PENSIONI: A FINE ANNO STOP INCENTIVI FONDI DIPENDENTI P.A. SICUREZZA: OPERAZIONE EXPO,2.300 MILITARI PER 25 ARRESTI, PINOTTI RINGRAZIA ESERCITO A NOME DEL GOVERNO. CASSAZIONE;DOLCE GABBANA ESPATRIATI CON VALIDE RAGIONI
PENSIONI: A FINE ANNO STOP INCENTIVI FONDI DIPENDENTI P.A
AGEVOLAZIONE 1,2% TFR VALE PER ASSUNTI PRIMA DEL 2001
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Scadono a fine anno le agevolazioni
previste per i dipendenti pubblici che scelgono di aderire a
fondi pensione integrativi. A meno che non ci siano delle
proroghe, il beneficio statale dell'1,5% su base Tfs
(trattamento di fine servizio, che diventa pari all'1,2% su base
Tfr (trattamento di fine rapporto) vale infatti fino al 31
dicembre del 2015. Lo ricorda l'Aran, l'Agenzia che rappresenta
la P.A. nelle negoziazioni, sul suo sito, spiegando che continua
"l'attivita' di comunicazione al fine di accrescere la conoscenza
sulle opportunita' offerte da fondi".
Ai dipendenti pubblici i cui cedolini stipendiali sono
elaborati da NoiPa e' stata inviata una comunicazione dal Fondo
Perseo Sirio in collaborazione con il Mef. In particolare il
Fondo sta ricordando la scadenza di fine anno per usufruire
dell'agevolazione, che vale per tutti i dipendenti assunti prima
del 2001. Il Fondo, previsto dalla contrattazione, da' cosi' conto
dei vantaggi derivanti dall'iscrizione: metto 1 euro (totalmente
deducibile dal mio reddito) e mi ritrovo, sul mio personale
conto presso il Fondo, 2,20 euro in piu', per un totale di 3,20
euro.
L'Aran nel suo ultimo rapporto, riferito al 2014, ha
sottolineato la scarsa adesione ai Fondi integrativi, che in
tutto nella P.A. sono due: Espero, dedicato alla scuola, con
circa 100 mila iscritti su una platea di oltre un milione di
lavoratori; e Perseo Sirio, che tocca tutti gli altri settori,
con circa 20 mila aderenti su un totale di 1,6 milioni di
dipendenti.
(ANSA).
SICUREZZA: OPERAZIONE EXPO,2.300 MILITARI PER 25 ARRESTI
PINOTTI RINGRAZIA ESERCITO A NOME DEL GOVERNO
di Salvatore Garzillo)
(ANSA) - MILANO, 30 OTT - A 24 ore dalla chiusura di Expo, il
sentimento generale tra gli addetti ai lavori del comparto
sicurezza e' quello del sospiro di sollievo. Tutto e' andato
secondo i piani, gli scenari piu' negativi per cui ci si era
preparati sono rimasti solo ipotesi di studio e, forse, non e'
stata solo questione di fortuna.
"Operazione Expo", facendo i debiti scongiuri, e' andata bene
dal punto di vista della sicurezza. Questo il senso del bilancio
finale fatto oggi a Milano dal ministro della Difesa, Roberto
Pinotti. "Expo e' stata una scommessa che possiamo dire di aver
vinto. Grazie ai nostri militari, alla loro professionalita' e
discrezione, e' stato un evento di successo anche in tema di
sicurezza". Pinotti non ha nascosto l'entusiasmo parlando alla
caserma Santa Barbara di Milano, dove ha voluto portare
personalmente il saluto e il ringraziamento a un migliaio di
militari, parte dei 2.300 che, 24 ore su 24, hanno prestato
servizio durante i sei mesi di Expo.
"Ho fatto richiesta di essere qui con voi per dirvi grazie di
persona - ha detto il ministro alla presenza del capo di Stato
maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano, del capo di
Stato maggiore dell'esercito Danilo Errico, e dei vertici di
polizia e carabinieri - Il vostro lavoro merita un plauso per la
professionalita'. All'inizio c'era il timore che la vostra
presenza cosi' importante potesse militarizzare l'evento ma la
vostra discrezione ha sfatato qualunque dubbio e preconcetto".
Sono stati 2.300 i militari che hanno partecipato alle
operazioni "Expo" e "Strade sicure".
Una presenza capillare che nei numeri si traduce in 45.234
mezzi controllati, 364 persone identificate, 25 arresti, 100
denunce, 34 fermi, 17 armi sequestrate, 204 articoli
contraffatti sequestrati, 142 interventi di soccorso ai
visitatori e oltre due milioni di chilometri percorsi in citta'.
"L'esperienza acquisita dai nostri militari all'estero, per
esempio in Afghanistan - ha continuato il ministro - ha aiutato
nella gestione e nell'organizzazione della sicurezza del sito di
Expo. Abbiamo avuto il riconoscimento da molti capi di Stato
stranieri e sentire il presidente del Consiglio lodare
pubblicamente il lavoro svolto dai militari e il successo
dell'evento e' per me motivo di grande orgoglio".
