IL GOVERNO RISPONDE ALLA CAMERA AL M5S E CONFERMA LO SBLOCCO STIPENDIALE DAL 2015 PER IL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA
CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 dicembre 2014
361.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
5-02545 Rizzo: Sugli effetti del blocco contrattuale delle retribuzioni del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Il sottosegretario Domenico ROSSI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), precisando che le misure volte a non prorogare il blocco delle retribuzioni del comparto difesa, sicurezza e soccorso interessano le competenze dei diversi dicasteri dai quali le varie Forze e Corpi dipendono.
Aggiunge che, per quanto riguarda l'anno in corso, sono oggi disponibili i 100 milioni di euro previsti dall'articolo 1, comma 466, della legge di stabilità 2014 (n. 147 del 2013) e che, se tali risorse risulteranno confermate al termine dell'esame dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, si provvederà, come in passato, all'emanazione del previsto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la ripartizione dei fondi tra i dicasteri interessati e all'individuazione dei criteri di ripartizione in accordo con le rappresentanze militari e le organizzazioni sindacali del comparto.
Gianluca RIZZO (M5S) prende atto dei dati forniti dal rappresentante del Governo riguardo alle modalità di ripartizione dei fondi e dell'intenzione del dicastero della difesa di addivenire ad uno sblocco delle progressioni stipendiali, dichiarandosi quindi parzialmente soddisfatto della risposta.
Evidenzia, infatti, che la situazione attuale presenta risvolti drammatici e gravosi per moltissimi uomini e donne che prestano il loro lavoro nelle Forze armate e in quelle dell'ordine e della sicurezza. Numerose famiglie non riescono a fare fronte alle normali spese di sostentamento a causa dell'inadeguatezza degli stipendi e spesso, sulle cronache, si legge di episodi davvero dolorosi e tristi. Invita, quindi, il Governo a prendere coscienza di quanto sta succedendo e a privilegiare, nella distribuzione delle risorse, i soggetti con i salari più bassi.
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-02545
presentato da
RIZZO Gianluca
testo di
Giovedì 3 aprile 2014, seduta n. 204
RIZZO, BASILIO, PAOLO BERNINI, ARTINI, FRUSONE, TOFALO e CORDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
il decreto-legge n. 78 del 2010, in relazione alla «straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per il contenimento della spesa pubblica e per il contrasto all'evasione fiscale ai fini della stabilizzazione finanziaria, nonché per il rilancio della competitività economica», ha previsto che, per l'intero triennio 2011-2013, le retribuzioni del personale della pubblica amministrazione – tra cui rientra il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco – fossero escluse tanto dai meccanismi di adeguamento previsti per legge, quanto dall'applicazione degli aumenti retributivi (scatti e classi di stipendio) collegati all'anzianità di ruolo, nonché, addirittura, dal riconoscimento dei benefici economici correlati alle progressioni di carriera, senza possibilità successiva di recupero e senza possibilità di attivare comunque una procedura di concertazione;
tali disposizioni sono state da ultimo prorogate fino al 31 dicembre 2014 dal decreto del Presidente della Repubblica 4 settembre 2012, n. 122. Sul relativo schema di regolamento la Commissione difesa della Camera, in data 4 giugno 2013, ha espresso una valutazione negativa;
il richiamato blocco ha pregiudicato la maturazione di alcuni istituti tipici specifici del comparto sicurezza, difesa e soccorso strettamente connessi alla valorizzazione dell'anzianità di servizio e alla correlata acquisizione di crescenti competenze professionali, nonché più impegnative responsabilità di servizio, quali l'omogeneizzazione, l'assegno funzionale e gli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni. Inoltre, tale norma ha bloccato anche gli adeguamenti annuali indicizzati (classi, scatti stipendiali ed effetti economici) delle progressioni di carriera, tra l'altro in grande parte legate a rigide procedure di selezione e avanzamento, assolutamente definite dalla normativa vigente per le varie categorie di personale;
secondo quanto riferito nel corso di diverse audizioni in Commissione difesa, tale normativa ha avuto incidenze negative in modo devastante sia sulla funzionalità sia sulla motivazione del personale. Si pensi, in particolare, a coloro che, promossi e magari anche trasferiti in relazione a nuove e ben più rilevanti funzioni da assumere, non sono poi stati remunerati con il previsto trattamento economico;
