SICUREZZA: EURISPES, MARINA E CARABINIERI LE FORZE PIU' AMATE - SICUREZZA: SAP ABBANDONA TAVOLO VIMINALE SU REGOLE INGAGGIO - MARO':"NAVE IN MISSIONE ANTIPIRATI",POI DIFESA SMENTISCE - NATO:2014 ANNO NERO SICUREZZA, BASTA TAGLI SPESE DIFESA

sabato 31 gennaio 2015

SICUREZZA: EURISPES, MARINA E CARABINIERI LE FORZE PIU' AMATE

GDF SUBITO DOPO. TRA MILITARI INCREMENTO MAGGIORE E' ESERCITO

   (ANSA) - ROMA, 30 GEN - Tra coloro che devono garantire la

sicurezza e la difesa del nostro paese, sono la Marina Militare

e i Carabinieri i Corpi piu' amati dagli italiani. E' quanto

emerge da un sondaggio condotto dall'Eurispes secondo il quale

la flessione di fiducia registrata l'anno scorso nei confronti

delle forze di polizia e armate ha rappresentato "un fenomeno

marginale", visto che nel 2015 tutti gli indicatori sono tornati

a crescere.

   Per quanto riguarda le forze armate, il sondaggio conferma

che la fiducia degli italiani nei confronti dei militari e' ampia

e sempre al di sopra del 50%. La Marina, con un +5,8% rispetto

all'anno scorso, e' la forza armata che raccoglie i maggiori

consensi, con il 73,5%. Segue l'Aeronautica, con il 72,3% ma un

aumento maggiore (7,1% rispetto al 2014) e, infine, l'Esercito,

che fa registrare un 68,4% di gradimento ma ha il piu' alto

incremento rispetto al 2014, (+8,1%).

   Tra le forze di polizia, l'Arma dei Carabinieri si conferma

l'Istituzione piu' amata, con il 73,4% dei consensi e un aumento

rispetto all'anno precedente di 3,5 punti percentuale. Al

secondo posto, per la prima volta nella serie storica 2008-2015,

si piazza la Guardia di Finanza che, con un incremento rispetto

al 2014 dell'8%, raggiunge il 66,8% di fiducia e supera la

Polizia di Stato, che si ferma al 63, nonostante un incremento

dell' 1,2% rispetto ai valori del 2014. Anche la fiducia nel

Corpo Forestale dello Stato cresce del 2,2%, portando il Corpo

ad una percentuale del 64,8%. Il balzo in avanti maggiore, pero',

e' della Polizia Penitenziaria che passa dal 45,6% al 57,8% (con

un incremento del 12,2%). Presentando i dati, il presidente

Eurispes Gian Maria Fara e' tornato sulla voci di unificazione

tra le forze di polizia sottolineando che "unificare Carabinieri

e Guardia di Finanza vorrebbe dire creare un Ogm". (ANSA).

 

 

SICUREZZA: SAP ABBANDONA TAVOLO VIMINALE SU REGOLE INGAGGIO

   (ANSA) - ROMA, 30 GEN - Il Sap ha abbandonato il tavolo

costituito al Viminale tra il Dipartimento di Pubblica Sicurezza

e i sindacati di polizia per riscrivere le regole d'ingaggio per

i poliziotti. Lo afferma il segretario dell'organizzazione

sindacale, Gianni Tonelli, sottolineando che "in un momento in

cui c'e' bisogno di dare maggiore sicurezza ai cittadini, il

Viminale e il Dipartimento della pubblica sicurezza tornano a

proporre 'regole di ingaggio' folli che porteranno i poliziotti

al 'macello giurisdizionale', disciplinare e civile"

   "Nei mesi scorsi avevamo evidenziato una serie di criticita' -

prosegue il sindacato - che sono purtroppo ancora tutte presenti

nel progetto. Ad esempio, si vuole imporre in capo ai poliziotti

la 'proporzionalita'' nell' uso dei mezzi di coazione fisica, che

neppure la legge oggi pretende. Come si potra', in questo caso,

intervenire anche soltanto con una banale carica di

alleggerimento per un blocco stradale o ferroviario, visto che

il diritto alla salute dei manifestanti potrebbe essere

astrattamente considerato prevalente rispetto agli eventuali

ritardi e disagi nella circolazione dei treni e nel traffico

stradale?.

   "Pensiamo poi agli scontri di piazza - aggiunge ancora

Tonelli - , come si puo' pensare di affrontare in un contesto di

guerriglia urbana persone travisate e armate utilizzando lo

sfollagente per colpire 'solo' gli arti superiori e inferiori,

evitando le articolazioni? Ma non basta. In presenza di una

persona in stato di allucinazione, in stato alterato per abuso

di sostanze alcoliche o stupefacenti, come possiamo 'congelare'

la situazione in attesa dell'arrivo del personale medico e

dell'eventuale trattamento sanitario obbligatorio?"

