POLIZIA: SBLOCCO DEGLI STIPENDI IN CAMBIO DI RISPARMI (Sole 24 Ore)

giovedì 18 settembre 2014

 

Sole 24 Ore - 18 settembre 2014

POLIZIA: SBLOCCO DEGLI STIPENDI IN CAMBIO DI RISPARMI

Soluzione in vista per gli stipendi dei poliziotti. In cambio dello sblocco delle retribuzioni e dell'equiparazione a gradi e anzianità, il Governo chiede risparmi per 450 milioni.

di Marco Ludovico

Roma - Soluzione in vista per lo sblocco degli stipendi del comparto difesa e sicurezza. Dal 1° gennaio 2015 dovrebbero, senza gradualità o limitazioni, ripartire gli stipendi equiparati ai gradi e gli scatti di anzianità: in ballo ci sono circa 850 milioni di euro da destinare alle buste paga delle forze armate, di polizia e ai vigili del fuoco. Non ci saranno arretrati o recuperi ma, dopo quattro anni di tetto salariale - imposto alla fine del 2010 dall'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti - l'attuale previsione di governo è dunque che dall'anno prossimo si ripristina tutto e si rientra nella normalità: stop, in particolare, alle promozioni bianche, cioè quelle giuridiche senza il corrispondente aumento economico. Davanti a questo intervento, che sembra ormai più che probabile, palazzo Chigi e l'Economia hanno chiesto però alle amministrazioni interessate - Interno e Difesa soprattutto - di dare un contributo specifico al processo di risanamento finanziario in atto. Certo, alla Ragioneria generale dello Stato è noto che, con l'attuale legislazione, lo sblocco degli stipendi del comparto è già finanziato per il 2015, come ha scritto in una circolare esplicativa del Def (si veda II Sole 24Ore del 9 settembre). Ma, oltre alla riduzione della spesa del 3%, che riguarda tutta la Pa, il comparto difesa e sicurezza dovrà fare un'ulteriore spending review con la rinuncia a circa 450 milioni. Fondi già accumulati e in bilancio, destinati al riordino delle carriere del personale (238 milioni), più 19 milioni di rimanenze, mentre gli altri 200 milioni circa sono stati conteggiati con il blocco del turn over nel 2015. Si conferma così una linea già intravista (si veda II Sole 24 Ore del 7 settembre): il premier Matteo Renzi non ha alzato un muro contro le richieste del personale ma ha voluto marcare le distanze dalla protesta sindacale e dei Cocer- lo ha fatto a più riprese - culminata con la minaccia, mai avvenuta prima d'ora, dello sciopero. Così, d'intesa con il titolare dell'Economia, Pier Carlo Padoan, palazzo Chigi ha collocato la misura dello sblocco degli stipendi nel contesto più ampio del processo di risanamento che sarà sancito dalla prossima legge di stabilità. Ieri, del resto, della questione si è discusso a palazzo Chigi in una riunione tra il sottosegretario alla presidenza, Luca Lotti, e i ministri Angelino Alfano (Interno), Roberta Pinotti (Difesa), Padoan e d'intesa con il guardasigilli Andrea Orlando. Guarda caso, l'incontro è avvenuto prima che Cocer e sindacati di polizia incontrassero, in serata, l'ex premier Silvio Berlusconi. Il leader di Fi ha espresso tutto il suo sostegno ai rappresentanti di agenti e militari e ha aggiunto che Renzi lo autorizzava a riferire che, in cambio della rinuncia alla protesta, il premier li avrebbe ricevuti. Già in serata sono giunti i primi segnali positivi da parte di sindacati e Cocer ed è molto probabile che gran parte delle agitazioni rientri. Lo stesso Alfano ha affermato che «è stata confermata la decisione di risolvere la questione del tetto salariale e retributivo. Il lavoro per reperire le risorse è positivamente avviato». E sui sindacati ha poi aggiunto: «Sono convinto che, scongiurata l'idea dello sciopero come minaccia, possa esserci un incontro anche con il presidente del Consiglio».

 


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