MARESCIALLO GDF E EX PATRON SAMB IN MANETTE PER CORRUZIONE. INFORMAZIONI RISERVATE SU INDAGINI IN CAMBIO TERRENO AL MARE - FISCO: BRIATORE E IL MEGAYACHT, NON HO MAI DOVUTO EVADERE. AFFIDATO A PROFESSIONISTI PER ESSERE TRANQUILLO RISPETTO REGOLE

martedì 14 aprile 2015

MARESCIALLO GDF E EX PATRON SAMB IN MANETTE PER CORRUZIONE

INFORMAZIONI RISERVATE SU INDAGINI IN CAMBIO TERRENO AL MARE

   (ANSA) - ASCOLI PICENO, 13 APR - L'ex presidente della

Sambenedettese calcio Sergio Spina e un maresciallo della

Guardia di finanza in servizio a San Benedetto del Tronto,

Alberto Camposeo, sono stati arrestati per corruzione da agenti

della Gdf. Con loro e' finito in carcere anche un ingegnere,

Ennio Sanguigni, con l'accusa di falso e riciclaggio. Il

maresciallo avrebbe fornito a Spina informazioni riservate in

cambio di un terreno sulla spiaggia di Cupra Marittima,

periziato da Sanguigni.

    L'inchiesta e' nata dall'ipotesi originaria di abuso

d'ufficio formulata dalla procura di Ancona nei confronti del

maresciallo Alberto Camposeo per presunti episodi di corruzione

scoperti dalle Fiamme gialle a San Benedetto del Tronto. La

posizione del maresciallo e' stata cosi' stralciata, e gli atti

sono stati trasmessi alla procura di Ascoli Piceno. Il

finanziere e' risultato proprietario di un piccolo appezzamento

di terreno fronte mare a Cupra Marittima, attrezzato di uno

chalet in legno e di un gazebo. Il terreno era stato venduto nel

2009 per diecimila euro, un valore ritenuto dagli investigatori

inadeguato; la somma comunque non era stata pagata da Camposeo

ai venditori, ma da Sergio Spina, elemento di spicco

nell'indagine anconetana.

   Secondo l'impianto accusatorio, Spina avrebbe ripagato in

questo modo il finanziere Camposeo per alcuni favori resi: una

serie di informazioni e l'intervento presso altri appartenenti

alla Guardia di Finanza per tutelare gli interessi dell'ex

patron della Samb. Nel marzo 2007 Camposeo si sarebbe fatto

assegnare le pratiche relative ad una societa' alberghiera

amministrata da Spina, che aveva chiesto un nulla osta per il

cambio di intestazione di due concessioni demaniali. La Gdf

doveva compiere accertamenti e valutare la potenzialita'

economica della persona subentrante nella concessione. A maggio

2005 Camposeo avrebbe omesso di inserire in un fascicolo due

esposti orali di altrettanti cittadini su fatti riguardanti

Spina e fatture da loro mai emesse nei confronti della struttura

alberghiera dell'ex presidente della Sambenedettese.

   Ad ottobre 2011 Camposeo avrebbe chiesto al proprio

comandante di Compagnia informazioni su una verifica fiscale

sulle societa' del gruppo Spina. Secondo l'accusa, l'imprenditore

per ripagarlo di questi favori, a maggio 2007 gli avrebbe

concesso l'uso del terreno in riva al mare (227 mq) eseguendo a

proprie spese lavori per lo chalet e il gazebo, e cedendogli poi

definitivamente l'appezzamento nel giugno 2009 "al prezzo

fittizio di 10.000 euro (in base alla stima di Ennio Sanguigni

ritenuta dalla Procura 'falsa')". Il terreno in realta' non

sarebbe mai stato pagato da Camposeo, "ma interamente ed

esclusivamente da Spina".

   La ricostruzione sarebbe corroborata da numerose

intercettazioni telefoniche dalle quali emergerebbe una

sostanziale consapevolezza di impunita' degli indagati. Il

procuratore capo di Ascoli Michele Renzo ha espresso

soddisfazione per il lavoro svolto dagli agenti della Guardia di

Finanza in questa inchiesta. (ANSA).

 

MARESCIALLO GDF E EX PATRON SAMB ARRESTATI:RESPINGONO ACCUSE

   (ANSA) - ASCOLI PICENO, 13 APR - Si dichiarano estranei alle

accuse l'imprenditore Sergio Spina, ex patron della

Sambenedettese calcio, e il maresciallo della Guardia di Finanza

Alberto Camposeo, in servizio presso la compagnia di San

Benedetto del Tronto, arrestati dalla Gdf con l'accusa di

corruzione. Attraverso i propri legali hanno gia' presentato

istanza di scarcerazione immediata al Gip Giuliana Filippello,

che si e' riservata la decisione, in attesa del parere del

procuratore capo di Ascoli Michele Renzo, titolare

dell'inchiesta.

