8 MILA SUPPOSTI EVASORI TOTALI. LA GDF DOVREBBE ESSERE PIÙ CORRETTA QUANDO DIFFONDE I DATI SULLA SUA ATTIVITÀ DI CONTRASTO (ItaliaOggi)

domenica 12 aprile 2015

ItaliaOggi – 10/04/2015

La Gdf dovrebbe essere più corretta quando diffonde i dati sulla sua attività di contrasto

8 MILA SUPPOSTI EVASORI TOTALI

Sono stati pizzicati ma il reato non è stato sentenziato

di Marco Bertoncini

Un successo. L'eco mediatica del Rapporto annuale 2014 della Guardia di finanza è indubbia. Giustamente, il Corpo elenca la propria attività con abbondanza di dati e commenti, ripresi dai giornali con palese soddisfazione. È possibile avanzare qualche riserva? Non per negare o anche soltanto ridimensionare impegno profuso e risultati raggiunti, semmai per operare qualche precisazione, puntigliosa se tale si voglia.

Ammettiamo che i pubblici ministeri siano organizzati in un corpo dello Stato come la Finanza (di fatto è così, ma fingiamo perfino che nemmeno esista l'Anm, ossia il sindacato delle toghe). Ammettiamo che essi producano un rapporto annuale, nel quale mettere i numeri dei rinviati a giudizio spacciati per condannati in via definitiva. Chiaramente, ci sarebbe una rivolta nella stampa, con l'eccezione degli organi che fungono da megafono delle procure, per i quali basta l'indagine quale certificazione di colpevolezza. D'altra parte, quasi tutti i mezzi d'informazione stanno doverosamente attenti a premettere, al sostantivo «assassino», l'aggettivo «presunto», anche dopo una condanna il secondo grado, anche il mattino del giorno stesso in cui la Cassazione si pronuncerà (forse) definitivamente.

Che dobbiamo dire, allora, di un periodo quale «Scoperti oltre 8.000 evasori totali e 13.000 responsabili di reati fiscali»? Non costerebbe molto premettere l'aggettivo «presunti» ai sostantivi «evasori» e «responsabili». Infatti quei cittadini, in linea di massima, non sono stati ancora giudicati evasori o responsabili per fatti che si riferiscono all'anno scorso. La presunzione d'innocenza vale anche per loro.

Si potrebbe asserire, malignamente, che di fronte alle cifre mirabolanti in circolazione, quand'anche quegli 8.000 presunti evasori fossero davvero altrettanti evasori giudicati in via definitiva, potrebbero apparire un numero limitato. Lasciamo stare: è opportuno ricordare che i dati divulgati rispondono a chi sostiene un ruolo, fondamentale; ma ci sono pure i tribunali penali, le commissioni tributarie, e insomma gli organi giudicanti, che possono non ritenere né evasori né responsabili una percentuale, infima o maggioritaria non rileva, di quelli indicati come tali dalla Finanza. Altra è la posizione di chi accusa, altra la condizione di chi si difende.

Nulla da dire quando il Rapporto annuale 2014 elenca il numero di denunce, controllati, sequestri. Semmai, sarebbe curioso conoscere oggi, putacaso, quanti fra le denunce, i controlli, i sequestri elencati a suo tempo nel Rapporto annuale 2009 siano sfociati in condanne definitive. Sarebbe del pari interessante sapere quali siano per l'erario gli introiti veri e finali delle somme indicate anno per anno nei Rapporti annuali. Se, per esempio, si asserisce essere stati «sottratti alla criminalità organizzata beni per 4 miliardi di euro», può darsi che fra cinque o dieci anni lo Stato veramente incamererà 4 miliardi; ma sarà opportuno sapere se e perché ne avrà incamerati meno, magari solo la metà.

 


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