VERSO UNA RAPPRESENTANZA NORMALE. AGGIORNAMENTI SUL TEMA DEL RICONOSCIMENTO DELLE LIBERTÀ SINDACALI AI MILITARI ITALIANI. PROSSIMAMENTE LA DECISIONE EUROPEA SUL RICORSO DEL FINANZIERE FRANCO SOLINAS - di Francesco Santoro

domenica 11 ottobre 2015

VERSO UNA RAPPRESENTANZA NORMALE.

AGGIORNAMENTI SUL TEMA DEL RICONOSCIMENTO DELLE LIBERTÀ SINDACALI AI MILITARI ITALIANI

Come molti sapranno la Corte EDU ha recentemente condannato la Francia a riconoscere ai propri militari il diritto di costituire e associarsi in sindacati nel rispetto dell’articolo 11 della Carta europea dei diritti dell’uomo[1]. In merito a tale controversia, sollevata da una associazione francese composta da civili e militari, la Francia, considerata la pacifica giurisprudenza formatasi in materia[2], ha espressamente rinunciato a rinviare la questione alla Grande Camera, assicurando alla Corte che avrebbe presto conformato il proprio ordinamento alla sentenza[3].

Lo stesso destino attende inevitabilmente l’Italia contro la quale sono stati proposti vari ricorsi che, al pari del caso francese, reclamano il riconoscimento dei diritti sindacali ai militari italiani e sui quali a breve si pronuncerà la stessa Corte di Strasburgo. Attualmente sono in decisione i ricorsi promossi dall’associazione Assodipro del 2013 che ricalcano lo schema del contenzioso francese e che vedono tra i ricorrenti Francesco Solinas, socio fondatore e membro del direttivo di Ficiesse, e il ricorso presentato da 400 finanzieri del 2014. Un altro ricorso sulla questione pare verrà promosso dagli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato che dovrebbero essere prossimamente assorbiti dall’Arma dei Carabinieri e assumere di conseguenza lo status militare.

Oggi pertanto non parliamo più di una aleatoria speranza che riposa sulla eventuale lungimiranza della classe politica italiana, la quale finora si è sempre attestata su posizioni conservatrici [4], ma di una possibilità giurisdizionale concreta e vicina ad avverarsi.

Questa pronuncia avrà un forte impatto sul sistema di relazioni con il personale all’interno delle amministrazioni militari, segnerà l’inizio di un processo che porterà al passaggio da una rappresentanza interna priva di soggettività giuridica ad una rappresentanza normale di tipo associativo. Un ulteriore effetto che si ipotizza possa scaturire da questa sentenza sarà la perdita di legittimità e conseguente impugnabilità di quegli atti concertati con rappresentanti che non siano espressione delle legittime associazioni sindacali.  

Non bisogna tuttavia illudersi che il percorso sia così facile, la strada è segnata ma non è priva di ostacoli. Un processo di riforma che comporti una diversa distribuzione del potere a favore della parte debole e che preveda una più incisiva partecipazione del personale nelle decisioni che lo riguardano è molto probabile che possa incontrare forti resistenze. Non sono dunque esclusi tentativi di introdurre forti compressioni di tali diritti in modo da rendere pressoché impraticabile il loro esercizio. Per questi motivi, in questo rinnovato quadro, acquista nuova e strategica importanza uno degli scopi originari del progetto dell’associazione Ficiesse, quello di orientare e sostenere i processi di cambiamento per giungere compiutamente ad una rappresentanza sindacale dei finanzieri.

Francesco Santoro

Membro del direttivo Ficiesse

 


[2] A riguardo Francesco Santoro, “Riflessioni a proposito del riconoscimento delle libertà sindacali ai militari italiani”, Università degli studi di Trieste, Facoltà di giurisprudenza, Trieste, 2013, pagg. 34 -42. https://www.ficiesse.it/public/2072_Tesi.master%20(1).pdf

[4] Cfr. Francesco Santoro, “Riflessioni a proposito del riconoscimento delle libertà sindacali ai militari italiani”, cit., pagg. 20-24.

 


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