   ''Camposeo ha negato assolutamente ogni circostanza

addebitata - dice l'avv. Meri Cossignani che assiste il

finanziere -. Siamo stupiti dell'esecuzione di una misura

cautelare in carcere per fatti lontanissimi nel tempo e del

tutto privi di elementi probatori: siamo in presenza solo di

congetture e di un'analisi parziale dei fatti''. Sul terreno a

Cupra Marittima, che secondo l'accusa Spina avrebbe pagato pur

intestandolo al maresciallo Camposeo, il legale afferma: ''il

terreno e' stato comprato dal mio assistito grazie all'aiuto

economico della famiglia d'origine''.

   Ha respinto le accuse anche Spina. ''Ha smentito punto per

punto tutti gli episodi che la procura di Ascoli gli contesta''

e' il commento dell'avvocato Francesco Voltattorni. ''Spina ha

acquistato un'altra porzione di terreno dalla famiglia

venditrice, un terreno a fianco di quello acquistato dal

maresciallo Camposeo, che a sua volta lo ha comprato e pagato da

solo e non con soldi del mio assistito''. La misura cautelare in

carcere fa riferimento al pericolo di inquinamento delle prove,

ma il legale argomenta che ''i fatti sono lontani negli anni

tanto che, comunque, si prescriveranno: il provvedimento e' fuori

fuori luogo. Per altro Spina non ha alcun rapporto con Ennio

Sanguigni (il terzo arrestato, l'ingegnere che avrebbe eseguito

la perizia sul terreno ndr) da quattro anni e mezzo e fra loro

c'e' una causa in corso. Con il maresciallo Camposeo ha normali

contatti, ma niente di piu'''.

 (ANSA).

 

FISCO: BRIATORE E IL MEGAYACHT, NON HO MAI DOVUTO EVADERE

AFFIDATO A PROFESSIONISTI PER ESSERE TRANQUILLO RISPETTO REGOLE

   (ANSA) - GENOVA, 13 APR - "Non mi sono mai servito di 'teste

di legno'. Il mio nome e' sempre apparso dietro le societa' da me

create ma non mi occupo direttamente dell'amministrazione delle

societa'". Lo ha dichiarato Flavio Briatore al processo che, a

Genova, lo vede imputato insieme ad altre quattro persone per

reati fiscali legati al noleggio del megayacht "Force Blue"

sequestrato nel maggio 2010.

   Briatore ha precisato di "aver avuto i migliori

professionisti proprio per essere tranquillo che si

rispettassero tutte le regole". "Non ho mai pensato ne' dovuto

evadere le tasse" ha detto. Ha spiegato che "la gestione del

Force Blue era stata affidata dalla Autumn Sailing, proprietaria

dell'imbarcazione, alla societa' di brokeraggio Fraser Yacht con

sedi in tutto il mondo, perche' si occupasse di tutto". Questo e'

stato confermato oggi da Maria Pia De Fusco, uno degli

amministratori della Autumn Sailing e da Ferdinando Tarquini,

comandante del Force Blue, entrambi coimputati nel processo, ma

anche dai rappresentanti della Fraser Yacht sentiti nelle scorse

udienze. "C'era un contratto - ha riferito Briatore - quando uno

ti gestisce un settore che non conosci ci fidiamo". Ha poi detto

che si informa sempre di quanto guadagna il personale delle

societa' che si riferiscono a lui. "Sono nato povero - ha detto -

e ricordo i sacrifici che hanno fatto i miei genitori. Per

questo mi interesso anche dei familiari di chi lavora per me.

Non voglio che debbano soffrire o avere preoccupazioni".

Briatore ha messo agli atti una copia del periodico Forbes che

gli aveva dedicato la copertina. "Io non sono miliardario - ha

affermato - ma sono l'unico non miliardario al quale quella

rivista, che e' la "Bibbia" dei miliardari, ha dedicato la

copertina e dove si dice che so quello che loro vogliono. Il mio

lavoro e' quello di avere l'intuito di fondare delle societa' che

anticipano i desideri dei clienti. Nell'ambito dello yachting

volevo fare barche per persone ricche. Le barche a sette stelle

so come farle". Ed ha aggiunto: "Ho sempre agito in accordo con

le leggi del Paese in cui risiedo e ho superato brillantemente

tutte le verifiche fiscali. Quando noleggiavo il Force Blue ho

sempre pagato tutti i conti che la Fraser mi mandava".   (ANSA).

 


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