TERRORISMO:PACCHETTO MISURE DIVENTA DECRETO,VIA GIOVEDI' - SERVIZIO CIVILE: SI INVERTE TENDENZA, TRIPLICATI I POSTI - 'NDRANGHETA: SGOMINATA FILIALE ROMANA, 31 ARRESTI - CONTRAFFAZIONE: MERCE CON FALSO MARCHIO CE SEQUESTRATA SU A1
TERRORISMO:PACCHETTO MISURE DIVENTA DECRETO,VIA GIOVEDI'
ALFANO SPINGE SU URGENZA PROVVEDIMENTO, DENTRO ANCHE MISSIONI
(di Massimo Nestico')
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Il disegno di legge antiterrorismo si
trasforma in un decreto, che andra' dunque in vigore subito dopo
essere approvato dal Consiglio dei ministri, giovedi' prossimo.
Un'accelerazione che da' l'idea della gravita' della minaccia
jihadista per l'Italia e della volonta' del Governo di non
perdere tempo nell'introdurre le novita' normative. Ci sono
insomma i presupposti di 'necessita'' e 'urgenza'.
Ancora oggi, in entrata a Palazzo Chigi, il pacchetto di
misure era indicato come ddl. E lo stesso ministro dell'Interno,
Angelino Alfano, che le ha predisposte insieme al Guardasigilli
Andrea Orlando, lo scorso 9 gennaio aveva auspicato che il
Parlamento potesse "esprimere la sua opinione sul provvedimento
e contribuire a migliorarne i contenuti". Senza contare che
procedere per decreto proprio nei giorni in cui il Quirinale e'
sguarnito ed a controfirmare il testo avrebbe dovuto essere il
presidente 'supplente' Pietro Grasso, non sembrava esattamente
conforme al galateo istituzionale.
Ma negli ultimi giorni e' maturata l'idea di stringere i tempi
sull'entrata in vigore nel pacchetto. Intelligence e forze di
polizia indicano che la minaccia terrorista e' "immanente" e
"imprevedibile", come ha ripetuto lo stesso Alfano e dunque e'
stato deciso di mettere subito a disposizione degli apparati di
sicurezza i nuovi strumenti pensati per contrastare piu'
efficacemente lupi solitari, foreign fighters, siti web
estremisti.
Il titolare del Viminale ha cosi' spinto per la soluzione del
decreto, trovando l'accordo del premier Matteo Renzi, di Orlando
e degli altri ministri oggi nella riunione di Palazzo Chigi. Ma
e' stato deciso di far slittare il via libera alla riunione di
giovedi', in modo da accorpare in un unico decreto norme
antiterrorismo ed il finanziamento delle missioni
internazionali. Provvedimento, quest'ultimo, che oggi non era
ancora pronto e che i ministri di Esteri e Difesa metteranno a
punto nei prossimi due giorni. In questo modo si sottoporra' alla
firma di Grasso un solo decreto, invece di due.
Non e' escluso che il dl possa contenere anche l'istituzione
della procura nazionale antiterrorismo, non creando un organismo
ad hoc, ma integrando le competenze della Direzione nazionale
antimafia. Le nuove misure mirano a contenere le nuove modalita'
con cui si manifesta la minaccia: innanzitutto i foreign
fighters. Mentre ora e' perseguibile penalmente solo il
reclutatore, con il decreto sara' possibile punire con una pena
detentiva fino a 10 anni anche il combattente che
volontariamente si reca dall'Italia in Siria o in altri teatri
di guerra. Sanzioni anche per chi organizza i viaggi
"finalizzati al compimento di condotte con finalita'
terroristiche" e per i soggetti che si auto-addestrano al
compimento di atti terroristici. Il testo prevede poi misure di
prevenzione gia' contenute nel codice antimafia per i sospetti
terroristi: sorveglianza speciale, obbligo di soggiorno, ritiro
del passaporto. C'e' quindi un giro di vite sui precursori degli
esplosivi, con l'arresto per chi detiene o commercializza, senza
autorizzazione, sostanze che potrebbero venire usate per la
fabbricazione di ordigni. Si rafforza, inoltre, la possibilita'
di oscurare i siti che fanno propaganda islamista. Sara' stilata
una 'black list' dei siti filo-jihadisti con rimozione dei
contenuti incriminati.
Infine, non e' escluso che nel provvedimento finisca anche il
rifinanziamento dell'operazione Strade sicure, che prevede
l'impiego di un contingente di militari da parte dei prefetti
per la sicurezza nelle citta'. I militari impegnati
nell'operazione erano 4.250 fino al 31 dicembre. Ma dall'1
gennaio il numero e' sceso a 3mila, a causa della spending
review. Dopo Parigi il Governo ha espresso l'intenzione di
riportare a 4.250 i militari: per un anno servono circa 60
milioni di euro. (ANSA).
