CAPOTRENO AGGREDITO: FS,FORZE ORDINE SU TRENI A RISCHIO - IMMIGRAZIONE:SAP,AGENTI FERITI,INCAPACITA' GOVERNO E MINISTRO - CONTROLLI E FRONTIERE, COSA PREVEDE SCHENGEN. POSSIBILE REINTRODURRE ACCERTAMENTI IMMEDIATI IN CASO DI URGENZA
CAPOTRENO AGGREDITO: FS,FORZE ORDINE SU TRENI A RISCHIO
DISAGI PER SCIOPERO SINDACATI BASE TRENORD IN LOMBARDIA
(di Claudio Scarinzi)
(ANSA) - MILANO, 16 GIU - La sicurezza sui treni e' diventato
un tema centrale della politica ferroviaria nazionale non solo
per i sindacati, ma anche per le Ferrovie dello Stato. Un
argomento diventato ancora piu' 'caldo' dopo l'ennesima
aggressione a un dipendente, un capotreno, che ferito a colpi di
machete, dopo aver chiesto il biglietto a una banda di latinos
alla fermata di Villapizzone, quartiere di Milano, giovedi'
scorso, ha rischiato l'amputazione di un braccio.
Per questo motivo oggi in Lombardia i sindacati di base Orsa,
Cat e Cub hanno scioperato con adesioni, secondo dati diffusi
dalle organizzazioni, del 90% dei dipendenti fra le 9 e le 19
determinando forti disagi per i viaggiatori e paralizzando la
circolazione. Ma nelle stesse ore sono entrati in campo le
stesse Fs, che dopo un incontro con i sindacati confederali sul
problema, hanno concordato, in una nota: "Subito una maggiore
presenza delle forze dell'ordine sui treni a rischio, oppure i
convogli non partiranno". La riunione - a cui hanno preso parte
Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti-Attivita'
Ferroviarie e Fast Ferrovie - era stata convocata appunto per
arginare il fenomeno delle aggressioni al personale in servizio
a bordo dei convogli di Trenitalia. Si e' stabilito che in attesa
si attivi un tavolo di monitoraggio e intervento, "i lavoratori
addetti al servizio di assistenza alla clientela a bordo treno,
in presenza di situazioni potenzialmente a rischio e previa
attivazione della richiesta di intervento della Polfer, possono
temporaneamente sospendere l'attivita' di controllo per agevolare
gli interventi di prevenzione da parte delle autorita'
competenti".
E si e' anche rilevato - con tanto di una specifica lista -
che sono 15, in 7 Regioni, i treni piu' a rischio aggressioni,
che potranno essere soppressi se non verra' garantita la presenza
a bordo delle Forze dell'ordine a partire dal 26 giugno. "Questi
primi atti concreti, per quanto da consolidare e sviluppare
insieme agli altri soggetti coinvolti, vanno nella giusta
direzione", hanno commentato i sindacati sottolineando che "nel
dare prime risposte alle richieste avanzate da sindacati viene
tracciato finalmente un percorso strutturato che, a questo
punto, deve vedere fattivamente in campo tutti i soggetti
aziendali, istituzionali e sociali coinvolti".
In Lombardia i sindacati di base hanno anche manifestato
sotto la sede della Regione Lombardia. Le loro richieste hanno
ottenuto l'immediata attenzione di Roberto Maroni: chiedere piu'
sicurezza "e' un'iniziativa - ha spiegato il governatore - che
abbiamo gia' preso, abbiamo chiesto a prefetto e questore di
mettere militari e forze dell'ordine in treni e stazioni negli
orari piu' a rischio". Il presidente ha auspicato che prefettura
e questura "abbiano la sensibilita' di accogliere la nostra
proposta, procedendo rapidamente".
