DIRITTO DI ASSOCIAZIONE AI MILITARI NON VINCOLATO AD AUTORIZZAZIONI: LA CHANCE DEL PD, DELLA MINISTRA PINOTTI E DEGLI ONOREVOLI SCANU E VILLECCO CALIPARI PER SCRIVERE UN PEZZO DI STORIA DEL NOSTRO PAESE – di Giuseppe Fortuna

domenica 11 ottobre 2015

Visto che la Commissione Difesa della Camera sta lavorando su un testo unificato per la riforma della legge sulla rappresentanza militare, può essere utile riproporre il resoconto pubblicato sul sito dell’associazione Ficiesse sul convegno del Partito Democratico del 5 maggio 2009 nel quale l’allora segretario nazionale del partito, Dario FRANCESCHINI, l’attuale ministra della difesa, Roberta PINOTTI e i deputati Gian Piero SCANU e Rosa VILLECCO CALIPARI impegnarono formalmente il partito in favore del diritto di associazione per i militari senza alcuna preventiva autorizzazione da parte del ministro della difesa.

Sarà questo il vero snodo della riforma, sarà questo il passaggio per capire se si vuol dare finalmente attuazione, o meno, a quella fondamentale parte dell’articolo 52 della nostra Costituzione per la quale “l’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”.

Infatti, il riconoscimento del diritto di associazione senza autorizzazioni introdurrebbe finalmente nel sistema di rappresentanza dei cittadini militari la logica del cosiddetto “doppio binario”, affiancando alla componente dei consigli di rappresentanza, che a mio avviso possono continuare ad essere anche interni, la componente delle associazioni, meglio se “miste, formate cioè da militari e da cittadini, piuttosto che “pure”, per prevenire le, forse altrimenti inevitabili, derive corporativistiche.

Quanto detto non toglie, ovviamente, che la componente consigli sia da migliorare  con diverse novità, a partire dall’introduzione della contrattazione di secondo livello e dall'eliminazione dei consigli intermedi (Coir) che producono effetti distorsivi della rappresentatività dei consigli centrali (Cocer) come il fenomeno delle cordate elettorali.

In questo momento il nostro paese ha bisogno di riforme profondamente innovative. Sarei davvero lieto di poter constatare che il Partito Democratico, la ministra Pinotti e gli onorevoli Scanu e Villecco Calipari stiano andando nella direzione che avevano annunciato nel 2009.

Qui sotto, il resoconto del convegno organizzato dal PD nel maggio del 2009 in occasione della presentazione del DDL Pinotti + altri sulla riforma della Rappresentanza Militare..

 

DIRITTI AI MILITARI, RESOCONTO SUL CONVEGNO DEL PD DI MAGGIO 2009. IL SEGRETARIO FRANCESCHINI E LA SENATRICE PINOTTI IMPEGNANO IL PARTITO: “DIRITTO DI ASSOCIAZIONE SENZA AUTORIZZAZIONI” – di Giuseppe Fortuna (8 maggio 2009)

Martedì 5 maggio 2009, Roma, palazzo di via degli Uffici del Vicario, sala Enrico Berlinguer. Convegno del Partito Democratico sul tema <>.

L’occasione è importante per capire se la principale forza politica dell’opposizione abbia cambiato posizione rispetto a quella, per noi fortemente deludente, tenuta nella scorsa legislatura, come sembrerebbe leggendo i contenuti del disegno di legge 1157 presentato il 24 ottobre scorso al Senato con prima firmataria la senatrice Roberta PINOTTI (https://www.ficiesse.it/news.php?id=2876).

Al convegno sono invitati i soggetti, istituzionali e non, che si interessano al tema. Quindi, delegati Cocer, sindacalisti della Polizia e delle Confederazioni, dirigenti delle associazioni culturali che si rivolgono al mondo militare. Con molti giornalisti e telecamere. Per Ficiesse, sono presenti oltre a chi scrive anche il segretario nazionale Roberti e il segretario della Sezione di Roma-Anagnina Vallefuoco.

