LETTERA DI UN FINANZIERE PRIMA ACCUSATO E POI SCAGIONATO: “HO CONSTATATO COME IL SISTEMA FUNZIONI PERFETTAMENTE CON I POVERACCI. MA ORA CHI MI RESTITUIRA’ CIO’ CHE HO PERSO?”

domenica 22 giugno 2014

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera giuntaci da un Ispettore della Guardia di finanza in relazione ad una sua travagliata vicenda penale, conclusasi positivamente; il titolo è della redazione del sito.

 

Una battaglia di civiltà?

Sono entrato, mio malgrado, nei perversi meccanismi del sistema giudiziario italiano che, quando si tratta di perseguire un appartenente ai Corpi di Polizia, non lesina mezzi e risorse, anzi… per usare le parole del mio legale: “Nei suoi confronti hanno utilizzato tutti gli strumenti di indagine previsti dal Codice” oppure, per utilizzare la frase di uno dei colleghi che ha eseguito le perquisizioni (in ufficio, nella mia abitazione ed in banca): “se si tratta di dare addosso ad un delinquente, non c’è personale ne tantomeno mezzi, se si tratta di uno di noi c’è tutto”.

Agli albori delle mie tragiche vicende (temporalmente collocabili alla metà del 2008, allorquando mi è stata notificata a mezzo servizio postale la richiesta di proroga delle indagini preliminari), che si riferivano a presunti fatti corruttivi avvenuti “””dal 2002 ad almeno tutto il 2007”””, per i quali peraltro non c'è mai stato alcun tipo di "pubblicità" esterna, diversi inqualificabili personaggi, per pura cattiveria gratuita, si sono coalizzati per danneggiarmi (due trasferimenti in tre mesi, due punizioni in un giorno, due abbassamenti nelle note caratteristiche in tre mesi, etc. etc.): trattasi forse di legittimi comportamenti posti in essere da una Amministrazione che cerca di tutelare la propria immagine?????

Dopo circa quattro anni e mezzo, le mie vicende penali si sono concluse con la mia piena assoluzione. Peraltro, specifico che in ambito processuale il PM mi ha chiesto personalmente scusa per i danni arrecatimi e lo ha fatto ufficialmente chiedendo la mia assoluzione; altrettanto ha fatto il Presidente della Sezione del Tribunale, dando lettura del dispositivo di sentenza nell'ambito dell'udienza, dimezzando così facendo il termine per proporre appello (che comunque nessuno avrebbe proposto visto che a chiedere la mia assoluzione è stato lo stesso PM). Non voglio tediare nessun con altri pur rilevanti particolari, perchè il fine che intendo perseguire è un altro.

Essendo la giustizia una chimera, a meno di poter disporre di molto denaro (che nonostante i miei sei anni di presunta attività corruttiva non avevo e non ho), di tempo a sufficienza e di fortuna nell'appoggiarsi a professionisti capaci, ho dovuto fare più volte passi indietro in quanto pur vantando in astratto dei diritti non ho potuto esercitarli per le carenze innanzi dette (d'altra parte “campare” una famiglia con il solo mio stipendio non è semplice).

Allorquando mi sono ripreso dallo stordimento iniziale, sono riuscito a presentare, per il tramite di legali amministrativisti poi risultati principalmente interessati al guadagno e dotati di non molte capacità professionali, tre ricorsi al Tar (uno per un trasferimento di Reparto, uno per le note caratteristiche infamanti ed un altro per il mancato avanzamento a Maresciallo Aiutante - questi ultimi due sono stati accorpati e trattati in unica soluzione), con i seguenti esiti:

- quello del trasferimento è stato giudicato un atto illegittimo della PA ma, con decisione assurda, sono state compensate le spese e, quindi, ho dovuto pagarmi il legale. Bontà loro ... pronunciarsi dopo oltre 4 anni dagli eventi per darmi una ragione che non ha più alcun tipo di valore!!! È sicuramente una sentenza che rincuora ed aiuta a credere nella giustizia, non convenite?

- il secondo, per il quale persiste il mio attuale interesse, con una sentenza alquanto discutibile se non assurda, la stessa Sezione del Tar mi ha dato torto (dovrò nuovamente pagare gli pseudo professionisti, così al danno si aggiunge, come di solito, anche la beffa. Ma tant'è, siamo in Italia ...). Dovrei, a riguardo, valutare la possibilità - cambiando ovviamente professionisti - di proporre ricorso in 2° grado, con tutti gli aggravi di costi facilmente immaginabili.

Fatto questa (spero) breve premessa, vado a fare alcune considerazioni conclusive.

Il "sistema" funziona perfettamente (ovviamente soltanto nei casi che coinvolgono dei poveracci come noi e non anche in tutti i casi - leggi vicende attuali che vedono coinvolti i nostri inamovibili vertici per i quali non valgono assolutamente le stesse regole!!!!) quando è nella necessità di "tutelarsi" (nella maggior parte dei casi, ai provvedimenti che sarebbero obbligatori si aggiunge la cattiveria gratuita di esseri indegni di rivestire qualsiasi tipo di divisa) ma non altrettanto quando le vicende che sono all'origine si concludono con esito favorevole al militare.

Non soltanto deve essere l’interessato a dare inizio, con molteplici istanze, ai vari tentativi di ripristinare la situazione ante problemi giudiziari (cosa non del tutto realizzabile, visto che la propria dignità è stata comunque lesa in modo irreparabile agli occhi dei propri cari, dei colleghi di lavoro, vicini di casa, dipendenti di Banca, etc), ma non sempre questi tentativi sortiscono l'effetto voluto. In pratica e di fatto, si rimane "appestati" a vita per fatti dai quali si è stati completamente assolti.

Tanto per riferirmi alle mie vicende personali:

1. Ho fatto istanza per la corresponsione del FAF ma, a causa della lunghezza del procedimento instaurato dall'Interregionale (che per quanto ne so nel mio caso, assoluzione completa, non avrebbe neanche dovuto iniziarlo), mi è stato negato;

2. Ho fatto istanza per il rimborso delle spese legali e, pur essendo stata riconosciuta congrua ed interamente accolta, a distanza di diversi mesi non mi sono state ancora liquidate (a distanza di circa due anni dalla conclusione del processo con l'avv. che, giustamente, mi chiede notizie in merito e che devo tacitare in qualche modo);

3. Gli esiti altalenanti dei ricorsi di cui sopra mi fanno presumere (a meno di ricorso in 2° grado con esito positivo) che il passaggio a MA avverrà (forse) tra molti anni (me lo ha gentilmente confermato un collega deputato agli avanzamenti). Mi fermo qui.

Il mio (anche) sfogo è finalizzato ad imbastire una discussione che mi auspico possa contribuire a rendere “pubblica” la problematica in questione e, chissà, contribuire a rendere il procedimento di "riabilitazione" automatico come quello di "distruzione".

Non so se questo sarà possibile e molto probabilmente io non ne sarò beneficato, ma sarebbe un giusto risultato da conseguire per dare una speranza di giustizia a chi in questa crede e si impegna quotidianamente a viverla, con tutte le stridenti contraddizioni interne.

Lettera firmata


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