SERVIZIO CIVILE: SI INVERTE TENDENZA, TRIPLICATI I POSTI
QUEST'ANNO SARANNO 46-50MILA. IN ARRIVO ALTRI 8-10 MLN EURO
(di Angela Abbrescia)
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Non siamo ancora ai centomila
dell'obiettivo indicato dal premier Renzi entro il 2017, ma
certamente la tendenza degli ultimi anni al progressivo
azzeramento di risorse e di partenze del Servizio civile si e'
invertita. Nel 2015 potranno fare questa esperienza di
cittadinanza piu' di 46 mila giovani, ma ci si potra' avvicinare
ai 50 mila grazie a una novita' dell'ultima ora: 8-10 milioni di
risorse fresche, messe a disposizione dalla Presidenza del
Consiglio grazie ai risparmi sulle spese generali.
Se i posti messi a bando corrisponderanno ad altrettante
partenze (bisognera' vedere l'adesione giovanile ai progetti),
quest'anno partira' il 'contingente' piu' numeroso di tutta la
storia del Servizio civile. Risale al 2006 infatti il precedente
record con 45.890 partenze. Il numero piu' basso e' stato
raggiunto nel 2013 (896 giovani), mentre nel 2014 erano partiti
poco piu' di 15 mila ragazzi. "Quest'anno abbiamo triplicato - ha
sottolineato con soddisfazione il sottosegretario con delega
alle politiche giovanili e al Servizio civile, Luigi Bobba, in
una conferenza stampa a Palazzo Chigi - abbiamo cambiato il
passo e ci stiamo avvicinando all'obiettivo del 2017".
Nel 'calderone' dei 50 mila c'e' un po' di tutto: innanzitutto
il bando ordinario di Servizio civile nazionale, che verra'
pubblicato a marzo e che riguarda 34.386 giovani, di cui 684 in
progetti all'estero, e il bando speciale speciale per gli
invalidi e ciechi che sara' emanato entro la fine di gennaio (954
volontari). Poi c'e' Garanzia Giovani: le prime partenze,
relative al bando per 5.504 posti, sono previste entro marzo ed
e' in preparazione un altro bando per progetti che interesseranno
oltre 2016 volontari nelle regioni della Campania, Lazio,
Puglia, Sardegna, Umbria e Molise. Sono stati inoltre firmati i
protocolli di intesa con altri Ministeri, con l'Autorita'
nazionale anticorruzione e con l'expo 2015 che permettera' a
2.662 volontari di essere avviati a una esperienza di Servizio
civile. Ancora, e' partito a gennaio il primo contingente di
ragazzi del bando speciale di progetti autofinanziati che
riguarda 1.304 volontari.
Bobba ha anche reso noto che e' in dirittura di arrivo il
decreto sui "Corpi civili di pace", istituiti in via
sperimentale con la legge di stabilita' del 2013 che ha stanziato
9 milioni di euro, e che impegnera' nel prossimo triennio 500
giovani volontari, in azioni di pace non governative nelle aree
di conflitto o a rischio di conflitto nonche' nelle aree di
emergenza ambientale. Un tema delicato: scotta ancora la vicenda
di Greta e Vanessa, le due volontarie rapite in Siria e
rilasciate pochi giorni fa. Ma Bobba precisa che nel progetto e'
stato coinvolto il Ministero degli Esteri che avra' il compito di
individuare le localita' dove svolgere il servizio e i sistemi di
protezione per garantire il massimo della sicurezza. "Stiamo
ancora mettendo a punto il provvedimento proprio per non
trovarci in condizioni critiche. E poi prevediamo una formazione
rafforzata di questi giovani".
La conferenza stampa e' stata anche l'occasione per presentare
i risultati della ricerca realizzata nell'ambito del Rapporto
Giovani "Partecipazione sociale e servizio civile universale
dei giovani italiani", promossa dall'Istituto Giuseppe Toniolo
in collaborazione con l'Universita' Cattolica. Il 79,5% dei
giovani italiani considera favorevolmente il Servizio civile
universale che il Governo sta attivando. Pur essendo attualmente
poco conosciuto (meno del 10% lo conosce bene e il 35% ne ha
sentito vagamente parlare), possiede caratteristiche che la
grande maggioranza dei giovani considera utili e importanti:
consente infatti allo stesso tempo di esprimere valori di
solidarieta' e arricchisce il proprio saper essere e fare con
competenze spendibili anche nel mondo del lavoro, aspetto
cruciale per il 95% degli intervistati. (ANSA).
