SICUREZZA: EURISPES, MARINA E CARABINIERI LE FORZE PIU' AMATE - SICUREZZA: SAP ABBANDONA TAVOLO VIMINALE SU REGOLE INGAGGIO - MARO':"NAVE IN MISSIONE ANTIPIRATI",POI DIFESA SMENTISCE - NATO:2014 ANNO NERO SICUREZZA, BASTA TAGLI SPESE DIFESA
SICUREZZA: EURISPES, MARINA E CARABINIERI LE FORZE PIU' AMATE
GDF SUBITO DOPO. TRA MILITARI INCREMENTO MAGGIORE E' ESERCITO
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Tra coloro che devono garantire la
sicurezza e la difesa del nostro paese, sono la Marina Militare
e i Carabinieri i Corpi piu' amati dagli italiani. E' quanto
emerge da un sondaggio condotto dall'Eurispes secondo il quale
la flessione di fiducia registrata l'anno scorso nei confronti
delle forze di polizia e armate ha rappresentato "un fenomeno
marginale", visto che nel 2015 tutti gli indicatori sono tornati
a crescere.
Per quanto riguarda le forze armate, il sondaggio conferma
che la fiducia degli italiani nei confronti dei militari e' ampia
e sempre al di sopra del 50%. La Marina, con un +5,8% rispetto
all'anno scorso, e' la forza armata che raccoglie i maggiori
consensi, con il 73,5%. Segue l'Aeronautica, con il 72,3% ma un
aumento maggiore (7,1% rispetto al 2014) e, infine, l'Esercito,
che fa registrare un 68,4% di gradimento ma ha il piu' alto
incremento rispetto al 2014, (+8,1%).
Tra le forze di polizia, l'Arma dei Carabinieri si conferma
l'Istituzione piu' amata, con il 73,4% dei consensi e un aumento
rispetto all'anno precedente di 3,5 punti percentuale. Al
secondo posto, per la prima volta nella serie storica 2008-2015,
si piazza la Guardia di Finanza che, con un incremento rispetto
al 2014 dell'8%, raggiunge il 66,8% di fiducia e supera la
Polizia di Stato, che si ferma al 63, nonostante un incremento
dell' 1,2% rispetto ai valori del 2014. Anche la fiducia nel
Corpo Forestale dello Stato cresce del 2,2%, portando il Corpo
ad una percentuale del 64,8%. Il balzo in avanti maggiore, pero',
e' della Polizia Penitenziaria che passa dal 45,6% al 57,8% (con
un incremento del 12,2%). Presentando i dati, il presidente
Eurispes Gian Maria Fara e' tornato sulla voci di unificazione
tra le forze di polizia sottolineando che "unificare Carabinieri
e Guardia di Finanza vorrebbe dire creare un Ogm". (ANSA).
SICUREZZA: SAP ABBANDONA TAVOLO VIMINALE SU REGOLE INGAGGIO
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Il Sap ha abbandonato il tavolo
costituito al Viminale tra il Dipartimento di Pubblica Sicurezza
e i sindacati di polizia per riscrivere le regole d'ingaggio per
i poliziotti. Lo afferma il segretario dell'organizzazione
sindacale, Gianni Tonelli, sottolineando che "in un momento in
cui c'e' bisogno di dare maggiore sicurezza ai cittadini, il
Viminale e il Dipartimento della pubblica sicurezza tornano a
proporre 'regole di ingaggio' folli che porteranno i poliziotti
al 'macello giurisdizionale', disciplinare e civile"
"Nei mesi scorsi avevamo evidenziato una serie di criticita' -
prosegue il sindacato - che sono purtroppo ancora tutte presenti
nel progetto. Ad esempio, si vuole imporre in capo ai poliziotti
la 'proporzionalita'' nell' uso dei mezzi di coazione fisica, che
neppure la legge oggi pretende. Come si potra', in questo caso,
intervenire anche soltanto con una banale carica di
alleggerimento per un blocco stradale o ferroviario, visto che
il diritto alla salute dei manifestanti potrebbe essere
astrattamente considerato prevalente rispetto agli eventuali
ritardi e disagi nella circolazione dei treni e nel traffico
stradale?.
"Pensiamo poi agli scontri di piazza - aggiunge ancora
Tonelli - , come si puo' pensare di affrontare in un contesto di
guerriglia urbana persone travisate e armate utilizzando lo
sfollagente per colpire 'solo' gli arti superiori e inferiori,
evitando le articolazioni? Ma non basta. In presenza di una
persona in stato di allucinazione, in stato alterato per abuso
di sostanze alcoliche o stupefacenti, come possiamo 'congelare'
la situazione in attesa dell'arrivo del personale medico e
dell'eventuale trattamento sanitario obbligatorio?"
