GUARDIA DI FINANZA UN GRANDE LAVORO (Lettera a Il Messaggero)
Il Messaggero - 10 luglio 2014
LETTERA
GUARDIA DI FINANZA UN GRANDE LAVORO
Scriviamo in merito alla lettera a firma del signor Paolo Allegri da Roma, pubblicata l'8 luglio scorso e titolato "Guardia di Finanza, troppi corrotti". Riteniamo doveroso precisare che i casi di corruzione che hanno colpito recentemente alcuni tra i più alti vertici della Guardia di Finanza costituiscono per gli appartenenti al Corpo, che rappresentiamo, in qualità di delegati del Consiglio Centrale di Rappresentanza, un grave problema a cui la Magistratura deve porre rimedio nel più breve tempo possibile! Massima fiducia quindi nella Magistratura inquirente, nella speranza che siano accertati i fatti in tempi brevi e che chi oggi è colpito da accuse di corruzione, paghi il conto con la giustizia, se verrà considerato colpevole, o sia riabilitato agli occhi dell'opinione pubblica se i suoi comportamenti dovessero essere ritenuti rispettosi del dettato normativo. Non dobbiamo dimenticare, invero, che i fatti sono ancora da accertare e che in questo Paese vige ancora e deve valere per tutti i cittadini la presunzione di innocenza, almeno fino al primo grado di giudizio. Non deve passare inosservato, inoltre, lo stato di declino morale che vive il Paese e la certezza che in una società in cui l'etica è di fatto ritenuta superflua e superata, tutti gli ambiti della stessa risentono negativamente della perdita dei valori. Con questo non si vogliono certamente giustificare eventuali atti contrari alla legge, soprattutto ogni qualvolta si dovesse accertare che tali atti siano commessi da chi è chiamato (e pagato) per combattere tali fenomeni. Non per nulla la Legge penale prevede nella commissione delle pene attenuanti ed aggravanti, che certamente verrebbero applicate in casi di questo genere, appesantendo le pene per i condannati. Detto questo, non possiamo non rilevare come fare di tutta l'erba un fascio sia estremamente ingeneroso, ma anche pericoloso; come atteggiamenti di accusa gratuita non rendano giustizia agli onesti né al Paese e come questo stesso comportamento sia condannabile agli occhi di quella stessa giustizia divina che viene richiamata dal signor Allegri, di cui capiamo lo scoramento come cittadino, ma di cui non possiamo accettare il qualunquismo gratuito che si abbatte come una mannaia sui finanzieri onesti. La Guardia di Finanza ha in sé la quasi totalità di personale che crede fermamente nel proprio lavoro e che ogni giorno svolge il proprio servizio con onestà ed intransigenza verso se stessi nell'espletamento del servizio e verso il cittadino quando lo stesso pone in essere comportamenti contrari alla sicurezza economico-finanziaria del nostro Paese. D'altro canto, conducendo essa stessa le inchieste richiamate dal lettore, ha dimostrato di volere saper fare chiarezza, senza riserva alcuna. Sarebbe più serio, invece, entrare nei meandri del sistema delle Amministrazioni pubbliche del nostro Paese per capire perché la corruzione dilaga e se il comparto sicurezza e la Guardia di Finanza in primis, abbiano per caso bisogno di un serio ammodernamento delle proprie strutture che, in alcuni casi, ancora non riconoscono al personale il diritto sacrosanto di poter fruire, nello svolgimento del proprio lavoro, di una tutela individuale. Dall'attuale stato delle cose, infatti, potrebbe nascere la facilità con cui una persona, dai vertici dell'Organizzazione, potrebbe ingerirsi nei processi operativi che non gli competono. La politica, purtroppo, continua a fare orecchie da mercante.
Daniele Tisci, Eliseo Taverna, Guglielmo Picciuto e Giovanni Cutrupi
Delegati Co.Ce.R. Guardia di Finanza