Entrando nella sala si nota subito una novità : numerose divise, anche con greche generalizie. Non mi sembra sia mai avvenuto all’iniziativa di un partito politico. “Siamo stati autorizzati”, spiegherà  poi il presidente del Cocer Interforze, Rossi, nel suo intervento, precisando che per la prima volta può parlare come delegato senza premettere la solita formula del “titolo personale”.

Mancano però le divise dei Carabinieri. Anzi, a guardar meglio e a chiedere in giro, si nota che non è presente in sala nessun delegato del Cocer della Benemerita. Una contraddizione singolare rispetto all’apertura del generale Camporini.

Inizia il convegno. Sul tavolo della presidenza Pinotti, Villecco Calipari e Scanu. Dopo poco compare Minniti e a seguire il leader nazionale Franceschini, che ascolta con attenzione di tutte le persone che si succedono al tavolo. Per chiudere con affermazioni importanti che impegnano il partito, a cominciare con quella sul diritto di associazione, che il PD intende far riconoscere senza alcuna autorizzazione da parte di autorità  di governo.

Ma veniamo agli interventi. Ne riportiamo i contenuti così come scritti nel nostro blocco note. Integralmente. Facciamo prima. Saranno schematici e incompleti, ma forse più freschi e anche più leggibili. Chi vorrà  precisare e integrare avrà  tutto lo spazio che vuole sul sito di Ficiesse.

PINOTTI (PD). C’è un forte taglio di bilancio che crea grande preoccupazione. La destra si accredita come vicina alle Forze armate, ma i tagli più forti ai bilanci avvengono quando al governo c’è la destra. La Russa soffia sull’orgoglio militare, ma poi arrivano tagli difficilmente sostenibili. L’Ansa ha riportato delle dichiarazioni del generale Rossi: il più grande esodo forzato di militari dei tempi moderni. Tagli del 40 per cento. Vuol dire 23mila militari in meno, persone che non sanno se avranno un futuro professionale. È drammatico. Il tema che aleggia è la revisione del modello di difesa. Differenze di metodo tra Francia e Italia. In Francia, ampio coinvolgimento nel dibattito. In Italia, nemmeno il parlamento sa quale domanda si vuole soddisfare e quali obiettivi si vogliono raggiungere. Specificità  da riconoscere a livello economico, ma anche per la tipicità  delle professioni militari. Sindacato: il disegno di legge del PD è un forte passo avanti, anche se non ci si arriva pienamente. Il PD è per la libertà  di associazione non vincolata ad autorizzazioni del ministro. Il ddl è un contenitore che fa crescere la democrazia interna, una proposta non demagogica ma innovativa assolutamente aperta a suggerimenti di miglioramento.

SCANU (PD). Entra nel merito del ddl. Contestualizza l’iniziativa. Cerchiamo una linea di intesa che va oltre questo provvedimento. Le Forze armate e di polizia sono l’apparato servente dello Stato per eccellenza. Il PD non permetterà  forme surrettizie di privatizzazione dell’apparato pubblico. No a spoliazioni di prerogative del sistema pubblico a favore di altri ambiti. Con questo ddl si perviene al ruolo di parte sociale. Viene totalmente superata l’attuale doppiezza e si accede nella piena titolarità . Attribuire la funzione di vertice dei consigli al più elevato in grado non è democrazia. Abbiamo introdotto la figura del segretario generale che viene eletto. La contrattazione e la concertazione devono avvenire su tre livelli: nazionale (con il governo), ministeriale (con ciascun ministro per le materie di specifica competenza di ciascuna forza/corpo), territoriale (con regioni ed enti locali).

