RIFORMA P.A IN AULA SENATO. RESTA NODO DIRIGENTI. FRONTI CALDI DA LICENZIABILITÀ A CONCORSI

martedì 07 aprile 2015

RIFORMA P.A IN AULA SENATO. RESTA NODO DIRIGENTI

FRONTI CALDI DA LICENZIABILITÀ A CONCORSI

   (ANSA) - ROMA, 6 APR - La riforma della P. A. da mercoledì

riprende il cammino nell'Aula del Senato, con l'obiettivo di

iniziare a votare i primi punti in settimana. La carica degli

emendamenti aggredir? senz'altro il capitolo della dirigenza, su

cui Forza Italia ha gi? annunciato battaglia, mettendo in dubbio

la costituzionalità della decadenza dal ruolo unico per quanti

restano privi di incarico per un certo numero di anni: si parla

di un minimo di 2 per arrivare a un massimo di 5. Ma la

licenziabilità dei dirigenti è uno dei capisaldi del ddl Madia.

  Le modifiche passate 'last minute' in commissione

probabilmente faranno discutere anche in Aula. Sempre sulla

dirigenza, si è imposta la laurea magistrale come titolo minimo,

si sono allargati i confini della mobilita, anche verso il

privato (magari semplificando le procedure per l'aspettativa).

Il potere di decidere sulla licenziabilità è stato tolto alla

commissione per la dirigenza (il cui parere non è più

vincolante) per attribuirlo esclusivamente all'amministrazione.

Soprattutto, per i dirigenti presi da fuori, senza concorso, non

si può più procedere per chiamata diretta, indirizzata 'ad

personam', ma si deve aprire una selezione tra una rosa di

candidati.

   All'ultimo è passato anche un emendamento che mette dei

limiti al precariato della P.A. Legato al discorso del

precariato è anche il riconoscimento di punteggi nei concorsi

per chi ha maturato esperienze nella P.A con i senatori che

chiederanno di estendere la soglia massima del 50% per le

riserve anche nei bandi relativi agli enti locali. A proposito è

prevista la creazione di un "sistema informativo nazionale", una

sorta di cervellone, una mega database, capace di orientare la

programmazione delle assunzioni. Il tutto sotto il controllo del

ministero della P.A, supportato dall'Aran, l'Agenzia per la

rappresentanza negoziale delle P.A, che cos? acquisirebbe anche

un nuovo ruolo.

   Non è escluso inoltre che si torni a parlare di staffetta

generazionale: part time per i lavoratori più anziani e

apprendistato per le nuove leve. C'è poi da immaginarsi un

dibattito ampio sull'accorpamento della Forestale (in molti si

sono detti contrari anche se l'esecutivo ha comunque assicurato

il mantenimento delle funzioni). Sembra invece che si sia

trovata la quadra su un altro punto chiave del ddl, quello che

riguarda i poteri del premier. Il dossier del servizio studi

dell'Aula chiarisce come l'attuazione dei criteri inseriti nella

delega autorizza a cambiare il decreto legislativo del 1999

sull'organizzazione del Governo. Invece, aggiunge, "non è recata

espressa autorizzazione, che peraltro non parrebbe esclusa" a

"modificare la legge 400 del 1988, nella parte relativa agli

organi del Governo e l'organizzazione della Presidenza del

Consiglio". Ma la delega affronta diversi argomenti,

dall'inasprimento alla lotta all'assenteismo, con funzioni di

controllo e relative risorse che passano dalle Asl all'Inps,

alla cittadinanza digitale, alle municipalizzate.

 Debutta la 'carta della cittadinanza digitale' e arriva anche

un dirigente incaricato di traghettare alla svolta digitale. Si

pongono inoltre le soglie minime per il telelavoro.C'e' inoltre

un ampio ricorso alla regola del 'silenzio-assenso' tra le

amministrazioni. La riforma prevede poi un taglio delle

prefetture con l'ormai noto Ufficio territoriale dello Stato ed

un sostanziale dimezzamento delle camera di commercio. Tra le

novità infine un provvedimento per sbrogliare la matassa dei

provvedimenti attuativi, con l'obiettivo di fare ordine e di

sbloccare leggi rimaste in sospeso.(ANSA).

 


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