ZANETTI SMENTISCE AGENZIA ENTRATE SULLA PERCENTUALE DEI RICORSI RISULTATI SOCCOMBENTI. LA GDF OMETTE COSTANTEMENTE D'INDICARE CHE SI TRATTA DI EVASIONE PRESUNTA - di Marco Bertoncini (da ItaliaOggi)

venerdì 29 maggio 2015

ItaliaOggi – 27 maggio 2015

Sulla percentuale dei ricorsi avanzati dai contribuenti e poi risultati soccombenti

ZANETTI SMENTISCE AGENZIA ENTRATE

Ricorsi vinti dai contribuenti? Una persecuzione fiscale

 di Marco Bertoncini 

Al trionfale comunicato dell'Agenzia delle entrate (il 68% dei procedimenti tributari si sarebbe concluso, nel 2014, con la vittoria della parte pubblica) ha fatto seguito il deciso ridimensionamento attuato da un personaggio certo non digiuno della questione, il sottosegretario alle Finanze Enrico Zanetti.

Nell'intervento pubblicato ieri su queste pagine («Le Entrate vincono anche quando pareggiano»), Zanetti è stato assertivo, fortemente ridimensionando la soddisfazione dell'Agenzia: «In realtà, sulla base dei dati del Dipartimento delle Finanze, l'Agenzia delle entrate vince il 41,50% delle volte in primo grado, il 42,69% delle volte in secondo grado e il 63,15% delle volte in Cassazione; il contribuente vince il 30,81% delle volte in primo grado, il 41,24% delle volte in secondo grado, il 25,66% delle volte in Cassazione; i giudizi in cui viene data parziale ragione ad entrambi e gli altri esiti, quali ad esempio cessazioni del contendere, sono il 27,68% in primo grado, il 14,08% in secondo grado e l'11,23% in Cassazione.»

Anche ammettendo, però, che fossero da recepire i dati dell'Agenzia e non quelli del sottosegretario, non si vede quale soddisfazione potrebbe esprimere un ente pubblico per il fatto che in decine di migliaia di casi i contribuenti siano stati costretti a ricorrere alla giustizia tributaria per dimostrare che gli accertamenti erano errati.

I cittadini hanno dovuto spendere soldi, tempo, fatica, per avere dalla giustizia tributaria quella ragione negata loro dall'Agenzia competente.

Nella divulgazione di cifre e percentuali attuata dall'Agenzia si avverte lo stesso tono soddisfatto che contraddistingue la Guardia di finanza quando ricorrentemente enumera i dati sull'evasione scoperta.

La Guardia di finanza omette costantemente d'indicare che si tratta di evasione presunta e dimentica di segnalare quanto, delle cifre indicate, resti dopo gli interventi della giustizia tributaria e, alla fine, quanto davvero l'Erario introiti.

Similmente l'Agenzia scorda che, quand'anche si trattasse, putacaso, di cento ricorsi in cui il contribuente avrebbe avuto ragione, sarebbero sempre cento casi di persecuzione tributaria.

Se poi, stando alle cifre di Zanetti, l'Agenzia vince in due casi su cinque (primi due gradi di giudizio) e in un po' meno di due su tre (Cassazione), non si capisce perché esternare contentezza.

Significa che una volta su due, in media, l'Agenzia si era sbagliata.

Ci sarebbe da gioire soltanto se non ci fossero ricorsi o, ancora, se in tutti i ricorsi il contribuente avesse torto.

Fin quando così non sarà, sarebbe meglio riconoscere che il Fisco sbaglia in troppi casi.

 


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