LA FINANZA SFRATTATA (Il Giorno)

martedì 02 dicembre 2014

Il Giorno - 2 dicembre 2014

LA FINANZA SFRATTATA

di Guido Bandera

«Prendete un circolo, accarezzatelo e diventerà vizioso». Bisogna scomodare la forza evocativa del teatro dell'incomunicabilità di Eugène Ionesco per saggiare la voluttuosa e compiaciuta follia di quanto accade di normale e ordinario nella placida Brianza, terra in tutto italiana. La Guardia di Finanza, severo controllore del nostro malcostume fiscale, finisce sotto sfratto. E i poveri militari non c'entrano. Loro lavorano in una bella villa settecentesca, dai tratti tardo-barocchi, in centro a Monza. Il contratto d’affitto che paga il Ministero elle Finanze, ma anticipa il Comune, è scaduto. Dal 2005, mica da ieri. La proprietà rivuole l'edificio: del resto, è suo. Le hanno dato ragione due sentenze del Tribunale che, come emanazione dello Stato, ha deciso che un pezzo dello Stato, la Finanza, da domani può essere sfrattato. Ma per evitare di vedere i militari uscire con scatoloni sotto il braccio e riempire di masserizie pattuglie e furgoni, un altro frammento dell'onnisciente Stato, il Comune, sta cercando di mediare. Perché anche la legge e le sentenze, si sa, devono essere capite, interpretate. In un Paese qualsiasi, passati 9 anni, la Finanza avrebbe già la sua bella nuova sede. E i proprietari non avrebbero bisogno di chiedere lo sfratto. Ma siccome viviamo in una commedia dell'assurdo, capita anche questo. In fondo, in questo mirabolante pezzo d'Europa è sempre più facile cercare una «soluzione» che far le cose per bene. Troppo banale.

guido.bandera@ilgiorno.net

 


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