al fine di mitigare gli effetti del richiamato blocco, il Governo, aveva previsto l'istituzione di un fondo di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011-2012, per il finanziamento di misure «perequative» per il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso interessato alle suindicate penalizzazioni, con la volontà espressa di sterilizzarne gli effetti nel triennio in questione;
con il decreto-legge n. 27 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 74 del 2011, il richiamato fondo è stato incrementato con 115 milioni di euro annui, sottraendoli peraltro alle disponibilità assegnate per il riordino dei ruoli dall'articolo 3, comma 350, n. 155 del 2003;
con tale provvedimento peraltro sono state denominate «assegni una tantum» le misure perequative da concedere ed è stato legittimato il ricorso al fondo anche per compensare la mancata corresponsione, per effetto del tetto salariale di omogeneizzazione, di assegni funzionali e incrementi stipendiali e parametrali non connessi a promozioni;
da ultimo, il richiamato fondo è stato incrementato, relativamente all'anno 2014, di 100 milioni di euro dall'articolo 1, comma 446, della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per il 2014) –:
quanto del sopracitato fondo sia già stato erogato ai militari e agli altri soggetti per il quale era stato creato e segnatamente in che misura e utilizzando quali criteri;
al fine di lenire la gravosa situazione del blocco contrattuale per i soggetti più esposti alla crescita del costo della vita e all'erosione del potere di acquisto dei salari, se il Governo non reputi di dover privilegiare nella distribuzione del fondo quei soggetti che percepiscono i salari più bassi (normalmente militari di truppa in ferma breve o prolungata e categorie equiparate nel comparto sicurezza e soccorso) dando agli uffici preposti istruzioni in tal senso. (5-02545)
Interrogazione n. 5-02545 Rizzo: Sugli effetti del blocco contrattuale delle retribuzioni del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
TESTO DELLA RISPOSTA
Come noto, il blocco delle retribuzioni è risultato particolarmente afflittivo per il comparto difesa, sicurezza e soccorso la chi struttura organizzativa è fondata su un sistema gerarchico-funzionale nel quale la progressione di carriera e l'anzianità di servizio sono fattori essenziali.
Il Ministro della Difesa Pinotti, facendosi interprete dell'evidente disagio e delle forti aspettative del personale coinvolto, si è impegnata fin dall'inizio del mandato a trovare una soluzione per il ripristino integrale delle retribuzioni spettanti agli appartenenti alle Forze armate.
Ovviamente, tale impegno è stato indirizzato, innanzitutto, a porre incisivamente la questione sul piano interministeriale.
È stato quindi previsto nel disegno di legge di stabilità in corso di approvazione al Senato in seconda lettura che, a partire dal 1° gennaio 2015, siano definitivamente, sbloccate le dinamiche salariali del comparto difesa, sicurezza e soccorso con esclusione del rinnovo dei «contratti» e del corrispondente adeguamento indicizzato annuale per i dirigenti non contrattualizzati, nonché della progressione stipendiale biennale per classi e scatti ordinariamente spettante ai dirigenti, medesimi.
Con riferimento, poi, al fondo istituito dal decreto-legge n. 78 del 2010, convertito in legge n. 122 del 2010 e dal decreto-legge n. 27 del 2011, convertito in legge n. 74 del 2011 per riconoscere misure perequative sotto forma di assegni una tantum al personale del comparto difesa sicurezza e soccorso nel periodo di blocco delle retribuzioni, si precisa che lo stesso ha consentito, finora, di corrispondere a tutti gli interessati, nel periodo 2011-2013, le seguenti percentuali emolumenti fissi e continuativi teoricamente dovuti perché soggetti a «blocco»:
100 per cento per l'anno 2011;
46 per cento per l'anno 2012;
16,60 per cento per l'anno 2013.
I criteri adottati per la ripartizione delle risorse disponibili hanno tenuto conto della necessità, imposta dalla legge, di garantire omogeneità di trattamento tra personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, evitando disallineamenti nell'ambito del comparto.
La misura degli assegni una tantum, corrisposti in unica soluzione nel corso dell'anno successivo a quello di riferimento, è stata quindi «attagliata» alla situazione di ciascun individuo.