(ANSA).

 

MARO':"NAVE IN MISSIONE ANTIPIRATI",POI DIFESA SMENTISCE

L'ANNUNCIO DELLA MARINA, LE PROTESTE DI FORZA ITALIA E M5S

   (ANSA) - ROMA, 30 GEN - Nave Grecale della Marina militare

parte per la missione antipirateria Atalanta. Anzi no.

L'annuncio, dato dallo stato maggiore della Marina e' stato

smentito alcune ore dopo dallo stesso ministero della Difesa. In

mezzo, alcune dichiarazioni critiche di Forza Italia e Movimento

5 Stelle, secondo cui nessuna nave italiana dovrebbe partire per

operazioni antipirateria prima dell'approvazione del decreto

missioni e, soprattutto, della soluzione del caso maro'.

   Il comunicato della Marina e' circostanziato. "Continua

l'impegno della Marina militare nelle operazioni di contrasto

alla pirateria marittima nelle acque del Corno d'Africa.

Domenica 1 febbraio, la fregata Grecale partira' dalla Stazione

Navale Mar Grande di Taranto per dirigere verso il bacino Somalo

dove dara' il cambio al cacciatorpediniere Andrea Doria, che

conclude il semestre di comando dell'operazione Atalanta", la

missione antipirateria dell'Unione Europea. Segue la descrizione

dei preparativi compiuti in vista della missione, la

composizione della task force e quella dell'equipaggio: "241 tra

uomini e donne" compresi uomini e mezzi della Brigata San Marco.

   Maro' proprio come Salvatore Girone e Massimiliano Latorre,

che vengono evocati nelle prese di posizione politiche che

seguono a stretto giro la notizia della partenza di nave

Grecale. "Sorprende molto tale annuncio sia perche' non si ha

notizia della approvazione del decreto di proroga della nostra

partecipazione alle missioni internazionali, sia, soprattutto,

perche' il Parlamento ha deciso che una eventuale ulteriore

nostra partecipazione alle missioni antipirateria sarebbe stata

valutata in base agli sviluppi della vicenda Maro', purtroppo

come noto non ancora conclusa", dice il presidente della

Commissione Difesa della Camera, Elio Vito, di Forza Italia, che

chiede al Governo di "chiarire subito ed informare il Parlamento

prima di assumere qualunque decisione al riguardo". Gli fa eco

Maurizio Gasparri: "il Parlamento e' stato chiaro. Nessun nuovo

contributo se prima non si risolve la questione dei nostri due

Maro'. Nessuno poi ha visto il decreto di proroga della nostra

partecipazione alle missioni internazionali", afferma il

senatore di FI, chiedendo al Governo di smentire. In sintonia,

questa volta, anche M5S, che chiede all'Esecutivo di "fermare la

partenza e l'impiego" del Grecale "nel rispetto di un

emendamento approvato nell' ultimo decreto missioni secondo cui

ogni altra eventuale nostra partecipazione alle missioni

antipirateria sarebbe dovuta essere valutata sulla base degli

sviluppi del caso maro'".

   Non passa molto tempo, che arriva il dietrofront della

Difesa. Il comunicato ha un titolo secco: "Nessun impiego della

fregata grecale in missione antipirateria". Ed anche il testo e'

lapidario: "in merito alle notizie circa la partenza della

fregata Grecale per la missione antipirateria Atalanta, si

smentisce l'impiego dell'unita' navale nel bacino somalo. La nave

ha terminato le operazioni di approntamento connesse con le

normali operazioni della Marina militare nel bacino

mediterraneo".

   Dunque che cosa e' successo? Come mai questo corto circuito

tra Marina e Difesa? Secondo quanto e' stato possibile

ricostruire, nave Grecale sarebbe effettivamente destinata ad

avvicendare l'Andrea Doria nella missione Atalanta, in base ad

una programmazione che necessariamente viene fatta molti mesi

prima e che non tiene conto delle "variabili politiche". La

programmazione prevede che, terminate una serie di esercitazioni

e concluso l'approntamento, la nave salpi domenica da Taranto,

con destinazione Corno d'Africa, per ricongiungersi alle altre

unita' del dispositivo Atalanta. Per giungere a destinazione sono

necessarie un paio di settimane: un margine di tempo considerato

sufficiente per l'approvazione del decreto missioni. Cosi', in

caso di ok alla partecipazione ad Atalanta, la nave sarebbe gia'

stata sul posto pronta ad entrare in azione; in caso di una

improbabile bocciatura, invece, avrebbe fatto marcia indietro,

svolgendo comunque quell'attivita' di navigazione che e' prevista

per ogni unita' della flotta della Marina. Formalmente, pero',

senza il decreto che da' il via libera, domenica il Grecale non

puo' salpare per nessuna missione anti pirati ed e' per questo che

l'annuncio ha spiazzato, costringendo la Difesa ad una smentita

ufficiale. (ANSA).