(ANSA).
MARO':"NAVE IN MISSIONE ANTIPIRATI",POI DIFESA SMENTISCE
L'ANNUNCIO DELLA MARINA, LE PROTESTE DI FORZA ITALIA E M5S
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Nave Grecale della Marina militare
parte per la missione antipirateria Atalanta. Anzi no.
L'annuncio, dato dallo stato maggiore della Marina e' stato
smentito alcune ore dopo dallo stesso ministero della Difesa. In
mezzo, alcune dichiarazioni critiche di Forza Italia e Movimento
5 Stelle, secondo cui nessuna nave italiana dovrebbe partire per
operazioni antipirateria prima dell'approvazione del decreto
missioni e, soprattutto, della soluzione del caso maro'.
Il comunicato della Marina e' circostanziato. "Continua
l'impegno della Marina militare nelle operazioni di contrasto
alla pirateria marittima nelle acque del Corno d'Africa.
Domenica 1 febbraio, la fregata Grecale partira' dalla Stazione
Navale Mar Grande di Taranto per dirigere verso il bacino Somalo
dove dara' il cambio al cacciatorpediniere Andrea Doria, che
conclude il semestre di comando dell'operazione Atalanta", la
missione antipirateria dell'Unione Europea. Segue la descrizione
dei preparativi compiuti in vista della missione, la
composizione della task force e quella dell'equipaggio: "241 tra
uomini e donne" compresi uomini e mezzi della Brigata San Marco.
Maro' proprio come Salvatore Girone e Massimiliano Latorre,
che vengono evocati nelle prese di posizione politiche che
seguono a stretto giro la notizia della partenza di nave
Grecale. "Sorprende molto tale annuncio sia perche' non si ha
notizia della approvazione del decreto di proroga della nostra
partecipazione alle missioni internazionali, sia, soprattutto,
perche' il Parlamento ha deciso che una eventuale ulteriore
nostra partecipazione alle missioni antipirateria sarebbe stata
valutata in base agli sviluppi della vicenda Maro', purtroppo
come noto non ancora conclusa", dice il presidente della
Commissione Difesa della Camera, Elio Vito, di Forza Italia, che
chiede al Governo di "chiarire subito ed informare il Parlamento
prima di assumere qualunque decisione al riguardo". Gli fa eco
Maurizio Gasparri: "il Parlamento e' stato chiaro. Nessun nuovo
contributo se prima non si risolve la questione dei nostri due
Maro'. Nessuno poi ha visto il decreto di proroga della nostra
partecipazione alle missioni internazionali", afferma il
senatore di FI, chiedendo al Governo di smentire. In sintonia,
questa volta, anche M5S, che chiede all'Esecutivo di "fermare la
partenza e l'impiego" del Grecale "nel rispetto di un
emendamento approvato nell' ultimo decreto missioni secondo cui
ogni altra eventuale nostra partecipazione alle missioni
antipirateria sarebbe dovuta essere valutata sulla base degli
sviluppi del caso maro'".
Non passa molto tempo, che arriva il dietrofront della
Difesa. Il comunicato ha un titolo secco: "Nessun impiego della
fregata grecale in missione antipirateria". Ed anche il testo e'
lapidario: "in merito alle notizie circa la partenza della
fregata Grecale per la missione antipirateria Atalanta, si
smentisce l'impiego dell'unita' navale nel bacino somalo. La nave
ha terminato le operazioni di approntamento connesse con le
normali operazioni della Marina militare nel bacino
mediterraneo".
Dunque che cosa e' successo? Come mai questo corto circuito
tra Marina e Difesa? Secondo quanto e' stato possibile
ricostruire, nave Grecale sarebbe effettivamente destinata ad
avvicendare l'Andrea Doria nella missione Atalanta, in base ad
una programmazione che necessariamente viene fatta molti mesi
prima e che non tiene conto delle "variabili politiche". La
programmazione prevede che, terminate una serie di esercitazioni
e concluso l'approntamento, la nave salpi domenica da Taranto,
con destinazione Corno d'Africa, per ricongiungersi alle altre
unita' del dispositivo Atalanta. Per giungere a destinazione sono
necessarie un paio di settimane: un margine di tempo considerato
sufficiente per l'approvazione del decreto missioni. Cosi', in
caso di ok alla partecipazione ad Atalanta, la nave sarebbe gia'
stata sul posto pronta ad entrare in azione; in caso di una
improbabile bocciatura, invece, avrebbe fatto marcia indietro,
svolgendo comunque quell'attivita' di navigazione che e' prevista
per ogni unita' della flotta della Marina. Formalmente, pero',
senza il decreto che da' il via libera, domenica il Grecale non
puo' salpare per nessuna missione anti pirati ed e' per questo che
l'annuncio ha spiazzato, costringendo la Difesa ad una smentita
ufficiale. (ANSA).
