AUDIZIONE DEL GEN. CAPOLUPO IN SENATO SUL RUOLO DEL COMPARTO AERONAVALE DELLA GUARDIA DI FINANZA

venerdì 03 ottobre 2014

Pubblichiamo il resoconto sommario del 1 ottobre 2014 della Commissione Difesa del Senato, la quale ha ascoltato il Comandante Generale della Guardia di finanza nell’ambito dell'indagine conoscitiva sulle prospettive di riordino del Corpo delle capitanerie di porto,

Saverio Capolupo conferma, e rincara con forza, le posizioni già espresse dal Cocer delle Fiamme Gialle lo scorso 15 luglio circa l'importanza strategica del Comparto Aeronavale della Guardia di Finanza.

In un momento così delicato per il Paese pensare di creare una sesta forza di polizia di rilievo nazionale, quale vorrebbe divenire la Guardia Costiera, è pura follia. Semmai, in un ottica di razionalizzazione della spesa pubblica, è giunto il momento di cominciare ad addensare funzioni e competenze in precisi e circoscritti Corpi dello Stato, facendo confluire mezzi, risorse e uomini nelle strutture che hanno maggiori attribuzioni, funzioni e competenze. 

F.Z.

 

 

Legislatura 17ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 88 del 01/10/2014


Seguito dell'indagine conoscitiva sulle prospettive di riordino del Corpo delle capitanerie di porto: audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, generale di corpo d'armata Saverio Capolupo   

 

            Prosegue l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 16 luglio.

 

     Il presidente LATORRE rivolge un indirizzo di saluto al generale Capolupo, ringraziandolo per la sua disponibilità e cedendogli contestualmente la parola per lo svolgimento del suo intervento.

 

            Il generale CAPOLUPO illustra innanzitutto il ruolo che la Guardia di finanza assolve in mare e quali sono, in concreto, le sue linee d’azione.

            Nel dettaglio, la missione istituzionale affidata al Corpo dal legislatore si caratterizza per identità di contenuti sia che si sviluppi a terra, sia che si esplichi sul mare che negli spazi aerei sovrastanti. Il decreto legislativo n. 68 del 2001, infatti, assegna alla Guardia di finanza, in mare, la funzione esclusiva di polizia economico-finanziaria, cui si aggiunge il contrasto dei traffici illeciti, nel quadro del sistema di coordinamento fra le Forze di polizia previsto dalla legge n. 121 del 1981, oltre alla partecipazione -concorsuale- all’attività di soccorso. Si tratta pertanto degli stessi compiti che coinvolgono la responsabilità della Guardia di finanza sulla terraferma, nell’ambito di un dispositivo organizzativo ed operativo unitario.

            Questa unicità di ruolo e di linee d’azione -sul territorio e a mare- trova due ulteriori, importanti punti di saldatura: il primo è rappresentato dalle qualifiche di polizia giudiziaria a proiezione generale; il secondo è dato invece dalle capacità investigative maturate in decenni di indagini (svolte sotto la direzione della magistratura e con il ripetuto ricorso a tutte le tecniche istruttorie previste dal codice di rito), per il contrasto ai traffici di droga, di esseri umani, di tabacchi lavorati, di armi e di merce contraffatta. Traffici che, in massima parte, originano oltre mare e transitano per il mare, ma che producono i loro effetti all’interno del territorio e che fanno capo ad organizzazioni criminali transnazionali la cui scoperta e disarticolazione presuppone un’azione operativa in grado di svilupparsi con la massima e rapida integrazione fra dispositivo di vigilanza a mare e strutture investigative sul territorio.

            Tale circostanza, peraltro, è dimostrata da numerose operazioni svolte. A titolo di esempio, rilevano quella condotta ad aprile dello scorso anno culminata nel sequestro oltre 15 tonnellate di hashish a bordo della motonave "Adam", battente bandiera delle isole Comore, e la successiva cattura delle imbarcazioni "Osamn Hasleter", battente bandiera turca, "Goldstar" con bandiera della Tanzania, "Abou Cherif" e "Amir Kaled", il primo battente bandiera egiziana ed il secondo privo di segni identificativi.

