CAPOTRENO AGGREDITO: FS,FORZE ORDINE SU TRENI A RISCHIO - IMMIGRAZIONE:SAP,AGENTI FERITI,INCAPACITA' GOVERNO E MINISTRO - CONTROLLI E FRONTIERE, COSA PREVEDE SCHENGEN. POSSIBILE REINTRODURRE ACCERTAMENTI IMMEDIATI IN CASO DI URGENZA

mercoledì 17 giugno 2015

 

CAPOTRENO AGGREDITO: FS,FORZE ORDINE SU TRENI A RISCHIO

DISAGI PER SCIOPERO SINDACATI BASE TRENORD IN LOMBARDIA

   (di Claudio Scarinzi)

   (ANSA) - MILANO, 16 GIU - La sicurezza sui treni e' diventato

un tema centrale della politica ferroviaria nazionale non solo

per i sindacati, ma anche per le Ferrovie dello Stato. Un

argomento diventato ancora piu' 'caldo' dopo l'ennesima

aggressione a un dipendente, un capotreno, che ferito a colpi di

machete, dopo aver chiesto il biglietto a una banda di latinos

alla fermata di Villapizzone, quartiere di Milano, giovedi'

scorso, ha rischiato l'amputazione di un braccio.

   Per questo motivo oggi in Lombardia i sindacati di base Orsa,

Cat e Cub hanno scioperato con adesioni, secondo dati diffusi

dalle organizzazioni, del 90% dei dipendenti fra le 9 e le 19

determinando forti disagi per i viaggiatori e paralizzando la

circolazione. Ma nelle stesse ore sono entrati in campo le

stesse Fs, che dopo un incontro con i sindacati confederali sul

problema, hanno concordato, in una nota: "Subito una maggiore

presenza delle forze dell'ordine sui treni a rischio, oppure i

convogli non partiranno". La riunione - a cui hanno preso parte

Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti-Attivita'

Ferroviarie e Fast Ferrovie - era stata convocata appunto per

arginare il fenomeno delle aggressioni al personale in servizio

a bordo dei convogli di Trenitalia. Si e' stabilito che in attesa

si attivi un tavolo di monitoraggio e intervento, "i lavoratori

addetti al servizio di assistenza alla clientela a bordo treno,

in presenza di situazioni potenzialmente a rischio e previa

attivazione della richiesta di intervento della Polfer, possono

temporaneamente sospendere l'attivita' di controllo per agevolare

gli interventi di prevenzione da parte delle autorita'

competenti".

   E si e' anche rilevato - con tanto di una specifica lista -

che sono 15, in 7 Regioni, i treni piu' a rischio aggressioni,

che potranno essere soppressi se non verra' garantita la presenza

a bordo delle Forze dell'ordine a partire dal 26 giugno. "Questi

primi atti concreti, per quanto da consolidare e sviluppare

insieme agli altri soggetti coinvolti, vanno nella giusta

direzione", hanno commentato i sindacati sottolineando che "nel

dare prime risposte alle richieste avanzate da sindacati viene

tracciato finalmente un percorso strutturato che, a questo

punto, deve vedere fattivamente in campo tutti i soggetti

aziendali, istituzionali e sociali coinvolti".

   In Lombardia i sindacati di base hanno anche manifestato

sotto la sede della Regione Lombardia. Le loro richieste hanno

ottenuto l'immediata attenzione di Roberto Maroni: chiedere piu'

sicurezza "e' un'iniziativa - ha spiegato il governatore - che

abbiamo gia' preso, abbiamo chiesto a prefetto e questore di

mettere militari e forze dell'ordine in treni e stazioni negli

orari piu' a rischio". Il presidente ha auspicato che prefettura

e questura "abbiano la sensibilita' di accogliere la nostra

proposta, procedendo rapidamente".

   Per il presidente del Consiglio regionale della Lombardia

Raffaele Cattaneo rappresenta una "possibile soluzione" alla

questione della sicurezza di viaggiatori e ferrovieri "l'idea

che, soprattutto nelle ore serali, i treni possano essere

presidiati maggiormente, come avvenuto in passato con

affidamento per esempio a forme di vigilanza privata".

   Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia,

rilancia invece la proposta di "schierare l'esercito sui

treni e nelle stazioni per garantire sicurezza"; per questo, il

suo partito "gia' dai prossimi giorni raccogliera' le firme

necessarie ad una petizione per l'impiego delle Forze armate a

difesa della mobilita', dei ferrovieri e dei cittadini". (ANSA).

 

 

IMMIGRAZIONE:SAP,AGENTI FERITI,INCAPACITA' GOVERNO E MINISTRO

   (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "A Ventimiglia 2 poliziotti sono

rimasti feriti e le cose potevano andare anche peggio. Purtroppo

come forze dell'ordine ci dobbiamo far carico della totale

incapacita' e dell'inerzia del nostro governo e del ministro

dell'Interno in materia di immigrazione e di gestione

dell'emergenza profughi, problemi che denunciamo da un anno e

che oggi piu' che mai si scaricano sulle donne e gli uomini in

divisa". Lo afferma Gianni Tonelli, segretario generale del

sindacato di polizia Sap.

   "La colpa della politica politicante - dice Tonelli - e'

quella di aver fatto credere a tanti milioni di disperati che

qui da noi ci fosse la bubbana. Mentre la Francia fa

legittimamente i propri interessi, cosi' come Svizzera e Austria,

proteggendo i confini e limitando l'afflusso di clandestini, noi

continuiamo a portare avanti una scellerata politica di

accoglienza dove ad arricchirsi sono soltanto alcune cooperative

e chi specula sui disperati, mentre le forze dell'ordine

subiscono costantemente tagli, razionalizzazioni e umiliazioni.

E' ora di dire basta". (ANSA).

 

CONTROLLI E FRONTIERE, COSA PREVEDE SCHENGEN

POSSIBILE REINTRODURRE ACCERTAMENTI IMMEDIATI IN CASO DI URGENZA

   (ANSA) - LUSSEMBURGO, 15 GIU - Il codice di Schengen permette

agli Stati membri la reintroduzione temporanea dei controlli

alle frontiere nel caso di una seria minaccia alla sicurezza

interna o per problemi di ordine pubblico. Tuttavia si tratta di

una misura con carattere eccezionale e di durata limitata.

  Per eventi previsti, come ad esempio il recente G7 di Elmau,

in occasione del quale Berlino ha chiuso temporaneamente i

propri confini, uno Stato membro deve notificare agli altri

Paesi Ue e alla Commissione, in anticipo, la propria intenzione.

Tuttavia, per quei casi in cui e' richiesta un'azione urgente, lo

Stato puo' reintrodurre i controlli ai confini con effetto

immediato, a patto che assicuri che il carattere della misura e'

eccezionale, e che il principio della "proporzionalita'" venga

rispettato. La capitale dovra' poi notificare a Bruxelles entro

una settimana dall'entrata in vigore della misura.

  La reintroduzione dei controlli alle frontiere, in principio e'

limitata a 30 giorni. E la durata di qualsiasi blocco dovrebbe

essere limitata al minimo necessario per una risposta alla

minaccia.

   D'altra parte la Commissione valuta le decisioni che le

vengono notificate, e se considera che uno Stato membro stia

violando una legge europea, l'esecutivo Ue puo' intraprendere

un'azione formale contro le autorita' del Paese, chiedendo loro

di limitare l'effetto della misura ad una certa data o persino

portandole di fronte alla Corte di Giustizia europea.

   L'abolizione dei controlli alle frontiere interne non

riguarda pero' l'esercizio dei poteri di polizia dello Stato

membro, e l'esercizio di questi poteri non e' da considerare

l'equivalente di controlli alle frontiere. In virtu' di questo, i

Paesi possono impiegare le proprie forze di polizia per condurre

controlli a campione. (ANSA).


Tua email:   Invia a: