FISCO: QUANTO DICHIARANO E PAGANO GLI ITALIANI. LE FASCE DI REDDITO E LA PERCENTUALE DI IRPEF VERSATA. 46% ITALIANI SOTTO 15.000 EURO,PAGA CLASSE MEDIA
FISCO: QUANTO DICHIARANO E PAGANO GLI ITALIANI
LE FASCE DI REDDITO E LA PERCENTUALE DI IRPEF VERSATA
(ANSA) - ROMA, 2 APR - I contribuenti che dichiarano sotto i
15.000 euro sono il 46,56% del totale e versano il 5,05%
dell'Irpef, mentre il peso maggiore dell'imposta (il 58,03%)
viene sostenuto dai contribuenti di reddito medio, tra i 15.000
e i 50.000 euro dichiarati.
Il numero dei contribuenti si assottiglia con il crescere del
reddito ma sale la quota versata: il 3,83% che guadagna sopra i
50.000 euro ma sotto i 100.000 versa circa il 16,97% del totale,
quasi quando l'1,01% dei cittadini ''Paperoni'' che al fisco
dichiarano oltre questo importo.
Ecco una tabella elaborata in base ai dati delle
dichiarazioni resi noti oggi dal Dipartimento per le Politiche
fiscali del ministero dell'Economia.
REDDITI NUMERO %SU CONTRIBUENTI QUOTA IRPEF
CONTRIBUENTI TOTALI SUL TOTALE
- Tra 0 e
15.000 euro 19.079.701 46,56% 5,05%
- tra 15.000 e
50.000 euro 19.918.863 48,60% 58,03%
- tra 50.000 e
100.000 euro 1.575.693 3,83% 19,95%
- oltre 100.000
euro 415.310 1,01% 16,97%
----------------------------------------------------------------
TOTALE 40.989.567 100,00% 100,00%
(ANSA).
FISCO CHIUDE 2014 A QUOTA 50,3%.DEF,MARTEDI' NUOVE STIME
ISTAT,A FINE ANNO RIPARTITA SPESA FAMIGLIE,FERMO POTERE ACQUISTO
(ANSA) - ROMA, 2 APR - L'Italia si avvia a chiudere la
partita 2014 con l'Ue sul rapporto deficit-Pil che l'Istat
conferma al 3% - gia' notificato all'Eurostat - con gli ultimi
dati trimestrali. Ma la pressione fiscale continua a salire,
toccando il 50,3% nel quarto trimestre dell'anno e il 43,5%
nell'intero 2014, seppur in entrambi i casi con un aumento di
0,1 punti percentuali nel confronto tendenziale con il 2013.
Sono questi gli ultimi dati elaborati dall'Istat sul 2014 che
arrivano proprio mentre il governo fa gli ultimi ritocchi al
Def, il Documento di Economia e Finanza, che approda Martedi' al
Consiglio dei Ministri con le ultime stime che il governo
programma di realizzare per il prossimo triennio. Il governo
ritoccherebbe al rialzo le stime di crescita del 2015,
portandole da +0,6% indicato lo scorso settembre ad un +0,7%:
una valutazione prudente legata ai dati contrastanti della
produzione nel mese di gennaio.
Ma come si e' chiuso il 2014 lo racconta l'Istat. Il potere
d'acquisto delle famiglie, in un contesto di bassa inflazione se
non di deflazione, resta invariato (arrestando comunque la
caduta dei sei anni precedenti, dal 2008 al 2013). Riparte,
pero', la spesa delle stesse famiglie: sempre dai dati
dell'Istituto di statistica emerge infatti una ripresa in tal
senso che si attesta ad un +0,5% nel 2014 rispetto al 2013 (il
primo segno positivo dopo i due cali successivi registrati nel
2012 e 2013, rispettivamente -1,3% e -1,8%, preceduti dal +2,9%
del 2011). Una crescita che risulta superiore a quella del
reddito disponibile in valori correnti sempre delle famiglie
consumatrici, salito dello 0,2% nel 2014. Al contempo diminuisce
la loro propensione al risparmio, che nell'anno risulta pari
all'8,6% (con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto
all'anno precedente). Non si arresta invece la discesa della
quota di profitto delle imprese che arriva a toccare il 40,6%
(diminuendo di 0,8 punti percentuali rispetto al 2013) toccando
cosi' il nuovo minimo dall'inizio delle relative serie storiche,
il 1995.
Tornando al rapporto deficit-Pil, l'Istat diffondendo gli
ultimi dati trimestrali sui conti pubblici lo indica nel quarto
trimestre del 2014 al 2,3%, superiore di 1,1 punti percentuali
rispetto al corrispondente trimestre del 2013. E lo conferma al
3% nel 2014 (era al 2,9% nel 2013). Sono stati rivisti in
miglioramento i primi tre trimestri del 2014. L'Istituto spiega
che "le stime degli aggregati trimestrali del conto delle
amministrazioni pubbliche sono coerenti con il conto annuale
trasmesso ad Eurostat il 31 marzo, all'interno della procedura
di notifica in applicazione del Protocollo sulla Procedura per i
deficit eccessivi".
Dagli ultimi dati trimestrali emerge, inoltre, che la spesa
per interessi passivi dell'Italia nel quarto trimestre del 2014
risulta in calo del 4,6% rispetto allo stesso trimestre del
2013, passando da circa 20,7 miliardi di euro a circa 19,7
miliardi di euro. A spingere in giu' questa spesa, il calo dei
tassi dei titoli di stato italiani, con la conseguente riduzione
dello spread.
Ma e' l'aumento del peso delle tasse che preoccupa sindacati
e consumatori. La Cisl sottolinea che anche il bonus di 80 euro,
introdotto da maggio dell'anno scorso, "non e' bastato a ridurre
la pressione fiscale complessiva", perche' il suo effetto e' stato
"compensato dall'aumento della fiscalita' locale, delle accise e
dell'Iva". Per questo chiede al governo di "ampliare l'ammontare
del bonus, estendendolo a tutti i lavoratori, ai pensionati e
agli incapienti e di bloccare l'aumento delle addizionali
regionali e locali, in attesa di una revisione complessiva della
fiscalita' locale". La Uil parla di un livello attuale di
pressione fiscale "incompatibile con una ripresa stabile e
duratura dell'economia". Il Codacons, ricordando che e' passata
dal 41,8% del 2004 al 43,5% del 2014, sostiene che "l'Italia e'
il paese europeo dove le tasse crescono piu' velocemente a fronte
di servizi in costante diminuzione".
FISCO: 46% ITALIANI SOTTO 15.000 EURO,PAGA CLASSE MEDIA
SOLO 30.000 PAPERONI, EFFETTO FORNERO, CALO PENSIONATI
(di Francesco Carbone)
(ANSA) - ROMA, 2 APR - In Italia la maggior quota di Irpef
(811 miliardi dichiarati nel 2013) la pagano i contribuenti
sotto i 50.000 euro di reddito: ben il 64% con un 49%
concentrato tra i 15mila e i 50mila e un 5% sotto i 15.000 euro.
E i ricchi sono pochi, almeno guardando quanto dichiarato al
fisco nel 2014, sui redditi dell'anno precedente. Il 46%
denuncia al fisco redditi sotto i 15.000 euro lordi e i
'Paperoni' dichiarati, con oltre i 300.000 euro di reddito, sono
appena 30.000, lo 0,07% del totale.
Una 'fotografia' quella del Dipartimento che suscita qualche
dubbio se si considera l'enorme livello di evasione del Belpaese
con all'incirca 200 miliardi l'anno complessivi sottratti alle
casse dello Stato. Inoltre il problema e' che si assottiglia
sempre piu' il numero di chi paga le tasse ma, ad esempio,
aumenta l'imposizione locale.
