PUGNO DURO SU 'FANNULLONI' P.A, A CASA CHI RUBA. NODO LICENZIAMENTI SCARSO RENDIMENTO.DECRETI?NON DECIDONO CAMERE - FISCO: AG.ENTRATE, IN ITALIA EVASI 231 MLD DI IVA IN 2007/10. AMMONTA PER 77% A CONSUMI FAMIGLIE E 23% A IMPRESE
PUGNO DURO SU 'FANNULLONI' P.A, A CASA CHI RUBA
NODO LICENZIAMENTI SCARSO RENDIMENTO.DECRETI?NON DECIDONO CAMERE
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Niente Jobs act per i dipendenti
pubblici, ma il capitolo statali e' tutt'altro che chiuso. Si
riaprira' presto tra "febbraio e marzo". A fare chiarezza e' il
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l'occasione e' il
tradizionale incontro di fine anno con i cronisti. E' dunque
solo questione di tempo ma le regole cambieranno anche per chi
lavora nella Pubblica Amministrazione e sui principi ispiratori
Renzi, puntando il dito contro "i cosiddetti fannulloni",
annuncia: "vanno messe le condizioni per mandarli a casa".
Magari le norme gia' ci sono, inserite nel contratto nazionale
del pubblico impiego o nella legge Brunetta, ma non bastano,
visto che, denuncia, "oggi non si riesce a mandare via chi ruba
o si assenta in modo vergognoso, magari facendo timbrare il
cartellino all'altro". Il problema, spiega il premier, e' che "la
sanzione del licenziamento e' teoricamente prevista, ma non viene
attuata per motivi vari".
Il presidente del Consiglio si sofferma sul tema, incalzato
dalle domande dei giornalisti che tornano su quello che e'
diventato il tormentone natalizio di quest'anno: statali dentro
o fuori dal Jobs act. Questione sollevata dal senatore di Scelta
Civica, Pietro Ichino, all'indomani del Cdm sui decreti
attuativi della delega lavoro. Decreti di cui ancora una volta
Renzi si prende la piena responsabilita': "In Consiglio dei
ministri ho proposto io di togliere la norma" sui dipendenti
pubblici "perche' non aveva senso inserirla in un provvedimento
che parla di altro". Anzi, precisa, "non sarebbe stato
corretto".
D'altra parte al Senato c'e' gia' pronto il ddl Madia, la sede
giusta per "affrontare la questione". Non solo, il premier da'
ancora alcuni suggerimenti: "io sono tra quelli che credono che
il sistema del pubblico impiego vada cambiato e non
necessariamente per applicare esattamente quello che abbiamo
fatto per il privato". Poi offre uno spunto: "Se noi abbiamo
deciso di non mettere lo scarso rendimento" nei licenziamenti
disciplinari "per i lavoratori privati questo non vuol dire che
non lo si possa prevedere nel pubblico", anche immaginando "un
ruolo maggiore dei giudici" in caso di licenziamento. Sul punto
i sindacati non concordano e il segretario Uil Pa, Benedetto
Attili, rivolto al premier, suggerisce: "andasse a leggere i
nostri contratti, gia' prevedono queste cose, anche se non c'e'
scritto scarso rendimento e la formula e' diversa, la sostanza
non cambia e i casi di licenziamenti individuali nella P.a non
mancano, a partire dalle agenzie fiscali". Rossana Dettori, alla
guida dei dipendenti pubblici della Cgil, lamenta l'ennesima
crociata, dopo quella siglata da Brunetta, contro gli statali:
parla di "accanimento" e non vede possibilita' di inasprire
ancora la disciplina a meno che, spiega, "non si voglia
eliminare la gradualita'", giungendo direttamente al
licenziamento, senza passare per la sospensione.
Il capogruppo al Senato di Area popolare, Maurizio Sacconi,
invece rilancia invece con un punto interrogativo: "Se non si
ammette licenziamento per scarso rendimento nel privato, e'
verosimile introdurlo nel pubblico?". Per rimaneggiamenti sul
Jobs act, sul quale lo stesso Sacconi paventa una possibile
bocciature in sede Ue per il diverso trattamento fra pubblico e
privato, non sembrano pero' esserci ampi margini: a chi gli
chiede di possibile modifiche ai licenziamenti collettivi
infatti Renzi risponde di essere sempre pronto all'ascolto ma
"il Parlamento non decide sui decreti attuativi del
governo".(ANSA).
