IL COMPORTAMENTO DELLA POLIZIA A MILANO DIMOSTRA CHE DEMOCRATIZZAZIONE E SINDACALIZZAZIONE POSSONO EVITARE ALTRI CASI "DIAZ” - di Vincenzo Vacca
Sembra che alti esponenti politici, intervenendo nel dibattito pubblico concernente la richiesta di diritti associativi e sindacali anche per il mondo militare, abbiano dichiarato che la sindacalizzazione della Polizia ovvero quella che prima della Legge del 1981 veniva denominata Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza non ha evitato i gravissimi fatti accaduti a Genova, in particolare il pestaggio avvenuto alla scuola Diaz. Queste dichiarazioni avevano lo scopo di confutare (crediamo in modo molto debole e proveremo a dimostrarlo con queste modeste riflessioni) la posizione di chi sostiene (e diciamo subito giustamente) che la trasparenza, la democratizzazione e la sindacalizzazione dei Corpi militari non rappresentano solo delle legittime aspirazioni dei militari, ma anche e soprattutto una fondamentale garanzia per la società civile e per la democrazia in genere che, le delicate funzioni Istituzionali alle quali i militari sono chiamati a svolgere, siano esercitate nel pieno rispetto della Costituzione e delle leggi che lo Stato democratico promulga e,quindi, sostanzialmente, nel rispetto dei diritti individuali.
A questo proposito, è pleonastico far notare che, senza la smilitarizzazione e la sindacalizzazione della PS, di casi “Diaz”, precedentemente e successivamente al 2001, sarebbero avvenute molti di più. La legge 121/81 ha oggettivamente prevenuto e ridotto al minimo quel clima di ostilità verso le Forze di polizia da parte dei cittadini che manifestano in modo pacifico.
Noi crediamo che a Milano, il generale plauso che hanno ottenuto i tutori dell’ordine per il comportamento assunto dagli stessi – evidentemente ben diretti - è conseguenza anche del fatto che da anni, sia a livello dell’opinione pubblica (qualche volta con posizioni ingenerose nei confronti delle Forze dell’Ordine) sia all’interno delle Forze di Polizia, ci si è interrogati su come sia stato possibile che è accaduto quello che si pensava non potesse accadere mai più dopo il varo della menzionata legge nr.121. Nel senso che, grazie alla possibilità giuridica da parte degli appartenenti della Polizia, sia come singoli che come sindacati di categoria, di potersi inserire nel dibattito pubblico e democratico, è stata avviata una vera e propria riflessione collettiva sugli episodi genovesi. Una riflessione che ha visto coinvolti, oltre agli operatori del settore in questione, anche intellettuali, giuristi, giornalisti, parlamentari etc. e, con tutta la modestia del caso, anche Ficiesse in diversi momenti ne ha preso parte con le sue note posizioni.
Come non mai la frase: le ferite guariscono con la luce del sole, ha avuto un esaustivo riscontro alla prova dei fatti.
E’ chiaro che a Genova è emersa anche una responsabilità squisitamente tecnico/politica, quanto meno per non avere saputo gestire in modo efficace le FF.OO., ma in questa sede vogliamo provare a evidenziare la necessità inderogabile per una democrazia che gli ordinamenti interni delle Forze di Polizia e,quindi, anche quelle a ordinamento militare siano caratterizzati giuridicamente e vissuti quotidianamente da un alto tasso di democraticità.
Se la Polizia fosse rimasta a come era prima del 1981 ovvero un Corpo di Polizia dello Stato separato, chiuso in se stesso, riottoso rispetto a qualsiasi critica, impermeabile ai suggerimenti, non sarebbe stato possibile o,comunque, non nella misura in cui è avvenuta, questa importante riconsiderazione dei “fatti genovesi”, indipendentemente dalle responsabilità penali.
A questo proposito, crediamo che si possa rilevare che la riforma della PS abbia prodotto indirettamente anche degli effetti positivi, per quanto insufficienti, per i Corpi di Polizia a ordinamento militare.
A rischio di apparire enfatici, crediamo che a Milano abbia vinto la democrazia. Le Forze di Polizia (in buona parte democratizzate e sindacalizzate) - dirette da una Autorità civile - hanno consentito che la manifestazione pacifica NoExpo si tenesse, nonostante le violenze di una parte minoritaria dei manifestanti. Violenze che molto probabilmente non resteranno impunite. Pertanto, il diritto di manifestare pacificamente è stato preservato anche se a duro costo, se si tiene conto dei gravi danneggiamenti.
Anche sulla base di queste osservazioni, crediamo che sia necessario che si completi il processo di democratizzazione sia dei Corpi di polizia a ordinamento militare, sia per il resto delle Forze Armate, arrestatosi da troppi anni.
Vincenzo Vacca
Segretario nazionale Ficiesse