Nel 2013 - si spiega - circa 41 milioni di contribuenti hanno
assolto direttamente l'obbligo "dichiarativo" attraverso la
presentazione dei modelli di dichiarazione Unico e 730. Ma il
numero totale dei contribuenti e' calato di 425.000 unita', pari
al -1% rispetto al 2012. Il calo ha riguardato i lavoratori
dipendenti (-334.000), specialmente quelli a basso reddito e gli
individui nelle due classi di eta' piu' giovani (fino a 24 anni e
25-44 anni), riflettendo gli andamenti congiunturali del mercato
del lavoro. Si e' assistito anche a un decremento del numero dei
soggetti che dichiarano reddito d'impresa (-60.000) e si sono
fatti sentire anche gli effetti della riforma delle pensioni
Monti-Fornero nella contrazione del numero dei contribuenti che
dichiarano reddito da pensione (-168.000). Il calo sarebbe pero'
compensato dall'importo degli assegni. Sono risultati in forte
aumento i contribuenti che dichiarano redditi da fabbricati, in
relazione alle variazioni normative introdotte nell'anno.
Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a circa 811
miliardi per un valore medio di 20.070 euro. Il confronto con
l'anno precedente mostra un aumento sia del reddito totale
(+0,6%), sia del reddito medio (+1,5%), determinato
principalmente dalla crescita dei redditi da pensione: +2% il
reddito totale, +3,2% il reddito medio, che - dice il Mef -
"compensa ampiamente il calo del numero dei pensionati". Le
deduzioni ammontano a circa 29,2 miliardi, le detrazioni invece
a 64,4 miliardi.
L'imposta netta Irpef ha un valore medio di 4.910 euro (+0,6%
rispetto all'anno precedente) ed e' dichiarata da circa 31
milioni di soggetti pari al 76% del totale dei contribuenti.
Circa 10 milioni di soggetti hanno un'imposta netta pari a zero.
L'analisi territoriale conferma che la regione con reddito
medio piu' elevato e' la Lombardia (23.680 euro), seguita dal
Lazio (22.310 euro), mentre la Calabria presenta il reddito
medio piu' basso con 14.390 euro; nel 2013 il reddito medio nelle
regioni del Sud e del Centro e' cresciuto meno della media
nazionale.
Rispetto alle tipologie risulta che i redditi da lavoro
dipendente e da pensione superano l'82% del reddito complessivo
dichiarato, in particolare il reddito da pensione supera per la
prima volta il 30% del totale del reddito complessivo. I
lavoratori autonomi hanno il reddito medio piu' elevato, pari a
35.660 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli
imprenditori (titolari di ditte individuali) e' pari a 17.650
euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti e'
pari a 20.600 euro, quello dei pensionati a 16.280 euro e,
infine, il reddito medio da partecipazione in societa' di persone
ed assimilate risulta di 15.670 euro. I dipendenti dichiarano
meno degli imprenditori? Si sa le statistiche talvolta
fotografano realta' complesse. Per questo le Finanze forniscono
un dettaglio che 'rovescia' il dato: i circa 600 mila datori di
lavoro incasellati negli imprenditori e negli autonomi
dichiarano in media 31.303 e i loro dipendenti in media 10.449
euro.
Buoni risultati per la cedolare secca che, giunta al terzo
anno di applicazione, ha interessato piu' di un milione di
soggetti (+37% rispetto al 2012) per un ammontare di imponibile
di circa 7,5 miliardi di euro (+26%) e un'imposta dichiarata di
1,5 miliardi di euro.
In aumento infine le addizionali: la regionale Irpef ammonta
nel 2013 a circa 11,2 miliardi (+1,5% rispetto al 2012).
L'addizionale regionale media e' pari a 370 euro (360 euro nel
2012). Quella piu' alta si registra nel Lazio (470 euro).
L'addizionale comunale ammonta invece a 4,4 miliardi (+8,9% sul
2012 anno in cui si era gia' registrato un aumento del 20%
rispetto al 2011), con un importo medio pari a 170 euro (160
euro nel 2012). Anche in questo caso il top e' nel Lazio (220
euro)(ANSA).