Per il presidente del Consiglio regionale della Lombardia
Raffaele Cattaneo rappresenta una "possibile soluzione" alla
questione della sicurezza di viaggiatori e ferrovieri "l'idea
che, soprattutto nelle ore serali, i treni possano essere
presidiati maggiormente, come avvenuto in passato con
affidamento per esempio a forme di vigilanza privata".
Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia,
rilancia invece la proposta di "schierare l'esercito sui
treni e nelle stazioni per garantire sicurezza"; per questo, il
suo partito "gia' dai prossimi giorni raccogliera' le firme
necessarie ad una petizione per l'impiego delle Forze armate a
difesa della mobilita', dei ferrovieri e dei cittadini". (ANSA).
IMMIGRAZIONE:SAP,AGENTI FERITI,INCAPACITA' GOVERNO E MINISTRO
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - "A Ventimiglia 2 poliziotti sono
rimasti feriti e le cose potevano andare anche peggio. Purtroppo
come forze dell'ordine ci dobbiamo far carico della totale
incapacita' e dell'inerzia del nostro governo e del ministro
dell'Interno in materia di immigrazione e di gestione
dell'emergenza profughi, problemi che denunciamo da un anno e
che oggi piu' che mai si scaricano sulle donne e gli uomini in
divisa". Lo afferma Gianni Tonelli, segretario generale del
sindacato di polizia Sap.
"La colpa della politica politicante - dice Tonelli - e'
quella di aver fatto credere a tanti milioni di disperati che
qui da noi ci fosse la bubbana. Mentre la Francia fa
legittimamente i propri interessi, cosi' come Svizzera e Austria,
proteggendo i confini e limitando l'afflusso di clandestini, noi
continuiamo a portare avanti una scellerata politica di
accoglienza dove ad arricchirsi sono soltanto alcune cooperative
e chi specula sui disperati, mentre le forze dell'ordine
subiscono costantemente tagli, razionalizzazioni e umiliazioni.
E' ora di dire basta". (ANSA).
CONTROLLI E FRONTIERE, COSA PREVEDE SCHENGEN
POSSIBILE REINTRODURRE ACCERTAMENTI IMMEDIATI IN CASO DI URGENZA
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 15 GIU - Il codice di Schengen permette
agli Stati membri la reintroduzione temporanea dei controlli
alle frontiere nel caso di una seria minaccia alla sicurezza
interna o per problemi di ordine pubblico. Tuttavia si tratta di
una misura con carattere eccezionale e di durata limitata.
Per eventi previsti, come ad esempio il recente G7 di Elmau,
in occasione del quale Berlino ha chiuso temporaneamente i
propri confini, uno Stato membro deve notificare agli altri
Paesi Ue e alla Commissione, in anticipo, la propria intenzione.
Tuttavia, per quei casi in cui e' richiesta un'azione urgente, lo
Stato puo' reintrodurre i controlli ai confini con effetto
immediato, a patto che assicuri che il carattere della misura e'
eccezionale, e che il principio della "proporzionalita'" venga
rispettato. La capitale dovra' poi notificare a Bruxelles entro
una settimana dall'entrata in vigore della misura.
La reintroduzione dei controlli alle frontiere, in principio e'
limitata a 30 giorni. E la durata di qualsiasi blocco dovrebbe
essere limitata al minimo necessario per una risposta alla
minaccia.
D'altra parte la Commissione valuta le decisioni che le
vengono notificate, e se considera che uno Stato membro stia
violando una legge europea, l'esecutivo Ue puo' intraprendere
un'azione formale contro le autorita' del Paese, chiedendo loro
di limitare l'effetto della misura ad una certa data o persino
portandole di fronte alla Corte di Giustizia europea.
L'abolizione dei controlli alle frontiere interne non
riguarda pero' l'esercizio dei poteri di polizia dello Stato
membro, e l'esercizio di questi poteri non e' da considerare
l'equivalente di controlli alle frontiere. In virtu' di questo, i
Paesi possono impiegare le proprie forze di polizia per condurre
controlli a campione. (ANSA).