FINANZA, MANETTE A UN ALTRO UFFICIALE. I PM: “LE TANGENTI SONO UN SISTEMA” (La Stampa)
La Stampa - 15 ottobre 2014
FINANZA, MANETTE A UN ALTRO UFFICIALE
I PM: “LE TANGENTI SONO UN SISTEMA”
Napoli, viaggi e regali di lusso per addomesticare le verifiche fiscali
di Guido Ruotolo
Un altro colonnello della Finanza in carcere per corruzione, Fabrizio Giaccone, comandante della Finanza che ha competenza sull'aeroporto di Fiumicino. E poi il colonnello Fabio Massimo Mendella arrestato già a giugno per un altro episodio di corruzione. E con loro un imprenditore che ha un impero in farmacie e immobili, Nazario Matachione. Tanto intimo di Mendella che quando un parlamentare di Forza Italia andò a trovarlo in carcere, Ciro Falanga gli raccomandò di «portare i suoi saluti al Matachione».
Per violazione del segreto d'ufficio è invece indagato il generale Vito Bardi, ex comandante in seconda della Gdf da poche settimane in pensione, perquisito e indagato a giugno nella prima tranche della inchiesta.
Al colonnello Giaccone, che nel 2010 comandava la Finanza di Torre Annunziata, in cambio di «una verifica fiscale addomesticata», finirono un Rolex Daytona e viaggi in business class Alitalia e alberghi a tante stelle a Parigi e a New York.
L'inchiesta dei pm napoletani Henry John Woodcock, Celestina Carrano e dell'aggiunto Vincenzo Piscitelli fa impressione. Intanto perché leggendo le carte si intuiscono nuovi possibili arresti. E i pm ipotizzano l'esistenza di un «sistema» di corruzione interno alla Finanza, con epicentro le verifiche fiscali alle aziende.
Finora risultano indagati un altro ex Comandante in seconda della Finanza, il generale Emilio Spaziante, e l'ex colonnello poi diventato braccio destro dell'ex ministro Giulio Tremonti, Marco Milanese. Colpisce la collaborazione con i pm napoletani di generali e colonnelli, colleghi degli indagati. Si può ipotizzare che sia stato infranto quel «codice d'onore» che consentiva una sorta di impunità per chi finiva sotto inchiesta, o meglio la conoscenza di informazioni riservate o segrete che riguardavano indagini sul loro conto.
Pagina undici dell'ordinanza. Viene sentito il generale Giovanni Mainolfi, ex comandante provinciale di Napoli, per capire da chi Mendella avesse avuto l'esposto anonimo che lo chiamava in causa con l'amico imprenditore Matachione: «Non posso escludere di aver potuto io stesso informare il Mendella dell'esposto anonimo. E questo sia perché per ragioni di trasparenza volevo mantenere un clima di lealtà con gli ufficiali sia perché, dando per scontato che il Mendella l'avrebbe saputo comunque dal generale Bardi volevo evitare di alimentare un clima di reciproco sospetto». Impressionante.
Torniamo agli indizi che hanno portato i due ufficiali e l'imprenditore in carcere. Cominciamo dalle dichiarazioni della ex moglie di Matachione, Maria Palomba. A casa sua avevano trovato una documentazione compromettente: le ricevute del volo Roma New York dell'ottobre del 2010 per la famiglia del colonnello Giaccone (9.423 euro). E una crociera Msc, costo 8.900 euro, beneficiari due funzionari e dirigenti della Regione Campania (questa è un'altra storia). E ancora: documenti riservati come «l'Appunto per il Comandante» che sintetizzava la vicenda dell'esposto anonimo e le indagini interne. E anche un foglio intestato Guardia di finanza Tenenza di Massa Lubrense, «Esecuzione e accertamenti in virtú della rogatoria internazionale richiesta dal Procuratore generale presso la giurisdizione del Principato di Monaco».
«Mio marito mi fece vedere tale esposto anonimo (spedito ai carabinieri di Torre Annunziata, ndr) che gli era stato dato da Mendella nel quale ricordo si faceva riferimento a tutti gli investimenti che mio marito aveva fatto in quegli anni (come l'acquisto del Savoia calcio) e si diceva che il colonnello Fabio Mendella aveva coperto gli affari illeciti di mio marito. Sempre mio marito - ricorda ai pm, Maria Palomba - mi raccontò che dopo la verifica compiacente effettuata dal Giaccone, gli comprò un Rolex in una gioielleria di Castellammare di Stabia che si chiama De Meo. Questo modello di Rolex non fu gradito mentre fu richiesto espressamente dallo stesso Giaccone un modello diverso, in particolare un Rolex Daytona».