            Risale al 23 giugno scorso, poi, la complessa operazione, culminata col fermo della motonave "Aberdeen", battente bandiera del Togo e all’arresto dei 16 componenti dell’equipaggio. Le indagini hanno inoltre permesso, soltanto cinque giorni dopo, di organizzare un’articolata manovra di pattugliamento aeronavale di una vasta area del Mediterraneo occidentale per intercettare in acque internazionali un’altra motonave con bandiera del Togo, la "Just Noran", con a bordo 1023 colli per un complesso di quasi 29 tonnellate di hashish. Nel mese di luglio è stata, infine, sequestrata la motonave moldava "Zakmar" con il suo carico di oltre 7 tonnellate di stupefacente, intercettata a mare a circa 170 miglia a sud-est di Pozzallo con 11 soggetti tratti in arresto.

            Le operazioni citate, peraltro, non esauriscono lo scenario operativo in cui si muove l’apparato aeronavale del Corpo, atteso il perdurare dei traffici di marijuana dall’Albania e di cocaina dal Sud America, rispettivamente, verso le coste pugliesi e laziali.

            In tale ambito, il coordinamento delle grandi operazioni sul mare e la ricognizione aeromarittima a largo raggio fanno capo al Comando operativo aeronavale di Pratica di Mare, da cui dipendono i Gruppi aeronavali di Cagliari, Messina e Taranto e il Gruppo esplorazione aeromarittima, anch’esso con sede a Pratica di Mare.

            La Guardia di finanza, inoltre, è parte molto attiva del circuito di cooperazione europea per l’interdizione del traffico di migranti sotto l’egida di FRONTEX, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione, ed ha preso parte, negli ultimi cinque anni, a 20 diverse attività della specie.

            Parallelamente, sono state, nel tempo, rafforzate le sinergie operative con i principali organismi nazionali ed europei preposti all’attività di analisi e di investigazione sul traffico di stupefacenti via mare, fra cui la Direzione centrale servizi antidroga, le amministrazioni doganali e di polizia francesi e spagnole, il Centro di analisi e coordinamento del contrasto ai traffici provenienti dall’Oceano Atlantico di Lisbona e l’omologo Centro per i traffici nel Mediterraneo di Tolone.

            La capacità del Corpo di valorizzare al meglio questo patrimonio di relazioni sia interne che internazionali, mediante l’integrazione fra le componenti aeronavale e terrestre, trova conferma negli straordinari risultati conseguiti, tra cui spicca l’operazione svolta lo scorso anno con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Lecce denominata "Sveti Nikola", dall’omonima isola montenegrina da cui partivano potenti scafi per scaricare sigarette sulle coste brindisine e del sud barese, intercettati in mare dalle unità navali della Guardia di finanza su segnalazione dei reparti di terra che conducevano le investigazioni, concluse, poi, con 40 arresti ed il sequestro complessivo di 13 tonnellate di tabacchi.

            Inoltre -prosegue l'oratore- va evidenziato che l’esperienza sviluppata nella cooperazione sovranazionale ha permesso ai reparti aeronavali del Corpo di maturare una grande padronanza degli strumenti previsti dalle Convenzioni delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay del 1982, contro il traffico di stupefacenti firmata a Vienna nel 1988 e contro la criminalità organizzata transnazionale sottoscritta a Palermo nel dicembre 2000, con il "Protocollo addizionale" riguardante il traffico di migranti.

            La sinergia fra le componenti territoriale ed aeronavale non è tuttavia esclusiva dell’azione di contrasto ai traffici internazionali: le stazioni navali e le sezioni aeree, infatti, coordinandosi sempre con i reparti territoriali ed i nuclei di polizia tributaria, forniscono un importante contributo al conseguimento degli obiettivi assegnati dal ministro dell’Economia e delle finanze con la direttiva annuale per l’azione amministrativa e la gestione, soprattutto nel campo dell’evasione fiscale, del sommerso di lavoro, del contrabbando doganale, delle truffe sui finanziamenti pubblici, della tutela ambientale.