'NDRANGHETA: SGOMINATA FILIALE ROMANA, 31 ARRESTI
LA DROGA DAI NARCOS COLOMBIANI, COINVOLTA COOP MAFIA CAPITALE
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Una cellula della 'Ndrangheta
radicata da anni nella Capitale. Un'organizzazione collegata
alle cosche calabresi di San Luca che muoveva milioni di euro
attraverso il traffico internazionale di droga e puntava ad
accreditarsi come unico referente nella Capitale anche per la
camorra napoletana. A sgominarla gli uomini della Squadra Mobile
di Roma, guidati da Renato Cortese, e del Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza che all'alba hanno eseguito
un'ordinanza di custodia cautelare per 31 persone, di cui due
attualmente in Spagna. Circa 600 i chili di cocaina e hashish
sequestrati. Perquisita anche la cooperativa Edera, coinvolta
nelle indagini su Mafia Capitale, che assicurava lavoro a
detenuti per farli accedere a misure alternative al carcere. La
coop avrebbe dato in passato lavoro ad alcuni degli arrestati di
oggi.
Secondo gli inquirenti, la 'cellula' romana era in grado di
trattare con i narcos colombiani grazie ai propri emissari in
Colombia e Marocco, gestendo un giro di affari di decine di
milioni di euro con un traffico di cocaina di circa 1.500 chili.
Un'organizzazione spietata che si sarebbe macchiata anche di
diversi fatti di sangue nella Capitale, dava rifugio a latitante
e aveva una grande disponibilita' di armi. A quanto accertato
Giovanni Pizzata, uno degli arrestati, aveva costituito un vero
e proprio gruppo di fuoco a Roma. Tra gli episodi di cui si
sarebbero resi responsabili, il ferimento di un marocchino ad
Ardea, "reo" di aver occupato illegalmente una casa in cui
viveva un amico di Pizzata e la gambizzazione di un carrozziere,
a ottobre 2012, che aveva mancato di rispetto a due membri di
spicco del gruppo. Nel corso delle indagini e' stato ricostruito
e contestato anche un episodio di estorsione ai danni di un
imprenditore.
Le indagini sono scattate proprio in seguito a un fatto di
sangue: l'omicidio di Vincenzo Femia, ritenuto referente sul
territorio romano di una delle cosche di San Luca e assassinato
il 24 gennaio 2013. Un delitto per cui sono stati arrestati gli
esecutori e che avrebbe come movente dissidi tra 'famiglie' sul
prezzo della droga nella Capitale. Di fondamentale importanza
per l'attuale inchiesta le dichiarazioni fornite da uno degli
arrestati per il delitto Femia, Gianni Cretarola, diventato
collaboratore di giustizia. Nella sua abitazione di viale
Palmiro Togliatti, all'indomani dell'arresto avvenuto lo scorso
anno, e' stato trovato un quaderno con i riti di affiliazione
alla 'ndrangheta, scritti in codice, soprannominato 'Codice San
Luca'.
Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip del Tribunale di
Roma, ha evidenziato "un elevato coefficiente di pericolosita'
criminale degli indagati" che come obiettivo avrebbero avuto
quello di rafforzare le cosche nella Capitale.
"Roma e' considerata strategica per la 'ndrangheta. C'e' qualcuno
che addirittura ha detto 'Roma e' il futuro'". Ha sottolineato il
procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino, nel
corso di una conferenza stampa. "C'e' una presenza
'ndranghetista - ha aggiunto - allo stato non possiamo dire che
sia organizzata sul territorio con una locale, ma e' altrettanto
pericolosa". (ANSA).
CONTRAFFAZIONE: MERCE CON FALSO MARCHIO CE SEQUESTRATA SU A1
BLITZ DEI FINANZIERI. SIGILLI A OLTRE 64MILA PRODOTTI PERICOLOSI
(ANSA) - NAPOLI, 20 GEN - Oltre 64.000 prodotti, tra
materiale elettrico ed elettronico, recanti falsa marcatura "CE"
e ritenuti altamente pericolosi sono stati sequestrati nei
pressi della barriera dell'A1 di Napoli Nord dalla Guardia di
Finanza di Caserta. Il valore commerciale della merce ammonta a
oltre 200mila euro.
Il sequestro e' scattato dopo il controllo di un furgone
condotto da un cittadino italiano accompagnato da due soggetti
di etnia cinese, uno dei quali e' stato riconosciuto dai
finanzieri in quanto denunciato nei giorni precedenti alle
festivita' natalizie per il trasporto di giocattoli e luminarie
contraffatte. Insospettiti dalla circostanza, i militari hanno
proceduto ai rituali controlli riscontrando da subito che
l'ingente carico era sprovvisto dei documenti accompagnatori che
ne giustificassero la provenienza. Poi, al di sotto dei pacchi
contenenti vestiti, c'erano poi migliaia di articoli privi del
marchio CE. (ANSA).