NATO:2014 ANNO NERO SICUREZZA, BASTA TAGLI SPESE DIFESA
STOLTENBERG,QUADRUPLICATE IN 12 MESI INTERCETTAZIONI AEREI RUSSI
(di Marco Galdi)
(ANSA) - BRUXELLES, 30 GEN - Per il segretario generale della
Nato, il 2014 "e' stato l'anno nero della sicurezza". Questo 2015
segnato dalla fine dei 13 anni di missione in Afghanistan - di
gran lunga la piu' grande nella storia della Nato - e' cominciato
con "gli attentati di Parigi che ci hanno brutalmente ricordato
le minacce e le sfide che dobbiamo affrontare". Ed ora, per
rispondere a est alla Russia che aggredisce l'Ucraina e "investe
sempre di piu' in spese militari nonostante la crisi economica" e
per contribuire a combattere il terrorismo di matrice islamica
che viene da sud, e' "essenziale investire di piu' nella difesa".
E' questo l'appello che il segretario generale dell'Alleanza
Atlantica, Jens Stoltenberg, torna a lanciare presentando nel
quartier generale di Bruxelles il rapporto annuale.
Quella in Afghanistan, ricorda, e' stata missione lanciata per
combattere il terrorismo. Ma ora la Nato deve tornare a guardare
soprattutto a est. Contro la minaccia dei foreign fighters, i
combattenti spesso nati nei paesi occidentali, lascia intendere
il norvegese, e' l'intelligence la prima arma. E la Nato da' un
contributo, tanto col vitale scambio di informazioni quanto con
lo sviluppo di tecnologie per la individuazione a distanza di
esplosivi. Inoltre sta valutando come tornare ad aiutare l'Iraq
nella formazione delle sue forze armate, ora che il governo di
Baghdad ha presentato formale richiesta. Ma e' soprattutto a est
che la Nato torna a guardare.
Alla Russia che "sta aumentando la sua presenza di forze
armate e le forniture ai separatisti di artiglieria, razzi,
carri armati e veicoli corazzati" l'Alleanza puo' rispondere solo
alzando il livello di allerta e la capacita' di risposta. "Non
c'e' una soluzione militare", ricorda Stoltenberg che per questo
da' il "benvenuto alle sanzioni" europee, unica risposta
possibile tra i due estremi "del non fare nulla e reagire con
mezzi militari". Intanto "bisogna far si' che a nessuno venga
neppure l'idea di poter attaccare un membro della Nato".
Quindi la prossima settimana la ministeriale difesa dara' il
via libera alla forza di intervento rapido che avra' basi
logistiche di pronto uso in sei paesi dell'est: Polonia,
Estonia, Lituania, Lettonia, Romania e Bulgaria. "E' il piu'
grande rinforzo dalla fine della guerra fredda", lo definisce il
segretario generale, che poi snocciola numeri della risposta
data finora dalla Nato: 200 esercitazioni (ovvero una ogni due
giorni) e 400 intercettazioni di aerei russi (numero
"quadruplicato rispetto al 2013). Garantendo anche che "il
canale della comunicazione militare con i russi", nonostante la
prolungata sospensione della cooperazione pratica, "resta aperto
per evitare malintesi".
Ma il numero piu' preoccupante per la Nato e' quello dell'
ulteriore taglio alle spese militari degli alleati europei: 7
miliardi in meno su 252 di budget complessivo, pari al -3% anche
nel 2014. Al summit di settembre in Galles, ricorda Stoltenberg,
i 28 si sono impegnati a fermare il declino "cominciato
giustamente per la fine della guerra fredda e poi continuato per
la crisi economica". "Ma ora - ricorda - non possiamo continuare
ad aumentare gli impegni e le capacita' continuando a tagliare le
spese della difesa".
I paesi membri della Nato dovrebbero impegnare almeno il 2%
del Pil in spese per la difesa, ma in Europa - a parte la Grecia
(che "e' sempre stato un fedele alleato e lo restera'" anche ora
che al governo c'e' Alexis Tsipras e alla difesa un ministro di
destra con amicizie in Russia) e Gran Bretagna - nessuno ci si
attiene. Con Germania e Italia che stanno poco sopra la meta'.
"Ne ho parlato con la cancelliera Merkel e ne parlero' con il
premier Renzi", dice Stoltenberg: "Perche' fermare il declino
delle spese militari e' la prima priorita'". (ANSA).