            I principali campi d’azione sono i casi di fittizia intestazione a società di imbarcazioni in realtà utilizzate per scopi personali o di impiego di unità da diporto per finalità commerciali, che hanno riflessi sulla corretta applicazione della normativa in tema di imposte dirette e indirette; l’indebito utilizzo di prodotti energetici per i quali sono previste agevolazioni in materia di accise; l’impiego di personale "in nero" a bordo delle navi; i casi di illegittima percezione di contributi a carico del bilancio nazionale ed europeo previsti per gli operatori del settore marittimo e della pesca; le violazioni alla normativa ambientale e i connessi illeciti di natura fiscale e finanziaria. Inoltre, le unità aeronavali del Corpo sono parte attiva di un continuo scambio informativo con i reparti territoriali, ai quali comunicano, attraverso un apposito canale telematico, elementi indicativi di un elevato tenore di vita fortemente sperequato rispetto ai redditi dichiarati, utilizzati per la selezione dei soggetti connotati dai più alti indici di possibile evasione fiscale, da sottoporre a mirati approfondimenti.

            Questo interscambio, che prende le mosse dalle disposizioni della legge 6 agosto 2008, n. 133, in tema di potenziamento del metodo di determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche, ha anche permesso lo sviluppo di campagne di controllo a livello nazionale coordinate dal Nucleo speciale entrate della Guardia di finanza (Progetto PERSEO).

            Gran parte degli elementi indicativi di alta capacità contributiva, acquisiti anche dai reparti aeronavali, sono stati poi condivisi con l’Agenzia delle entrate, nel quadro della consolidata collaborazione fra le due istituzioni, per le sue autonome analisi ed elaborazioni.

            L'oratore prosegue la propria esposizione osservando che il contrasto agli illeciti economico-finanziari e ai grandi traffici transnazionali non si sovrappone con le attività di altre istituzioni. Ruoli e funzioni di ciascuna, sia in via principale che a titolo di concorso, così come le rispettive e diverse dipendenze, sono infatti ben delineate dalla legge e dai diversi provvedimenti nel tempo emanati dalle competenti autorità, che hanno dettato anche le relative procedure di coordinamento.

            Rilevano, al riguardo, innanzitutto le direttive per i servizi di ordine e sicurezza pubblica sul mare contenute nel decreto del ministro dell’Interno del 25 marzo 1998 che, nel riconoscere la preminente competenza del Corpo delle capitanerie di porto per i controlli relativi alla sicurezza della navigazione con il concorso delle altre Forze di polizia, ha messo in risalto le capacità di impiego multifunzionale del sistema di vigilanza aeronavale della Guardia di finanza per finalità più ampie. Il coordinamento e lo scambio informativo per gli interventi contro l’immigrazione clandestina via mare sono, invece, regolamentati dall’accordo interministeriale del 14 luglio 2003, integrato dall’accordo tecnico-operativo sotto l’egida del ministero dell’Interno del 14 settembre 2005.

            In tale ambito, il raccordo delle operazioni e l’acquisizione ed analisi delle informazioni sono assicurate dalla Direzione centrale dell’immigrazione e della Polizia delle frontiere del Dipartimento della pubblica sicurezza, mentre la sorveglianza in acque internazionali è pianificata dal Comando in capo della Squadra navale della Marina militare, in cooperazione con i Comandi generali della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza.

            Con riguardo al profilo attinente ai controlli sul rispetto delle norme in tema di navigazione e sicurezza nelle acque territoriali ed interne, ribadisce quindi che il Corpo svolge funzioni del tutto concorsuali, per lo più esercitate, in concreto, durante l’assolvimento delle prioritarie attività connesse alle missioni di tutela degli interessi economico-finanziari dello Stato e dell’Unione europea e di contrasto ai traffici illeciti. Qualsiasi intervento ritenuto necessario per una più marcata razionalizzazione delle forze in campo, anche finalizzato a meglio mirare i controlli sulla navigazione da diporto ed a limitare il conseguente impatto su questa attività, trova peraltro il Corpo ampiamente disponibile sia a fornire il proprio contributo di idee, sia all’adozione dei correttivi ritenuti necessari.

