RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE: LA SALERNO-REGGIO CALABRIA DELLE RIFORME, OGNI ANNO DI RINVIO E' UN ANNO DA BUTTARE VIA di Domenico Vallefuoco

mercoledì 11 marzo 2015

Per molti “animatori” di questa associazione di Finanzieri e Cittadini è ancora urgente riportare in evidenza la questione della famosa promessa di “riforma della rappresentanza militare”.

“Senza riforme, anche il 2015 sarà un anno da buttare via” ha dichiarato ad El Pais un ex governatore della banca di Spagna e così si continua a seguire questa Salerno-Reggio Calabria delle riforme, oggi il cantiere “riforma della rappresentanza militare” è sempre allo stesso punto di partenza, all’altezza della 4^ Commissione Difesa della Camera, lavori che se non dovessero riattivarsi presto, anche questo 2015  sarà da buttare via e di anni ne sono stati buttati tanti, tantissimi, sacchi pieni di carte e di registrazioni ammucchiate chissà dove; faldoni di trascrizioni, discussioni, convocazioni, bozze e contro-bozze di proposte, spesso simili, qualcuna di segno opposto, ma comunque tutte finite nell’inutilità assoluta. L’on. Ramponi ne aveva una che presentava il primo giorno di ogni nuovo mandato e che per fortuna, alla sua uscita definitiva dal Parlamento, gli è rimasta in valigia… avrebbe portato il tutto a ritroso di quaranta anni; anche una giovane on. Pinotti (nella foto), entrata nel PCI “perché era il partito degli ultimi”, aveva abbracciato questo tema dei diritti degli ultimi in ambito militare con molta energia e per lungo tempo, fino a diventare Ministro della Difesa… ora ha altre priorità, gli ultimi sono sempre lì e possono aspettare (anzi, sono proprio noiosi), è un classico.

All’esame della Commissione Difesa le proposte sono tante e tutte favorevoli al riconoscimento di tutele ai militari, la maggioranza dei partiti, per fortuna, sono per il diritto di sindacato. Quest’anno, poi, rispetto alle monotone decennali puntate precedenti, i parlamentari ai quali è stata affidata questa fatica di Ercole hanno introdotto anche la novità di ascoltare alcuni esperti giuristi per esprimersi su delle sentenze favorevoli ai diritti dei militari emesse in ambito comunitario dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo (manca solo il telefono azzurro). Speriamo che in qualche intervallo, informalmente, questi esperti abbiano spazio e modo di sussurrare alla politica che della necessità di un sindacato per i militari ne hanno sentito parlare quando in Messico si giocavano i mondiali del 1970 e che essa oltre a riguardare importanti diritti di centinaia di migliaia di lavoratori delle Forze Armate coinvolge sessantamila finanzieri che un carro armato non l’hanno mai guidato e che dei moderni sistemi d’arma di difesa di uno Stato ne hanno avuto notizia solo al telegiornale.

Anche l’associazione di cittadini e finanzieri, FICIESSE,  che considera la “Guardia di Finanza patrimonio del paese”, si è apertamente schierata per la smilitarizzazione della stessa, condizione militare per troppi anni posta tra le ragioni di sopravvivenza del Corpo… i cittadini pagano le tasse per avere un servizio non certo per soddisfare orgogli e nostalgie.

Mi permetto di suggerire a tutti gli interessati di questa storia infinita dei diritti ai militari, di sforzarsi un po’ di più e riuscire a non cestinare anche questo 2015, nessuno è così ricco da sprecare tutta questa vita.

Domenico Vallefuoco


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