#LABUONASICUREZZA LA SOLA RISPOSTA CREDIBILE A TAGLI LINEARI E RIFORME IMPROVVISATE. BASTA PENSARE SOLO AL PROPRIO ORTICELLO – di Gianluca Taccalozzi
Senza crescita non si esce dalla crisi. Per generare crescita servono riforme strutturali. Per le riforme strutturali servono risorse. Europa e mercati concedono flessibilità e fiducia solo in presenza di riforme credibili. I tagli lineari non generano crescita, anzi. Da qui non si scappa.
ll Governo attuale e quello dei prossimi anni (di qualsiasi colore) dovranno attuare riforme strutturali e produrre una spending review che tagli solo la spesa improduttiva o, meglio, la renda produttiva. E anche da qui non si scappa.
Sinora burocrazia, sindacato, gi unici a sapere dove si annida la spesa improduttiva nella P.A., l’hanno nascosta e difesa, boicottando ogni tentativo di razionalizzazione, con la complicità di una politica spesso “amica e connivente”.
Risultato:
Ø burocrazia, sindacati e quella politica “amica e connivente” sono diventate sempre meno credibili e sempre meno popolari;
Ø tagli lineari, blocchi stipendiali e colpi di accetta sui diritti, senza vedere un briciolo di ripresa; è toccato subito ai più deboli ma, prima o poi, pagano o pagheranno tutti.
Sarà pure un caso, ma l’ultima legge di stabilità colpisce magistratura militare, alta dirigenza militare, delegati della rappresentanza militare e sindacalisti di polizia e si inizia a discutere anche di Magistrati e dipendenti di Camera e Senato.
Un timido segnale positivo però c’è. Anche nel settore sicurezza, si comincia (finalmente) a discutere di riforme strutturali. Peccato che lo si faccia partendo da analisi e proposte che, pur prodotte da soggetti autorevolissimi, affrontano solo superficialmente il problemi del mondo della sicurezza. Analisi e proposte che diventano credibili di fronte alla resistenza, al silenzio o alle conservative (non)proposte di chi questo mondo lo governa, lo conosce e lo vive.
E così si discute solo del numero di Forze di polizia, dei costi/addetto per regione, di privilegi, di accorpamenti e fusioni. Come se la spesa improduttiva fosse rappresentata solo dalle Forze di polizia più piccole, dalle centrali acquisti, dalle auto blu, dall’ausiliaria, dagli alloggi di rappresentanza, dai costi della rappresentanza, dai distacchi sindacali, ecc.
Con queste premesse, il risultato rischia di essere ancora più oscuro. Il Paese si troverebbe con un dispositivo di sicurezza (forse) meno costoso ma sicuramente meno efficiente ed il personale (di ogni ordine e grado) godrebbe di sempre meno diritti e di retribuzioni sempre più misere. Mentre la spesa improduttiva quella vera, quella corposa, quella cancerogena (figlia dell’allegra concertazione che fu) rimarrebbe intatta lì dov’è.
Spesa improduttiva sono obiettivi (e di conseguenza risultati) autoreferenziali e solo repressivi che non spingono ad incidere sui fenomeni (illegalità) ma solo sui sintomi (reati ed illeciti);
Spesa improduttiva è non definire con precisione e puntualità le funzioni e le competenze territoriali delle amministrazioni del comparto (cfr. Decreto Interni 28 aprile 2006).
Spesa improduttiva è dover apparire sulle prime pagine dei Tg o dei giornali per legittimare la propria utilità e la propria esistenza;
Spesa improduttiva sono organici (per numeri e figure professionali) disegnati qualche decennio fa per esigenze dell’epoca.
Spesa improduttiva è un sistema di regolamentazione unico e rigido (che non prevede contrattazione integrativa) che disciplina mestieri, funzioni ed esigenze tra loro molto diverse (Difesa e Sicurezza).
Spesa improduttiva è una dinamica di carriera che “regala” promozioni pressoché automatiche, senza alcun corrispettivo in termini di funzione e responsabilità.
Spesa improduttiva è una struttura retributiva legata esclusivamente ad automatismi e scatti di anzianità.
Spesa improduttiva è straordinario e fondi efficienza distribuiti “a pioggia”.
Spesa improduttiva è una retribuzione accessoria completamente avulsa dai risultati.
Spesa improduttiva sono quattro, cinque, sei livelli di comando/coordinamento che ingessano la catena di comando ed allontano chi deve decidere dalla realtà.
Spesa improduttiva è un dispositivo di amministrazione/funzionamento anacronistico e sovradimensionato, in un mondo cui per amministrare migliaia di dipendenti bastano poche decine di addetti.
Spesa improduttiva è clientelismo, nepotismo e favoritismo.
Spesa improduttiva è abusare di ogni mezzo consentito per non andare al lavoro, scaricando il carico operativo sulle spalle dei colleghi.
E potrei continuare.
Queste criticità sono spesso taciute da chi è dentro le Amministrazioni, ma, almeno a grandi linee, sono note anche a Palazzo Chigi e Via XX Settembre, basta dare un occhiata al Conto annuale RGS o alle relazioni della Corte dei Conti.
Queste criticità non si risolvono con tagli lineari o riforme improvvisate. Ci vuole un progetto serio, organico e strutturale. #labuonasicurezza per dirla come il Presidente Renzi.
Ci vorrebbe un pizzico di sana (ir)responsabilità, di visione, di coraggio ed un grande sforzo di condivisione. Dovremmo smettere (tutti) di pensare solo al proprio orticello, al consenso immediato, alla poltrona, al vantaggio, ai sondaggi, all’interesse particolare, ecc..
Gianluca Taccalozzi
Delegato Co.Ce.R. Guardia di Finanza.