 

NATO:2014 ANNO NERO SICUREZZA, BASTA TAGLI SPESE DIFESA

STOLTENBERG,QUADRUPLICATE IN 12 MESI INTERCETTAZIONI AEREI RUSSI

   (di Marco Galdi)

   (ANSA) - BRUXELLES, 30 GEN - Per il segretario generale della

Nato, il 2014 "e' stato l'anno nero della sicurezza". Questo 2015

segnato dalla fine dei 13 anni di missione in Afghanistan - di

gran lunga la piu' grande nella storia della Nato - e' cominciato

con "gli attentati di Parigi che ci hanno brutalmente ricordato

le minacce e le sfide che dobbiamo affrontare". Ed ora, per

rispondere a est alla Russia che aggredisce l'Ucraina e "investe

sempre di piu' in spese militari nonostante la crisi economica" e

per contribuire a combattere il terrorismo di matrice islamica

che viene da sud, e' "essenziale investire di piu' nella difesa".

E' questo l'appello che il segretario generale dell'Alleanza

Atlantica, Jens Stoltenberg, torna a lanciare presentando nel

quartier generale di Bruxelles il rapporto annuale.

   Quella in Afghanistan, ricorda, e' stata missione lanciata per

combattere il terrorismo. Ma ora la Nato deve tornare a guardare

soprattutto a est. Contro la minaccia dei foreign fighters, i

combattenti spesso nati nei paesi occidentali, lascia intendere

il norvegese, e' l'intelligence la prima arma. E la Nato da' un

contributo, tanto col vitale scambio di informazioni quanto con

lo sviluppo di tecnologie per la individuazione a distanza di

esplosivi. Inoltre sta valutando come tornare ad aiutare l'Iraq

nella formazione delle sue forze armate, ora che il governo di

Baghdad ha presentato formale richiesta. Ma e' soprattutto a est

che la Nato torna a guardare.

   Alla Russia che "sta aumentando la sua presenza di forze

armate e le forniture ai separatisti di artiglieria, razzi,

carri armati e veicoli corazzati" l'Alleanza puo' rispondere solo

alzando il livello di allerta e la capacita' di risposta. "Non

c'e' una soluzione militare", ricorda Stoltenberg che per questo

da' il "benvenuto alle sanzioni" europee, unica risposta

possibile tra i due estremi "del non fare nulla e reagire con

mezzi militari". Intanto "bisogna far si' che a nessuno venga

neppure l'idea di poter attaccare un membro della Nato".

   Quindi la prossima settimana la ministeriale difesa dara' il

via libera alla forza di intervento rapido che avra' basi

logistiche di pronto uso in sei paesi dell'est: Polonia,

Estonia, Lituania, Lettonia, Romania e Bulgaria. "E' il piu'

grande rinforzo dalla fine della guerra fredda", lo definisce il

segretario generale, che poi snocciola numeri della risposta

data finora dalla Nato: 200 esercitazioni (ovvero una ogni due

giorni) e 400 intercettazioni di aerei russi (numero

"quadruplicato rispetto al 2013). Garantendo anche che "il

canale della comunicazione militare con i russi", nonostante la

prolungata sospensione della cooperazione pratica, "resta aperto

per evitare malintesi".

   Ma il numero piu' preoccupante per la Nato e' quello dell'

ulteriore taglio alle spese militari degli alleati europei: 7

miliardi in meno su 252 di budget complessivo, pari al -3% anche

nel 2014. Al summit di settembre in Galles, ricorda Stoltenberg,

i 28 si sono impegnati a fermare il declino "cominciato

giustamente per la fine della guerra fredda e poi continuato per

la crisi economica". "Ma ora - ricorda - non possiamo continuare

ad aumentare gli impegni e le capacita' continuando a tagliare le

spese della difesa".

   I paesi membri della Nato dovrebbero impegnare almeno il 2%

del Pil in spese per la difesa, ma in Europa - a parte la Grecia

(che "e' sempre stato un fedele alleato e lo restera'" anche ora

che al governo c'e' Alexis Tsipras e alla difesa un ministro di

destra con amicizie in Russia) e Gran Bretagna - nessuno ci si

attiene. Con Germania e Italia che stanno poco sopra la meta'.

"Ne ho parlato con la cancelliera Merkel e ne parlero' con il

premier Renzi", dice Stoltenberg: "Perche' fermare il declino

delle spese militari e' la prima priorita'". (ANSA).


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