E’ INSOSTENIBILE " TORTURARE " LA POLIZIA DI STATO SOLO ALLO SCOPO DI FARE QUALCHE ISCRITTO AL PROPRIO SINDACATO (SILP CGIL)
SINDACATO ITALIANO LAVORATORI DI POLIZIA CGIL
SEGRETERIA NAZIONALE
E’ INSOSTENIBILE " TORTURARE " LA POLIZIA DI STATO SOLO ALLO SCOPO DI FARE QUALCHE ISCRITTO AL PROPRIO SINDACATO
Esistono principi che sono più importanti dei numeri come della becera strumentalizzazione sindacale. La discussione sul reato di tortura è sicuramente uno di essi. Chiunque, realmente e non solo a parole, sia un convinto difensore dei principi democratici sui quali è basata la nostra società, non può che essere d’accordo con il fatto che la tortura debba essere formalmente ed esplicitamente considerata reato nel nostro ordinamento. La stessa parola, tortura, richiama comportamenti di inumana sofferenza, inflitti a quanti, in quel momento, sono sottoposti alla merce' di altri, senza possibilità alcuna di difesa. Per questo sono proprio i poliziotti i primi a ritenere che la tortura debba essere espressamente vietata dal codice penale ed essere sanzionata. Coloro i quali, in un simile delicato contesto, vogliono schierare i poliziotti dall’altro lato della barricata, adombrando l'idea nei cittadini che la tortura sia una pratica che ha qualcosa a che fare con una polizia democratica e al servizio dei cittadini, producono un danno enorme all’immagine della polizia Italiana anche nei confronti del contesto nazionale e internazionale. Siamo tutori della legge, consapevoli dei nostri diritti e, soprattutto, dei doveri che ne derivano; vogliamo che chi viene in contatto con noi, le loro famiglie, siano convinti che il nostro comportamento è ispirato ad un'alta professionalità e che gli scellerati errori del passato non verranno più commessi. Da qui l'opportunità e la necessità dell’introduzione del reato di tortura. Il reato deve, però, essere individuato in maniera non generica e tale da permettere la distinzione tra comportamenti, anche coercitivi, necessari alle forze di polizia per fermare una resistenza attuale all’autorità dello Stato e comportamenti che violano i diritti umani. Una distinzione ben delineata anche dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani. Su questo abbiamo dato la nostra disponibilità alla discussione: siamo stati, infatti, democraticamente auditi presso le commissioni parlamentari, convinti che, su questi importanti temi, una difesa corporativa e una chiusura al recepimento di norme già presenti da moltissimo tempo quasi ovunque e sancite da convenzioni internazionali, prime fra tutte la Convenzione Europea sui Diritti Umani, serva solamente a voler far sembrare la nostra polizia una branco di violenti che vuole agire al di fuori e sopra ogni regola. Siamo convinti che sia necessario andare oltre l'emotività e a considerare questa come un'opportunità per slegarsi da un passato che espone tutta la categoria a facili proclami come da dannose strumentalizzazioni.
Roma, 1 luglio 2015
La Segreteria Nazionale