            Precisa inoltre, al riguardo, che il Corpo è stato interessato anche alla campagna estiva del 2013 per il rilascio del cosiddetto "bollino", che, attestando il regolare possesso della documentazione di bordo e delle dotazioni di sicurezza riscontrato da un organo di vigilanza in mare, mira ad evitare ripetuti controlli sulla stessa imbarcazione. Tale attività ha però carattere assolutamente marginale, stante che, lo scorso anno, i "bollini" rilasciati dalle unità navali del Corpo ammontano a poco più dell’8 per cento del totale.

            Con riferimento alla proposta di riforma contenuta nel disegno di legge n. 1157, osserva quindi che la pur condivisibile esigenza di rendere più efficienti ed economici le predette attività, non può incidere sulla necessità per il Paese, di disporre di una "Forza di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria del mare", dotata di strutture, competenze ed esperienze adeguate.

            Per contro, il disegno di legge in questione, nei suoi attuali contenuti, verrebbe, di fatto, a creare un’altra Forza di polizia, ponendo l’esigenza di definirne esattamente ruoli e competenze al fine di non determinare nuovi problemi di sovrapposizione con quelle già esistenti, ed occorrerebbe, poi, attribuire agli appartenenti della nuova "Guardia costiera" funzioni di polizia giudiziaria a carattere generale, tenuto conto che, attualmente, quelle della Capitaneria di porto sono limitate ai reati scoperti nell’esercizio dei compiti d’istituto.

            Ciò comporterebbe un ampliamento degli obblighi verso l’Autorità giudiziaria, la necessità di una profonda rivisitazione dei cicli addestrativi (rinunciando, peraltro, a eccellenti professionalità), ed un probabile aggravio di oneri finanziari, in palese contraddizione con la politica di spending review. Inoltre, la magistratura, gli organismi di altri paesi e le istituzioni europee, nel frattempo, si vedrebbero private, nei fatti, di un interlocutore unitario, già perfettamente attrezzato per corrispondere tempestivamente alle continue emergenze operative che si presentano sul mare ed alle correlate esigenze di rapido approfondimento investigativo sul territorio.

            Quanto all’aspetto specifico attinente ai risparmi di spesa che il disegno di legge intende perseguire, precisa inoltre che la Guardia di finanza, ha già dato corso a diversi interventi di razionalizzazione organizzativa che hanno riguardato anche il comparto aeronavale. Vari provvedimenti di riduzione della spesa hanno infatti riguardato le infrastrutture, con la soppressione dal 2009 al 2013 di ben 72 reparti e l’adozione di oltre 1000 ulteriori misure organizzative di altro genere, con risparmi -a regime- per circa 7 milioni e mezzo di euro ed un recupero di personale all’attività operativa di 900 unità. Semplificando la catena logistica, informatizzando una serie di funzioni e riducendo del 4 per cento il parco auto, si è ottenuta poi un’ulteriore razionalizzazione di costi per oltre 6 milioni di euro, con effetti su più esercizi. Infine, nel comparto aeronavale sono stati conseguiti risparmi per 2 milioni di euro l’anno, attraverso una profonda riorganizzazione delle strutture tecniche di supporto volta a valorizzare le professionalità del Corpo per l’attività di manutenzione dei mezzi e di formazione dei piloti di aeromobili.

            In questo ambito, da 468 mezzi navali si è passati agli attuali 320, con la previsione di dismettere altre 40 unità, nonché da 105 a 92 aeromobili, suddivisi in 14 ad ala fissa e 78 ad ala rotante. Rispetto al 2010, poi, i finanzieri di mare sono diminuiti dell’8,50 per cento e quelli del comparto aereo del 6,50 per cento.

