INNALZAMENTO DEL LIMITE PER I PAGAMENTI IN CONTANTI: ASCOLTIAMO IL PRESIDENTE MATTARELLA – di Giuseppe Fortuna

martedì 27 ottobre 2015

Come ho cercato di spiegare oggi a Radio Articolo Uno, l’emittente della Cgil, (http://www.radioarticolo1.it/audio/2015/10/26/25959/manovre-le-vere-novita-della-legge-di-stabilita-con-carlini-fortuna-gentile-romano) l’innalzamento a tremila euro del limite al contante non appare assolutamente accettabile. L’argomento è delicato, perché molto delicato è il momento che sta attraversando il nostro paese sotto il profilo non soltanto economico, ma anche morale e culturale.

Non c’è dubbio che Renzi abbia ragione quando afferma che c’è tantissimo da riformare e che non bisogna aver paura delle novità. Ma da cosa iniziare, in quali tempi, con quali priorità e quali programmi è determinante per il successo del processo di trasformazione che serve al Paese.

Ieri è apparso sulla prima pagina del Sole 24 Ore un bellissimo articolo di Sergio Mattarella nel quale, a proposito dell’Expò, il presidente invita tutti noi a seguire la strada che ha consentito ai cittadini di Milano di passare dallo sfascio della corruzione, del malaffare e delle devastazioni dei Black blok all’eccezionale successo nella più importante esposizione del pianeta.

Ne riporto alcuni passi.

“Milano - scrive il nostro presidente -, capitale europea speranza e motore dell’Italia”; Milano, “con la sua capacità di progettare, di coinvolgere, di allargare, di unire”; Milano, con “una leadership vera che non si è affermata nell’isolamento ma nella coesione”, “coesione che matura tenendo insieme qualità antiche e innovazioni efficaci”; Milano, esempio di un’economia che “non va immiserita e ridotta ad una crescita ancorata soltanto a parametri economici o finanziari”, ma che “è più forte quando ha alle spalle una rete robusta di solidarietà, un sistema di imprese coscienti della propria funzione sociale, un retroterra di legalità, conoscenze diffuse, passioni civili”. “Per far questo - aggiunge Mattarella in un passaggio centrale – è necessario che tanti lavorino alle connessioni”, “l’impresa ha bisogno di una pubblica amministrazione rinnovata ed efficiente”, “la qualità della vita sociale dipende da una giustizia più rapida e che funzioni bene” e “puntare alla crescita della domanda interna impone una riduzione delle diseguaglianze”.

Quindi: NO a parametri meramente economici e finanziari; SÌ a coesione, reti di solidarietà, consapevolezza della funzione sociale delle imprese, cultura, innovazione, dialogo, capacità di fare squadra e sinergie strette e consapevoli tra ambienti, settori, attori e protagonisti diversi, con “legami stringenti tra ambiti che, alle volte, continuano ad apparire separati”.

Con questo viatico, torniamo alla questione del contante. Il giornalista mi ha chiesto chi è oggi, in Italia, che usa tremila euro per fare acquisti. Ho risposto che, a parte la delinquenza che ricicla denaro, li usa chi non ha conti bancari, magari perché persona anziana o cattivo pagatore e non vuole far apparire tali somme per motivi che non necessariamente sono illeciti.

Ma il punto è un altro.

Il punto è che, in assenza di contemporanei segnali, forti e convincenti, di segno opposto, la disposizione sarà interpretata da chi fa impresa, commercio e artigianato non come un intervento per la legalità tributaria ma come un “assist”, come un invito, al “torniamo come eravamo”, cioè come un segnale di nuova acquiescenza all’evasione fiscale dopo la virata nella direzione del rigore effettuata con la limitazione a mille euro del 2011.

Per questo, secondo noi, questa agevolazione interviene nel momento sbagliato in quanto non è accompagnata da interventi chiari nell’indirizzo della legalità e dell’efficienza della macchina dei controlli e, come sottolineato dal presidente della Repubblica, tutto si lega e sta insieme, compresi “ambiti che a volte appaiono separati”.

L'aumento del limite, in altri termini, non è opportuno finché: 1) non si interviene sulla prescrizione dei reati tributari, societari e di corruzione interrompendone il decorso nel momento del rinvio a giudizio; 2) non si riformula in modo incisivo la fattispecie del falso in bilancio eliminando le attuali e gravi incertezze della fattispecie; 3) continuano ad essere tra loro scollegate, specialmente quanto agli obiettivi di prevenzione e compliance in ciascun singolo territorio, le attività dei reparti della Guardia di finanza e degli uffici dell'Agenzia delle entrate; 4) sembra si voglia rimette in discussione l'autonomia e l'operatività secondo logiche manageriali delle agenzie fiscali.

 

GIUSEPPE FORTUNA

Direttore Sportello ETP Fiscalità di Ficiesse

g.fortuna@ficiesse.it


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