche alla scalata Telecom, avrebbe collaborato ''in particolare

nella costruzione di operazioni finanziarie finalizzate al

conseguimento di profitti illeciti''. Il figlio di Giorgio

Magnoni, Luca, invece, stando all'imputazione, ''assisteva e

collaborava in tutte le attivita' illecite dell'associazione,

condividendone l'attuazione con gli altri membri''. Aldo

Magnoni, che e' stato ideatore dell'Oak Fund nella scalata

Telecom, era ''deputato a seguire le operazioni immobiliari,

curava le attivita' connesse alla realizzazione di guadagni in

pregiudizio delle controparti negoziali ed al loro

occultamento''.   Arrestati su ordinanza del gip di Milano Donatella Banci

Buonamici anche Andrea Toschi, che e' stato presidente di Arner

Bank, Alberto Ciamperoni, ad della societa' di gestione risparmio

Adenium, e Gianluca Selvi, dominus della societa' Hps. Per

portare all'estero i soldi l'associazione si sarebbe avvalsa "di

gruppi criminali organizzati impegnati in attivita' criminali in

piu' di uno Stato (localizzati almeno in Italia, Austria,

Svizzera, Madeira, Lussemburgo, Isole Bermuda, Isole Mauritius)

e rappresentati da soggetti dediti ad operazioni di

riciclaggio-occultamento di denaro di provenienza illecita,

attraverso strutture professionali e finanziarie tra loro

collegate''. La Gdf ha sequestrato 65 immobili, la maggior parte

nel centro di Milano e riconducibili agli indagati, una decina

in tutto oltre agli arrestati, villette residenziali,

autovetture ed ha bloccato oltre 250 rapporti bancari in varie

parti d'Italia.(ANSA).

 

GB: PRELIEVO FISCO IN CONTI CORRENTI EVASORI, POLEMICHE

COMMISSIONE PARLAMENTO CRITICA MISURA PROPOSTA DA GOVERNO

   (di Alessandro Carlini)

   (ANSA) - LONDRA, 9 MAG - E' scontro nel Regno Unito per il

controverso piano del governo britannico che vuole autorizzare

il fisco al prelievo forzoso nei conti correnti di chi non ha

pagato le tasse. Annunciato dal ministro del Tesoro, George

Osborne, gia' nella manovra finanziaria lo scorso marzo, e' stato

duramente criticato da una commissione Parlamentare, che si e'

detta ''molto preoccupata'' per l'iniziativa, sottolineando che

c'e' il rischio elevato di errori ed abusi ai danni dei

contribuenti.

   "La possibilita' di avere accesso diretto ai milioni di conti

dei contribuenti solleva dubbi sul rischio di frodi ed errori'',

si legge nel rapporto presentato dai deputati britannici.

Immediata la reazione del premier David Cameron, che ha difeso a

spada tratta la sua proposta, parte importante di un ampio

pacchetto per contrastare evasione ed elusione fiscale.

''Dobbiamo scegliere. Se non riscuotiamo le tasse in modo

corretto e non siamo sicuri che i contribuenti paghino le tasse,

allora avremo il problema di dover alzare le tasse'', ha

affermato il primo ministro, sottolineando di essere sicuro che

il Tesoro pensera' con attenzione a tutti i dettagli. Il piano

prevede che il prelievo si applichi ai contribuenti che devono

piu' di 1.000 sterline allo Stato. Deve riguardare debiti di

lungo periodo e che non sono stati pagati dopo l'invio di almeno

quattro richieste. L'agenzia delle entrate, inoltre, deve

garantire che sui conti del debitore restino almeno 5.000

sterline dopo che e' stato compiuto il prelievo. Al momento, lo

Stato puo' intervenire in modo forzoso solo con l'autorizzazione

di un tribunale. Il Fisco di Sua Maesta' ha ammesso questa

settimana che le nuove misure dovrebbero riguardare un numero

limitato di persone, circa 17mila.

   Lo scontro ha scatenato una serie di reazioni di politici ed

esperti. ''E' sconvolgente, ora il fisco ti fa una richiesta e

dice 'mi devi denaro, sei colpevole, provami la tua

innocenza''', ha detto Nigel Farage, leader dell'euroscettico

Ukip. Secondo Eamonn Butler, direttore del think tank Adam Smith

Institute, questi poteri per il fisco sono "una palese e

pericolosa violazione del diritto", che va contro il principio

di presunzione d'innocenza. Il piano ora iniziera' la fase delle

consultazioni e, se approvato dal Parlamento, entrera' in vigore

nell'anno fiscale 2015-16. (ANSA)

 


Tua email:   Invia a: