RIFORMA FORZE DI POLIZIA: LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO. DAVANTI AL GRANITICO MURO DEI GENERALI ANCHE IL BALDANZOSO RENZI È STATO COSTRETTO A FARE MARCIA INDIETRO – di Giovanni Surano
RIFORMA FORZE DI POLIZIA: NULLA DI FATTO, IL DISEGNO DI LEGGE MADIA ACCORPA SOLO LA FORESTALE ALLA POLIZIA DI STATO
Alla fine la montagna ha partorito il classico topolino. Del resto era ampiamente prevedibile che tematiche di questa portata non avrebbero passato le forche caudine dei veti contrapposti, e quindi ogni proposito di razionalizzare, fondere o accorpare le forze di polizia deve essere rinviato a tempi migliori. Nessuna condizione richiesta per una riforma epocale è oggi sussistente: il Governo si regge su quei numeri risicati che la disponibilità a intermittenza di Forza Italia gli assicura, per non parlare delle fibrillazioni che si registrano tra lo stesso partito di maggioranza. Come in passato dunque, la questione è stata archiviata con un nulla di fatto, salvo che non si voglia far passare per riforma epocale della Sicurezza l’accorpamento di poche migliaia di forestali alla Polizia di Stato. Le frasi con cui in passato si alzava bandiera bianca erano (e sono) sempre le stesse: “i tempi non sono maturi”, “non ci sono le condizioni”, “bisogna riflettere meglio” ed è così che l’eterno stop and go di questi anni di vita repubblicana, dove tutti i partiti convenivano che cinque forze di polizie erano troppe e quindi si premuravano di studiare, analizzare, vedere, capire, salvo rompersi la testa sulla muraglia eretta dai generali, si è puntualmente riproposto con il governo Renzi e con la c.d. riforma Madia. I tentativi di riformare seriamente il comparto Sicurezza ci sono stati dunque, anche quelli di mera facciata, ma, come si è detto, rimanevano solo tentativi e nulla più, e nessuna novità rispetto al passato è stata registrata dopo la recente riscrittura dell’articolo 7 del Disegno di legge n. 1577 in Commissione Affari costituzionali del Senato.
Roberto Maroni, tanto per dire, quel signore che in passato ha fatto anche il ministro degli interni e che in questi giorni con stucchevole retorica declamava la necessità di conservare tutte le cinque forze di polizia, quando era ministro pensava fosse irrimandabile “fare il tagliando”, come ebbe a dire riferendosi alla legge 121/1981. Nobile intento che naufragò in un pittoresco quadro fantozziano che vale la pena ricordare. Ebbe l’idea, il Maroni, di mandare alcuni funzionari del suo ministero a vedere come funzionava e com’era organizzata la sicurezza in Francia, dove pochi mesi prima il governo aveva accorpato Polizia e Gendarmeria sotto lo stesso ministero… degli Interni ovviamente! Già questo a suo tempo suscitò l’ilarità di qualcuno, non che la Francia avesse fatto la riforma ma che Maroni mandasse i suoi funzionari per farsela spiegare. Del resto, come si poteva rimanere impassibili e non sganasciarsi dalle risate immaginando, con una certa dose di humor, che questi funzionari maroniani con un francese maccheronico alla Totò e Peppino bussassero alla porta del Ministro degli interni francese per farsi spiegare com’era riuscito a portare la Gendarmerie alle sue dipendenze. Gogol ci avrebbe scritto un romanzo e lo avrebbe intitolato: I Funzionari di Maroni. Non si è mai capito poi, sempre a proposito di questi funzionari, se il loro soggiorno oltralpe sia stato lungo o breve, cosa abbiano fatto in particolare e a chi abbiano riferito al ritorno in Italia, tutte domande da relegare nel mistero di Fatima che la stessa Vergine Maria si sarà guardata bene dal rivelare ai pastorelli. E intanto i francesi avevano riformato l’organizzazione della loro sicurezza chiarendo che i poliziotti (sia civili che militari) dovevano dipendere dagli Interni e i soldati dalla Difesa. Noi invece inviamo funzionari in giro per l’Europa perché capiscano cosa fare, e rimandiamo alle calende greche la questione Sicurezza. Il risultato è che dopo anni di sterili discussioni ci ritroviamo la solita armata Brancaleone dove il poliziotto fa il soldato, il soldato il poliziotto, e tutti fanno il soldato e il poliziotto.
Ma da Renzi qualche inguaribile ottimista si aspettava di più, visto come il toscanaccio aveva strapazzato i giudici ed il personale della scuola scodellando due riforme senza sentire le rispettive rappresentanze sindacali. Cacchio! Si diceva, questo fa sul serio, vuoi vedere che riforma per davvero anche le forze di polizia? E invece abbiamo visto com’è finita: accorpamento della sola Forestale alla P.S.
Da questo si arguisce che la questione forze di polizia non è alla portata di un Maroni qualunque ma neanche di un Renzi qualunque. Forse l’intervento di qualche divinità potrebbe far cambiare le cose, ma fino a quando i nostri governanti si reggeranno sui veti incrociati e con maggioranze traballanti, le corporazioni avranno la meglio e detteranno l’agenda politica sul tema sicurezza. Quanto a Renzi, farebbe bene a smettere i panni dell’indomabile condottiero che con sprezzo del pericolo crede, come fece S. Giorgio col drago, di annientare il male incarnato dagli sprechi pubblici. Perché se è risultato agevole riformare la scuola e modificare la responsabilità civile dei magistrati senza il consenso delle rappresentanze sindacali e quindi è stato facile fare la voce grossa con frasi tipo “noi andiamo avanti comunque etc etc.”, quando invece l’interlocutore ha assunto la mole del granitico muro dei generali beh, in tal caso, anche il baldanzoso e saccente Renzi è stato costretto a fare marcia indietro. Questo si è capito.
Giovanni Surano
Ficiesse – Sezione di Lecce
giovanni.surano@libero.it