LA STRANA “PARTECIPAZIONE” DEL GENERALE GRAZIANO ALLA FESTA GDF. PROVE TECNICHE DI UN’ASSURDA QUINTA FORZA ARMATA OPPURE DI UN PROSSIMO COMANDANTE GENERALE DALL’ESERCITO?
Si è svolta sabato scorso a Roma l’abituale cerimonia militare per l’anniversario di fondazione della Guardia di finanza.
Oltre alle consuete presenze istituzionali ed ai discorsi di prammatica da parte dei vertici politico-militari, ha destato qualche perplessità tra i presenti, soprattutto tra il personale del Corpo, la partecipazione fattiva del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano.
Il Generale Graziano non si è limitato, infatti, ad essere uno degli ospiti della cerimonia, come è cortese prassi tra le varie istituzioni statali in queste circostanze. Egli ha infatti partecipato attivamente alla cerimonia, quasi fosse uno dei padroni di casa.
In un primo momento, accompagnato dal Comandante Generale del Corpo, Saverio Capolupo, ha passato in rassegna lo schieramento in armi, accompagnando il (o accompagnato dal?!) Ministro dell’economia Padoan, dal quale dipendono le Fiamme Gialle. Successivamente ha anche rivolto ai presenti, dal palco delle autorità, un discorso, peraltro nemmeno previsto dal cerimoniale a quanto ci risulta. Una allocuzione, pubblicata anche sul sito della gdf.it, ricca di retorica militaresca (la “grande famiglia con le stellette”) ma con pochi e vaghi riferimenti alla reale attività della Guardia di finanza, di cui forse egli ha una sommaria conoscenza non occupandosene di solito.
Insomma, una partecipazione inusuale del vertice delle quattro Forze Armate, che, a memoria di Finanziere vivo, non si ricorda con tanta sovraesposizione in una cerimonia della Guardia di finanza, ma nemmeno dei Carabinieri ad onore del vero. Paradossalmente avrebbero impressionato di meno le presenze del capo della Polizia o dell’Agenzia delle entrate (o delle Dogane), Amministrazioni con le quali i Finanzieri hanno molta più consuetudine.
Una presenza tanto strana, quanto forse esagerata, da far pensare quindi che ci sia ben altro. Una così straordinaria partecipazione del Capo di Stato Maggiore della Difesa non può infatti essere semplicemente frutto delle circostanze, né tantomeno della estemporanea iniziativa di qualche singolo responsabile del Comando Generale, visto tra l’altro con quanta solerzia e precisione si pone cura a questo genere di cerimonie.
E’ noto come i simboli nell’immaginario militare siano spesso più importanti della realtà. Ciò può far pensare che quanto accaduto abbia un significato che va oltre la giornata di sabato scorso. Una così forte presenza del capo militare della Difesa potrebbe essere l’inizio di un progressiva assimilazione della Guardia di finanza nelle Forze armate (guarda caso, proprio ora che in Parlamento vi è un timidissimo accenno all’ipotesi smilitarizzazione), ben oltre il desueto dettato normativo di “parte integrante” di esse: una prossima trasformazione da polizia “a status militare” a "quinta Forza armata".
D’altra parte, l’anomalia della militarità di un corpo di polizia economico-finanziaria, unico caso nel mondo civilizzato, non può durare ancora a lungo. La riforma del 2001, col decreto legislativo 68, ha accentuato la incoerenza tra i compiti di una tale polizia specialistica ed il suo status militare, che invece nulla ha che fare con la missione istituzionale.
Al riguardo è emblematica una immagine della cerimonia: il Comandante Generale (proveniente dalle Fiamme Gialle), con al fianco il vertice militare delle Forze armate (dall’Esercito), e più in là, quasi defilato, il vertice politico dell’economia (dall’OCSE). Tre figure che poco hanno a che fare l’una con l’altra ma che sabato hanno rappresentato bene la Gdf, raffigurata infatti da un grifone, ossia un essere mitologico composto da varie parti di animale che in natura non hanno nulla in comune.
Sarebbe quindi giunto il momento di eliminare definitivamente l’ambiguità di questo animale mitologico, inserendo la sua militarità in una forma più coerente come quella di Forza Armata? Abbiamo già pubblicamente denunciato l’inadeguatezza dello status militare per i compiti specialistici che il Corpo dovrebbe svolgere in via prioritaria, nell’ottica di una efficiente funzione pubblica. Pensiamo quindi che questa sarebbe una ipotesi assolutamente nefasta, oltre che stravagante, che aggraverebbe le contraddizioni della Gdf trasformandola addirittura da grifone in un ircocervo[1] di crociana memoria, restando nella zoologia mitologica.
Ma vi è anche un’altra ipotesi in merito al “protagonismo” involontario (?) del Generale Graziano: che ci si stia preparando al ritorno di un soldato al vertice delle Fiamme. Dopo le gestioni Di Paolo e Capolupo, primi comandanti provenienti dal Corpo a guidare il medesimo, nel 2016 potrebbe finalmente avverarsi la profezia dell’ex Ministro Tremonti («Se continuate così vi assicuro che il prossimo numero uno sarà un alpino») e, forse, in viale XXI aprile stanno già facendo le prove per il prossimo anniversario.
S.S.
[1] Ircocervo deriva dal latino hircocervus, parola composta da hircus ("capro") e cervus ("cervo"), e designa un animale mitologico per metà caprone e per metà cervo. Nel XX secolo l'immagine venne ripresa da Benedetto Croce in riferimento al liberalsocialismo quando, nel 1942 attaccò, accusandolo di irrealismo, il socialista Guido Calogero che nel suo Manifesto del Liberalsocialismo aveva tentato di unire due concetti che Croce considerava inconciliabili.