JACOBS (EUROMIL). Euromil è stata fondata nel 1972. Riunisce 32 associazioni di 24 paesi europei. Abbiamo un dialogo aperto, costante e costruttivo con le istituzioni europee e la Nato. Le Forze armate di oggi non sono più quelle di 20 anni fa. Domanda centrale: l’appartenenza di militari ad associazioni può avere un impatto negativo sull’operatività  della forza armata? Gli esempi in Europa dimostrano che l’associazionismo non mina in alcun modo la disciplina. Oggi “si sceglie” di entrare nella forza armata, sapendo che la professione ha delle limitazioni. Nessuno vuole fare scioperi. Si vuole soltanto avere voce in capitolo sulle scelte che incidono sulle proprie condizioni di vita. L’associazionismo torna a vantaggio delle istituzioni perché si crea un dialogo organizzato altrimenti impossibile. Importante è il riconoscimento del diritto di organizzazione in senso democratico. Due esempi. In Germania 200mila militari sono iscritti a una associazione, che viene ricevuta e ascoltata dalla Commissione difesa. Eppure i soldati tedeschi sono altamente operativi e disciplinati. In Irlanda 15 anni fa due militari vennero incarcerati per aver costituito un’associazione. Le mogli dei colleghi manifestarono davanti al parlamento e si aprì un dibattito. Oggi il 90 per cento dei militari irlandesi sono iscritti ad associazioni.

BOTTACCHIARI (Cocer AM). Rinnovare per i militari la stagione dei diritti di fine anni settanta. Favorevole a un sindacato modello Polizia di Stato. Ma ok anche un passaggio intermedio se non c’è spazio da parte delle forze politiche. Favorevole al ddl Pinotti con modifiche in materia di tutele (non soltanto per i delegati, ma anche per il personale rappresentato), miglioramento delle modalità  di contrattazione e no a riserve perpetue per le donne (al massimo soltanto per il primo periodo).

VILLECCO CALIPARI (PD). Richiama due iniziative della XV legislatura: l’istituzione del fondo triennale e la cosiddetta “legge Pisa” per 60mila alloggi ai militari. Richiama i contenuti del decreto sicurezza, i tagli del 112, della finanziaria, del collegato alla finanziaria, sui costi intermedi (manutenzione, mezzi, blocco del turnover, ridimensionamento delle forze dell’ordine). Richiama i problemi conseguenti alla professionalizzazione delle Forze armate (con i ruoli passati da due a cinque) e alla parametrazione (solo attraverso la promozione si possono ottenere miglioramenti economici). In Italia poca mobilità  sociale con conseguente difficoltà  a migliorare la propria vita e la propria situazione economica e sociale. Bisogna aprire i ruoli, no ai compartimenti stagni. Progredire in due modi: 1) acquisizione di esperienze con il tempo (anzianità ); 2) merito. Per la specificità  richiama il ddl del senatore Del Vecchio. Proponiamo la contrattualizzazione della dirigenza. àˆ disponibile a partecipare a tutte le iniziative alle quali verrà  invitata.

ROSSI (Cocer Interforze). In divisa per la prima volta a un’iniziativa di partito. Parla come delegato Cocer, ma non a nome del Cocer. Evidenzia i temi dei profili di carriera e del trattamento economico non soltanto del personale in servizio ma anche di quello in quiescenza. Le razionalizzazioni interne non possono partire prima che sia chiaro il progetto generale. Il miglior risultato di questo Cocer è stata la considerazione che è riuscito a guadagnarsi anche nei confronti delle forze politiche e sociali. Nei processi che incidono sul finanziamento delle Forze armate bisogna considerare sempre il personale.

FRALLICCIARDI (Amid). Euromil dimostra che l’associazionismo non produce effetti negativi negli apparati e istituzioni militari. Chiede una riflessione su compiti, missioni, funzioni delle Forze armate. Decidere prima che fare, poi modulare lo strumento che serve. Ddl Pinotti: la libertà  di associazione è un diritto costituzionale. Deve essere riconosciuto in modo chiaro e inequivocabile. E’ sufficiente un albo di iscrizione delle associazioni militari senza alcun limite all’esercizio del diritto. Le associazioni devono essere un luogo di elaborazione di programmi e progetti, ma anche di liste per l’elezione dei delegati della rappresentanza militare.