Ma non e' stato tutto semplice. "Il momento piu' difficile e'
stato probabilmente quello iniziale, la fase della
programmazione. Del resto e' una macchina gigantesca". Per questo
e' stato istituito il Com, il centro operativo misto di via
Drago, una sala operativa voluta dalla Prefettura gia' nel 2014
per pianificare e coordinare l'attivita' di tutte le forze
dell'ordine impegnate per garantire la sicurezza dell'evento
mondiale 24 ore al giorno per sei mesi. Dalla sua apertura il
Com ha gestito 2.056 interventi, di cui 1.065 (il 51,8% per
cento) in ambito di Security: la supervisione e il coordinamento
dell'accessibilita' al sito; le verifiche dei controlli di
sicurezza sull'ingresso dei mezzi, delle merci e delle persone;
il monitoraggio delle visite delle autorita' al sito espositivo;
il controllo dei sorvoli; il coordinamento degli interventi in
caso di atti dolosi, aggressioni, furti.
Altri 805 interventi (il 40,2%) sono relativi all'ambito
Safety, ovvero le attivita' sul soccorso alle persone, il
coordinamento degli interventi in caso di incendi, guasti,
ritrovamento di borse abbandonate con l'intervento degli
artificieri. Altre 166 azioni (l'8%) si riferiscono all'ambito
Mobilita'.(ANSA).
FISCO:CASSAZIONE;DOLCE GABBANA ESPATRIATI CON VALIDE RAGIONI
DOPO UN ANNO,DEPOSITATE MOTIVAZIONI ASSOLUZIONE DEI DUE STILISTI
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Non hanno commesso evasione fiscale
gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, creando a
Lussemburgo la societa' 'GaDo' per lo sfruttamento dei loro
marchi, perche' avevano "robuste ragioni extrafiscali ispiratrici
della riorganizzazione del gruppo", ragioni che "scardinano la
coerenza intrinseca del ragionamento accusatorio, conducendo
verso approdi lontani sia dai principi di diritto sia dai temi
di indagine quasi del tutto inesplorati e per certi versi,
quando lo sono stati, contraddittoriamente risolti". Lo scrive
la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi della clamorosa
assoluzione dei due stilisti che risale a oltre un anno fa, il
24 ottobre 2014.
Dolce e Gabbana erano stati condannati dalla Corte di Appello
di Milano, il 30 aprile 2014, a un anno e sei mesi di reclusione
e a risarcire l'Agenzia delle Entrate con 500mila euro. Per
questa vicenda hanno gia' versato al fisco circa 40 milioni nel
contenzioso tributario per evasione dell'Iva. L'amministrazione
finanziaria gli contestava di non aver pagato tributi su un giro
d'affari di 200 milioni di euro a seguito dello spostamento, nel
2004, in Lussemburgo.
Secondo gli 'ermellini', le solide ragioni del trasferimento
nel Granducato sono quelle individuate dai giudici di merito ma
non tenute nella dovuta considerazione: "l'esigenza di
rafforzare i marchi, fornire maggiori garanzie, attrarre
investimenti, entrare in borsa da un lato, riequilibrare gli
assetti societari a favore della famiglia Dolce dall'altro".
"Era nota - ricorda la Cassazione - la condizione di debolezza
dei marchi, derivante dalla loro titolarita' in capo a due
persone fisiche estranee al gruppo e legate sentimentalmente tra
loro, gia' segnalata dal mondo bancario e della finanza, ma anche
da imprese del medesimo settore interessate a effettuare corposi
investimenti; elemento di debolezza la cui eliminazione
costituiva ormai condizione ineludibile". Insomma Lussemburgo
non era tanto, o almeno non era solo, una questione di tasse.
Leggendo le quasi cento pagine delle motivazioni della
Cassazione, un vero trattato sulla liberta' di impresa e i
confini della pretesa impositiva dello Stato con monito ad
escludere il carcere per l'elusione, e' evidente che il calcolo
delle presunte tasse evase, che tali non sono piu', dovra' essere
rifatto. Non e' da escludere che lo Stato debba ridare
'qualcosa' a Dolce e Gabbana.
Ad avviso della Suprema Corte, il fatto che sia stato
accertato che alla sede lussemburghese fossero stati affidati "i
soli compiti esecutivi", mette in crisi l'accusa che la 'GaDo'
fosse esterovestita, dal momento che "si ammette che qualcosa in
Lussemburgo effettivamente si faceva, si' da giustificare una
sede amministrativa collocata in una struttura diversa da quella
legale". "Ma il tema - prosegue la Cassazione -, travolto da una
impostazione errata che ha spostato l'attenzione piu' sul 'chi
dicesse cosa', piuttosto che sul 'cosa si facesse' realmente, e'
stato del tutto trascurato". Nessuna conseguenza come prova
della esterovestizione, puo' essere tratta - sottolinea ancora il
verdetto - "dal fatto che il personale dipendente continuasse ad
avere rapporti con i consulenti storici (fiscali e del marchio)
del gruppo".
Per quanto riguarda il processo di rinvio, se mai si terra'
dal momento si prescrive a novembre, e che vede come unico
imputato 'sopravissuto' Alfonso Dolce, fratello di Domenico e
amministratore della griffe, l'unico compito che la Cassazione
gli affida e' quello di "rivalutare le prove al solo fine di
accertare se 'GaDo' operasse realmente in conformita'
esclusivamente al suo oggetto sociale". Per Alfonso Dolce, in
relazione al suo "trattamento sanzionatorio", ossia la sua
condanna a un anno e due mesi, la sua difesa "nulla ha
eccepito", scrive la Cassazione che per lui non ha pronunciato
l'assoluzione come invece ha fatto oltre che per i due stilisti
anche per altri due manager della maison e per il commercialista
Luciano Patuelli, architetto della 'GaDo'. (ANSA).