JOBS ACT: P. CHIGI,RENZI HA CHIESTO TEMA STATALI IN DL MADIA
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Matteo Renzi in consiglio dei
ministri ha chiesto che il tema degli statali fosse affrontato
nel decreto Madia e non nel jobs act. E' quanto precisa
l'ufficio stampa di Palazzo Chigi in seguito alla risposta del
premier, nella conferenza di fine anno.
Nel documento originale arrivato in cdm, spiegano a Palazzo
Chigi, era riportato che la normativa del jobs act non si
sarebbe applicata ai dipendenti pubblici. In effetti il premier
ha chiesto di eliminare quel riferimento, ritenendo piu'
opportuno e congruo che il tema degli statali fosse discusso
nell'ambito del decreto Madia. (ANSA).
RENZI, REGOLE SU STATALI DA CAMBIARE, TEMA A FEBBRAIO
NON VEDO PERCHE' NON PREVEDERE SCARSO RENDIMENTO IN PA
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - "Io penso che il sistema di pubblico
impiego vada cambiato e non necessariamente per applicare cio'
che abbiamo fatto per il privato. Questo argomento prendera'
febbraio o marzo". Lo afferma il premier Matteo Renzi alla
conferenza stampa di fine anno: "Non vedo perche' non prevedere
scarso rendimento nel pubblico", cosi' come per i privati.
(ANSA).
RENZI, REGOLE SU STATALI DA CAMBIARE, TEMA A FEBBRAIO (2)
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - "Se noi abbiamo deciso di non mettere
lo scarso rendimento nel privato, questo non vuol dire che non
lo si possa mettere nel pubblico impiego. E visto che si entra
per concorso, si puo' immaginare che i giudici abbiano un ruolo
maggiore. Io sono un sistema per cui nel pubblico impiego chi
sbaglia paga", spiega il premier. (ANSA).
JOBS ACT: CGIL, SCARSO RENDIMENTO PER STATALI GIA' C'E'
PREVISTO DA BRUNETTA, RIMASTO CARTA PER BLOCCO RINNOVO CONTRATTI
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Nel pubblico impiego il licenziamento
disciplinare per "scarso rendimento c'e' gia', e' gia' tutto scritto
nel decreto Brunetta". Cosi' il coordinatore Settori Pubblici
della Cgil, Michele Gentile, commenta le ultime dichiarazioni
del premier Matteo Renzi. Quindi secondo il sindacalista "Renzi
non innova niente, la famosa rivoluzione copernicana l'hanno gia'
fatta". Anche se, spiega Gentile, finora e' "rimasta lettera
morta a causa del mancato rinnovo dei contratti. Un blocco che
questo governo ha prorogato per tutto il 2015".(ANSA).
FISCO: AG.ENTRATE, IN ITALIA EVASI 231 MLD DI IVA IN 2007/10
AMMONTA PER 77% A CONSUMI FAMIGLIE E 23% A IMPRESE
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - In Italia sono stati evasi 231 miliardi
di euro di Iva nel periodo 2007-2010. E' quanto emerge
dall'analisi dell'Agenzia delle Entrate sul tax gap, cioe'
dell'evasione legata all'Iva stessa, i cui risultati mettono in
evidenza che il gap nella base imponibile ammonta per il 77% al
consumo finale delle famiglie e per il 23% ai consumi delle
imprese. Nel sud (isole comprese) il gap vale circa 83 miliardi,
seguono Nord Ovest (27% del totale) Nord-Est (21%) e Centro
(17%).
(ANSA).
FISCO: AG.ENTRATE, IN ITALIA EVASI 231 MLD DI IVA IN 2007/10 (2)
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - In ogni caso, ben 11 Regioni
presentano propensioni complessive al gap inferiori alla media
nazionale. In particolare, Lazio, Valle d'Aosta e Trentino Alto
Adige registrano i valori piu' bassi. Nelle regioni del nord est
le propensioni al gap degli usi finali delle imprese market sono
superiori alla media nazionale e superiori alla media del nord
ovest. In generale, la propensione media al gap Iva dei consumi
finali delle famiglie del Nord e' inferiore a quella del
Meridione.
Un risultato interessante dell'analisi, che secondo il
working paper va comunque considerato con molta cautela, deriva
da alcune variabili che esprimono l'effetto deterrente
esercitato dall'attivita' Agenzia delle Entrate. In questo
esercizio preliminare, risulta che un aumento del 1%
dell'attivita' di enforcement (espressa in termini di somme
riscosse da accertamento) riduca il gap di base IVA del 7%.