            Infine, nella direzione di un’ulteriore contrazione dei costi e di un adeguamento del dispositivo aereonavale del Corpo alle rinnovate minacce poste dai traffici illeciti internazionali, mediante una integrazione ancora più stretta con l’organizzazione operativa a terra, si muove la nuova riforma del comparto, attuata a seguito di un’attività di studio ed analisi intrapresa da oltre un anno. In estrema sintesi, le competenze dei reparti operativi aeronavali, prima riferite alla cosiddetta "zona contigua", sono state estese alle acque internazionali, dove in precedenza operava esclusivamente il dispositivo d’altura facente capo al Comando operativo aeronavale: ciò potrà rendere ancora più veloce ed incisiva la reciproca collaborazione investigativa contro le grandi azioni criminali.

            Nel ribadire la più ampia disponibilità della Guardia di finanza ad ogni progetto o misura di ulteriore razionalizzazione e coordinamento fra istituzioni, in linea con i percorsi già intrapresi, invita la Commissione a tenere nel debito conto il valore sostanziale dell'attuale dispositivo, la cui riforma potrebbe dar luogo ad un indebolimento dell’azione di contrasto alla criminalità interna ed internazionale, con negative ripercussioni anche sulla tutela dei primari interessi del Paese e dell’Unione europea.

 

         Il senatore MARTON (M5S) osserva che dalla relazione svolta dal generale Capolupo sembra evincersi una decisa rarità delle operazioni del Corpo aeronavale della Guardia di finanza prive di una precedente ed accurata programmazione.

            Domanda inoltre delucidazioni sui controlli effettuati sulla nautica da diporto.

            Conclude domandando se ed in che misura, anche alla luce dei precedenti quesiti, sia possibile operare un'ulteriore razionalizzazione della presenza del Corpo sul mare.

 

         Il senatore BATTISTA (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE), nel riconoscere l'encomiabile ruolo rivestito dalla Guardia di finanza, precisa che il disegno di legge n. 1157 mira ad operare una razionalizzazione della presenza dello Stato sul mare.

            Nel valutare, peraltro, l'effettivo impatto del provvedimento sulla Guardia di finanza, si dovrebbe tenere conto -a suo avviso- del fatto che, da quanto risulta dallo stesso intervento svolto dal generale Capolupo, l'attività di intelligence anti-crimine del Corpo appare svolta prevalentemente dai reparti ubicati a terra.

Per quanto riguarda, poi, la questione del personale, pone l'accento sulla previsione del consenso dell'interessato in ordine a qualsiasi trasferimento, rilevando che probabilmente l'ostacolo maggiore potrebbe essere rappresentato dalle differenze di trattamento economico attualmente vigenti.

           

         Ad avviso del senatore DIVINA (LN-Aut), l'intervento poc'anzi svolto dal generale Capolupo sembrerebbe orientato ad una decisa difesa delle funzioni e delle prerogative proprie del Corpo della Guardia di finanza. Tuttavia, è anche da rilevare che l'eventuale confluimento del settore aeronavale del Corpo in una nuova entità ben potrebbe non dare luogo ai paventati problemi di coordinamento, stante anche l'attività di indirizzo svolta dalle procure.

            Inoltre, anche l'implementazione di importanti provvedimenti semplificativi in materia fiscale -come la digitalizzazione dei moduli per pagare le tasse, la centralizzazione del controllo dei redditi e l'evoluzione della disciplina dei concordati fiscali- potrebbe incidere sull'effettiva entità dei compiti del Corpo, favorendone una serena rivisitazione improntata a criteri di razionalizzazione e risparmio.

            Con riferimento, quindi, alle specifiche problematiche che investono la nautica da diporto, si pronuncia in materia fortemente critica sul provvedimento, emanato a suo tempo dall'esecutivo Monti, che individua i natanti come indici di ricchezza personale, con conseguenze assai negative per il settore micro-cantieristico.

            Conclude ribadendo la necessità di implementare un'efficace sistema per il controllo del mare improntato al conseguimento di importanti semplificazioni e significativi risparmi.

