GDF, CARRIERE E CORDATE NEL MIRINO DELLA PROCURA. LA CRICCA DELLA FINANZA INFLUIVA SULLE NOMINE (Il Mattino)

domenica 15 giugno 2014

Il Mattino - 14 giugno 2014

La cricca della Finanza influiva sulle nomine

GDF, CARRIERE E CORDATE NEL MIRINO DELLA PROCURA

di Leandro Del Gaudio

Ritorsioni e promozioni di carriera. C'è anche questo nelle indagini che fanno tremare un pezzo di gerarchia interna alla Guardia di Finanza. Ritorsioni, promozioni, cordate. È un capitolo che emerge dalla ricostruzione fatta dalla Procura sul ruolo del colonnello Fabio Mendella, il comandante provinciale di Livorno arrestato mercoledì mattina assieme all'amico commercialista Pietro De Riu. Ore frenetiche a Napoli, c'è attenzione per gli interrogatori di garanzia di questa mattina, dinanzi al gip Dario Gallo. Chiara la ricostruzione dell'accusa: il duo Mendella-De Riu avrebbe costretto l'imprenditore Giovanni Pizzicato a versare un milione di euro, in cambio di accertamenti morbidi sulle aziende di un gruppo specializzato nel commercio del ferro. Qualcosa in più di un episodio singolo, sembra di capire alla luce delle conclusioni investigative spedite dalla Procura di Napoli al gip Gallo. Capitolo esigenze cautelari, il pm è chiaro, alla vigilia dell'interrogatorio di garanzia che si terrà questa mattina in una cella del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere: in gioco ci sono anche possibili condizionamenti verso ufficiali e sottufficiali, che potrebbero essere ascoltati in questa storia di presunte mazzette, di imprenditori decisi a farsi avanti e a raccontare altri retroscena. Inchiesta condotta dall'aggiunto Vicenzo Piscitelli e dal pm Henry John Woodcock, c'è la convinzione che nelle alte sfere delle Fiamme Gialle contino i rapporti di forza, equilibri dettati da forme di condizionamento tutt'altro che cristallini. Scrivono i pm, a proposito di Mendella: «Riveste una posizione all'interno del corpo che gli consente di muoversi in posizione di supremazia gerarchica nei confronti di altri ufficiali e sottufficiali, che hanno posto in essere le operazioni connesse alle attività di verifica», e quindi «dallo stesso (cioé dal Mendella) concretamente manipolabili con la prospettiva di ritorsioni o promozioni di carriera». Un ragionamento che potrebbe essere ricondotto anche ad altre sfere, in una sorta di indagine di sistema. Non è un caso che, nel corso della stessa vicenda, risulta coinvolto anche il comandante in seconda Vito Bardi, raggiunto da un decreto di perquisizione con l'accusa di corruzione, proprio per i suoi rapporti con Mendella, in una vicenda in cui sono stati ascoltati altri imprenditori, ma - soprattutto - anche altri ufficiali delle fiamme gialle. Difeso dai penalisti Gaetano Balice e Vincenzo Maria Siniscalchi, Bardi ha rivendicato anche ieri la correttezza della propria condotta, ribadendo la «sofferta calma» e fiducia nei confronti degli accertamenti della Procura di Giovanni Colangelo. Non è tutto: Bardi ha avanzato richiesta di interrogatorio verso i pm di Napoli, ripercorrendo idealmente la sua lunga carriera: «In 47 anni, io sempre leale - ha spiegato - sono pronto a fornire ogni chiarimento». Intanto, vanno avanti anche indagini di natura patrimoniale, che prendono le mosse dai conti correnti di Mendella, ma anche dai beni riconducibili ai genitori dell'ufficiale finito agli arresti. Tra il 2007 e il 2011, Mendella avrebbe acquistato un immobile a Rivisondoli, uno a Roma e un altro a Fondi, fino a spendere 780mila euro, «nel periodo in cui avrebbe goduto dei sistematici illeciti versamenti degli imprenditori Pizzicato». Inchiesta di sistema, dunque, come scrivono i pm: «Le condotte di Mendella sono maturate nel contesto della più ampia e strutturata organizzazione del Corpo della Guardia di Finanza dove le indagini devono necessariamente proseguire per individuare sia le complicità individuali di altri soggetti, sia gli eventuali episodi relativi a condotte analoghe». 


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