IL GOVERNO CAMBI ATTEGGIAMENTO. OCCORRE RISPETTO PER I LAVORATORI IN DIVISA. SULLA SICUREZZA SI AVVERTE INEQUIVOCABILMENTE UN VERO E PROPRIO DILETTANTISMO - di Vincenzo Vacca
Come noto, nelle ultime ore sono in atto veementi proteste che si stanno verificando dopo che il Governo, a conclusione di una altalena di dichiarazioni da parte di autorevoli esponenti governativi, ha definitivamente e ufficialmente dichiarato che ci sarà, almeno per un altro anno, il blocco dei rinnovi contrattuali relativi alla Pubblica Amministrazione e, naturalmente, anche per le Forze di Polizia e degli altri Corpi militari.
Inoltre, ancora non si è capito se tale mancato rinnovo afferisce anche la prosecuzione del blocco degli automatismi previsti dall’attuale contratto. Insomma regna sovrano il caos. Si ha la netta sensazione che i Ministri competenti straparlano dei rinnovi contrattuali senza avere una esatta conoscenza di quello che dicono.
Io credo che, anche se indubbiamente la delusione e la rabbia (purtroppo siamo presenti di fronte a una vera e propria rabbia) degli operatori della sicurezza siano originate dalla decisione delle mancate progressioni economiche, il senso di frustrazione è scaturito anche e soprattutto da un comportamento pressappochista messo in luce da parte della compagine governativa.
Nell’ambito delle questioni inerenti la sicurezza si avverte inequivocabilmente un vero e proprio dilettantismo, perché rispetto a soggetti investiti di delicate funzioni Istituzionali non si possono farfugliare generiche intenzioni di riforma (come del resto anche nei confronti dell’opinione pubblica che rivendica giustamente un proprio diritto ovvero quello alla sicurezza) e, di fronte a sacrosante aspettative economiche così lungamente rinviate e così lungamente accettate per senso di responsabilità Istituzionale non si può essere così bizantini per mesi per poi concludere che non se ne fa niente.
Al fine di non ferire la dignità degli appartenenti alle Forze di Polizia ai quali non si può dire tutto e il contrario di tutto per così tanto tempo, era ed è necessario da parte del Governo convocare i sindacati di Polizia e le Rappresentanze Militari per cercare insieme delle soluzioni ragionevoli pur in considerazione della difficilissima situazione economica che il Paese sta vivendo. Gli operatori della sicurezza, oltre al fatto che sono capaci di alzare il proprio sguardo e di non curarsi solo del proprio “particulare”, hanno mogli e figli che vivono quotidianamente lo spettro della disoccupazione e/o il dramma della ricerca di una prima occupazione e, quindi, non sono indifferenti a serie politiche economiche nazionali ed europee volte a superare la drammatica crisi economica.
In questo articolo non affrontiamo l’importante e autorevole aspro dibattito che è in corso a livello europeo circa l’opportunità di continuare con politiche di austerità, dato il plateale fallimento di queste ultime e,quindi, emerge la necessità di intraprendere politiche economiche espansive.
A questo proposito sorge spontanea una domanda: se non si fa altro che dire che devono ripartire i consumi interni, la decisione di non rinnovare il cennato contratto non aggrava la grave stagnazione economica che stiamo vivendo ormai da troppi anni?
Il Governo fino a poco tempo aveva annunciato misure finalizzate a razionalizzare l’impiego delle varie forze di Polizia, ma evidentemente anche in questo caso ha dimostrato di soffrire di una malattia e cioè quella dell’”annuncite” come è stato scritto da importanti testate nazionali. Si annuncia una misura e poi se ne perdono le tracce. Questo provvedimento, tutto da articolare dettagliatamente, avrebbe anche comportato, naturalmente, un risparmio di spese che avrebbe dato una maggiore possibilità per venire incontro alle richieste di natura contrattuale.
Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che non si possono accettare ricatti, invece bisognerebbe capire che, al di là di qualche tono eccessivo, le reazioni che si stanno verificando in questi giorni sono inevitabili se si continua su questa strada.
I lavoratori in divisa chiedono semplicemente che il loro duro impegno quotidiano venga rispettato e non lo si rispetta quando ci si rapporta con loro con questo livello di improvvisazione governativa.
Vincenzo Vacca
Segretario nazionale Ficiesse