 

         Il senatore Luciano ROSSI (NCD) invita la Commissione a valutare attentamente i rilievi svolti dal generale Capolupo, considerata l'importanza di garantire un'efficace azione contro la criminalità organizzata a fronte di una pur auspicabile razionalizzazione del Corpo della guardia di finanza.

            Razionalizzazione che appare opera assai delicata, in quanto è assolutamente necessario, secondo la sua parte politica, garantire e preservare l'alto livello di professionalità e di competenza maturato dal Corpo nel quotidiano controllo di circa 8.000 chilometri di costa.

            Conclude ponendo l'accento sulla particolare delicatezza delle problematiche sottese al disegno di legge n. 1157, che meritano un'analisi particolarmente ponderata.

 

         Il senatore PEGORER (PD) osserva che, operando una sintesi tra gli elementi informativi emersi nella presente audizione e quelli a suo tempo forniti dal Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto lo scorso 15 luglio, la presenza dello Stato sul mare sembra articolarsi su due grandi direttrici: una squisitamente volta alla prevenzione ed alla repressione dei reati (operata principalmente dalla Guardia di finanza), ed una incentrata sul soccorso in mare e sulla sicurezza della navigazione (precipuamente in capo alle Capitanerie di Porto). In questo scenario, il disegno di legge n. 1157 rappresenterebbe l'occasione per verificare la possibilità o meno di una convergenza di queste due direttrici, sempre tenendo conto dell'esigenza di salvaguardare le peculiarità e le competenze esistenti.

            Domanda quindi se, nelle more delle possibili riforme future, non sia possibile, nel frattempo, introdurre delle misure volte ad un più efficace coordinamento tra i Corpi attualmente operanti sul mare al fine di conseguire ulteriori e significativi risparmi di spesa.

 

            Replica agli intervenuti il generale CAPOLUPO, precisando innanzitutto che l'operato del Corpo sulla terraferma e sul mare confluisce in un'unica, inscindibile, attività, che rischierebbe di essere significativamente menomata qualora perdesse una delle due caratteristiche citate.

            Pone quindi l'accento sullo sforzo profuso per ridurre il più possibile la pressione sui diportisti, attraverso un'applicazione flessibile e compensativa delle normative in vigore.

            Per quanto attiene alle problematiche relative alla razionalizzazione, precisa che, nel limite di salvaguardare le professionalità e quella che ben potrebbe essere definita come "cultura investigativa" maturata, il Corpo della guardia di finanza non ha alcuna contrarietà di principio. Va comunque tenuto conto che, stante i compiti ben definiti di polizia economica, non risultano esserci sovrapposizioni con l'operato di altri Corpi dello Stato.

            Dopo aver rilevato che non sussistono grandi differenze nel trattamento economico spettante agli operatori della Guardia di finanza e delle Capitanerie di Porto, sottolinea come il Corpo della guardia di finanza risulta, a tutt'oggi, l'unica Forza di polizia giudiziaria operante in mare. Ciò considerato, la compresenza in mare di più Corpi con compiti distinti non dovrebbe apparire a priori come un fattore negativo ed al riguardo, appare difficile cogliere effettivi e concreti vantaggi nel far confluire nella nuova Guardia costiera i reparti aeronavali della Guardia di finanza. Anzi, vi sarebbe il concreto rischio di vedere sminuita, se non perduta, quella "cultura investigativa" prima citata, che costituisce una peculiarità in seno al Corpo di grande valore.

            Con riferimento all'accertamento della regolarità contributiva tramite il controllo delle imbarcazioni, precisa, da ultimo, che i problemi principali derivano dai natanti che battono bandiera di paesi non collaborativi, rilevando altresì che anche questa attività rimane, comunque, relativamente marginale.

 

         Il PRESIDENTE, nel ringraziare nuovamente il generale Capolupo per la sua disponibilità, dichiara infine conclusa l'audizione, comunicando, altresì, che i documenti consegnati nel corso dell'audizione o fatti pervenire successivamente saranno resi disponibili per la pubblica consultazione.

 

            Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

 

 

            La seduta termina alle ore 16,25.

 


Tua email:   Invia a: