I FINANZIERI SONO TUTTI UGUALI, MA QUALCUNO E’ PIÙ UGUALE DI ALTRI. TUTTI SPECIFICI O TUTTI OMOLOGATI: PER LA GDF E’ ORA DI UNA SVOLTA NETTA NELL’INTERESSE DEL PAESE - di Francesco Zavattolo e Roberto Tofanelli
Pubblichiamo un pensiero di Francesco Zavattolo e Roberto Tofanelli sulla situazione retributiva nella Guardia di finanza, dopo le recenti e positive novità che hanno riguardato gli Ufficiali del Corpo; il titolo è della redazione del sito.
Nessuna pietà! Il blocco stipendiale vale per tutti, non c’è specificità che tenga, il Paese è sul baratro, serve senso di responsabilità! Tutti devono partecipare al risanamento dei conti pubblici. Ma le cose non sono andate proprio così ...
I Magistrati sono stati interamente esonerati dalla Corte Costituzionale, i dirigenti pubblici hanno salvato (in via interpretativa) le indennità di posizione, i dipendenti pubblici contrattualizzati (da ultimo il personale della scuola) hanno attenuato gli effetti del blocco utilizzando la contrattazione integrativa.
Al netto del blocco del turn-over (che non incide sulle buste paga) e della contrattazione collettiva (uguale per tutti), chi ha “potuto” ha eluso/attenuato gli effetti del blocco, utilizzando, legittimamente, tutti gli strumenti in suo possesso.
Tutti, tranne chi di strumenti non ne aveva e non ha, come il personale del comparto sicurezza e difesa. Così tutti i Finanzieri che hanno “disgraziatamente” maturato una promozione o un incremento stipendiale nel quadriennio 2011-2014 sono rimasti interamente attratti dal blocco, perché la loro dinamica di carriera e di retribuzione è interamente specifica e l’assenza della contrattazione integrativa ha impedito di attenuare gli effetti del blocco.
Sino a pochi giorni fa era esattamente così, da una parte gli “specifici” e dall’altra il resto del pubblico impiego. Fino a qualche giorno fa, appunto, quando anche ai dirigenti militari (Colonnelli e Generali) sono state riconosciute (con gli arretrati) le indennità “perequativa” e “di posizione”.
Un riconoscimento “sacrosanto”, visto che agli altri dirigenti pubblici le “omologhe” indennità non erano mai state bloccate, che mette però in evidenza tutte le contraddizioni e le distonie del modello organizzativo della Guardia di Finanza, figlio di tanti parziali interventi basati sul compromesso e sull’interesse particolare di questa o quella categoria di personale. Un modello ibrido e confuso che:
- è militare o “civile”, a seconda se conviene a questa o a quella categoria di personale;
- non è più adatto per la Guardia di Finanza e forse neanche per le Forze Armate e per l’Arma dei Carabinieri;
- deve far coesistere principi tradizionalmente militari (quali l’anzianità, l’autoreferenzialità e la poca trasparenza) con logiche manageriali (quali merito, qualità, trasparenza e partecipazione) lontanissime dal modello militare, ma ormai essenziali per la funzione di polizia economico-finanziaria;
- prevede una struttura ed una dinamica di carriera specifica basata, su numerose progressioni orizzontali (intra ruolo) legate quasi esclusivamente sull’anzianità e progressioni verticali (tra ruoli diversi) quasi inesistenti;
- prevede una dinamica retributiva specifica basata quasi esclusivamente sul grado e sull’anzianità, con due uniche eccezioni, una reale (le indennità “perequativa” e “di posizione”) per i dirigenti ed una ridicola (per importi) e solo “potenziale” (per utilizzo) per i non dirigenti: il c.d. Fondo Efficienza;
- costringe ad utilizzare in maniera distorta lo straordinario per recuperare le distonie derivate dalla piattezza delle retribuzioni;
- si dovrebbe basare sull’”esempio”, ma troppo spesso deborda nell’opportunismo.
Contraddizioni che producono distorsioni e distonie che il blocco stipendiale ha solo fatto emergere in maniera ancora più chiara ed evidente e che stanno progressivamente erodendo la funzionalità del Corpo. Alcuni esempi.
I dirigenti Gdf sono beneficiari di indennità c.d. “di sedia” (perequativa e posizione) come gli altri dirigenti pubblici, ma non dell’indennità di risultato, anche se sono responsabili di obiettivi.
I dirigenti Gdf, a differenza di quelli pubblici, beneficiano delle indennità operative o dello straordinario, istituti contrattuali tipici del personale non dirigente.
I dirigenti Gdf non sono contrattualizzati, ma siedono, anzi presiedono gli organismi di rappresentanza del personale.
Molti istituti di natura contrattuale, pur essendo validi per tutto il personale non dirigente, non vengono concretamente applicati al personale del ruolo “Ufficiali” direttivi (diritto allo studio, riposo compensativo, licenze straordinarie, ecc.).
Altre regole pattizie vengono concretamente applicate solo nei confronti del personale ISAF (es. obbligatorietà del recupero compensativo).
Molti Ufficiali direttivi rivestono, di fatto, posizioni dirigenziali (es. Comandante di Gruppo o di Compagnia), ma beneficiano di una retribuzione più bassa dei comandati; viceversa molti Ufficiali direttivi omogeneizzati (ovvero beneficiari de retribuzione dirigenziale) rivestono, di fatto, posizioni esecutive.
Nei gradi non dirigenziali non c’è più corrispondenza tra grado, funzione e retribuzione e così, per esempio, ci sono Marescialli che hanno la responsabilità di verifiche o indagini complesse e Luogotenenti che si occupano di “campi da tennis”.
Il 95% circa delle risorse destinate alla retribuzione del personale, sono disciplinate dalla contrattazione collettiva di comparto dove Difesa a Ordine Pubblico la fanno da padrone; risultato: nessuna indennità che remunera l’attività tipica del finanziere.
E potremo continuare. Una situazione che premia il personale meno produttivo e mortifica il personale onesto ed impegnato, che spinge a ricoprire incarichi di meno responsabilità, favorisce le creazione di sacche di inefficienza e produce fastidiose ed inaccettabili disparità di trattamento.
La specificità militare ha senso solo se produce effetti equilibrati sia dal punto di vista delle limitazioni sia dal punto di vista delle compensazioni economico-previdenziali e, soprattutto, se si basa sull’esempio e su poche regole chiare che valgono sempre e per tutti. Ma così non è, e forse non è mai stato.
Per la Gdf è giunta l’ora di scelte nette e precise: o si è tutti militari allo stesso modo o si è tutti "civili" allo stesso modo. Scelta che deve partire dalle funzioni demandate alla Guardia di Finanza e non dall’interesse particolare di questa o quella categoria di personale o da compromessi pensati per altre amministrazioni del comparto.
Francesco Zavattolo Segretario Generale Ficiesse
Roberto Tofanelli Presidente del Direttivo Nazionale Ficiesse