CIAVARELLI (Cocer Marina). La politica non considera i militari. Non devono esserci discriminazioni tra appartenenti ai diversi ruoli.

TISCI (Cocer GDF). Parla come delegato Cocer. Il ddl Pinotti è il migliore tra quelli fino a oggi presentati. I consigli della rappresentanza devono essere esterni e autonomi dagli stati maggiori. Il divieto di rieleggibilità  impedisce di ricandidarsi dopo il secondo mandato e in tal modo si perde nei consigli la memoria storica. Andrebbe rimosso.

TOCCO (CGIL). Cgil è per il sindacato ai militari. Ricorda il pdl per il sindacato presentato nella scorsa legislatura e la petizione popolare con decine di migliaia di firme raccolte. Positivo se si può arrivare a un testo che raccolga la maggioranza del parlamento sul diritto di associazione ai militari. Problema gravissimo dei 23mila precari. Si formano dei giovani, si mandano sui teatri di pace e dopo 9 anni possono essere licenziati. Si vogliono più uomini, li si impiega anche per la sicurezza interna, e poi si tagliano i fondi. Chiede modifiche al ddl Pinotti: 1) i principi e criteri direttivi per la costituzione delle associazioni non devono essere decisi dal governo ma dalla legge; 2) possibilità  per le associazioni di presentare liste di candidati agli organismi della rappresentanza militare; 3) Cocer con personalità  giuridica. Assolutamente contrario alla proroga del mandato per l’attuale Cocer: non è democrazia. L’elemento di democrazia sono le associazioni, non i delegati prorogati. È nelle associazioni che si deve discutere come organizzare il lavoro e cosa proporre. E non si intacca in alcun modo la catena di comando.

TOSIANI (Cocer Marina). Parla a titolo di delegato. Siamo figli di tutte le opposizioni e orfani di tutti i governi. I tagli sono pagati dal personale.

TIANI (SIAP). Plaude alla sensibilità  del Capo di SMD che ha permesso la partecipazione in divisa dei delegati Cocer. Auspica l’apertura di una stagione per il riconoscimento di maggiori diritti ai militari.

FRANCESCHINI (Segretario PD). Dobbiamo ascoltare e non solo parlare. Anche dall’opposizione si può fare il bene del proprio paese. Denuncia, protesta, ma anche proposte concrete. Dobbiamo accendere i riflettori sui problemi della difesa e dei militari. Oggi i problemi vengono affrontati a seconda del livello di attenzione che c’è nei media. Se non ne parlano i giornali e le tv, i problemi non si affrontano e non si risolvono. Per questo, riflettori accesi: è una parte importante del lavoro dell’opposizione. Bisogna reintrodurre in Italia la parola “serietà”. Innanzitutto, serietà  nei comportamenti. La smetta la destra di affermare che nel PD c’è avversione nei confronti delle Forze armate. Sempre dalla destra, parole  roboanti e poi tagli micidiali lasciando immutato il modello di difesa. La Russa vede i militari come un corpo separato. Noi la pensiamo all’opposto: non sono un corpo separato. Devono avere le stesse tutele dei civili. I precari delle Forze armate non possono avere meno diritti. Se si impiegano i militari in compiti non propri si sa dove si comincia, non si sa dove si finisce. Da noi vengono usati anche come immagine. Il diritto di associazione deve essere riconosciuto senza bisogno di alcuna autorizzazione. La nostra prospettiva in tema di difesa deve essere l’Europa e il sistema di difesa europeo. Spingere in questa direzione, dalla quale possono venire forti risparmi di risorse con la specializzazione e la complementarietà .

GIUSEPPE FORTUNA

 

 


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