LA CONFUSIONE TRA IL MERITO "FORMALE" DEL POSSESSO DI TITOLI E ABILITAZIONI E IL MERITO "SOSTANZIALE" CHE INTERESSA AI CITTADINI – di Giuseppe Fortuna
Rispondo alla domanda che mi è stata rivolta ieri nel forum internet dell’associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà dall’amico Fario su cosa sia “merito” per una pubblica amministrazione. Il problema è che, in italiano, “merito” è un termine polivalente e quindi inevitabilmente ambiguo.
Nella dimensione che qui ci interessa, che è la valutazione del lavoro svolto da un pubblico dipendente, il “merito” deve considerare contemporaneamente due dimensioni: 1) la DIMENSIONE NUMERICA, rappresentata dai risultati conseguiti dal dipendente e grazie alla collaborazione del dipendente in termini di efficacia (è stata prodotta la quantità di servizi attesa), di efficienza (è stata prodotta impiegando risorse umane, materiali e finanziarie adeguate e non sproporzionate) e di qualità (sono state soddisfatte le esigenze dei destinatari del servizi realizzati e non si sono verificati disservizi o se ne sono verificati in numero accettabile); 2) la DIMENSIONE TEMPORALE, normalmente rappresentata dall’anno.
La prima conseguenza di quanto appena detto è che poiché stiamo parlando di numeri conseguiti in periodi di tempo esattamente individuati, non è assolutamente detto che chi è stato meritevole l’anno scorso o due anni fa lo sia anche quest’anno. E infatti non sarà meritevole se non raggiunge gli obiettivi (numerici) concordati e indicati dai livelli superiori.
Merito, perciò, sotto il profilo tecnico-gestionale NON È MAI IL POSSESSO DI CAPACITA’ TEORICHE, come i titoli di studio o abilitazioni professionali necessari per partecipare, ad esempio, al concorso per entrare nell'amministrazione, ma È RIUSCIRE A PORTARE EFFETTIVAMENTE A CASA I RISULTATI NUMERICI DI EFFICIENZA, EFFICACIA E QUALITA’ STABILITI PER L’ANNO CONSIDERATO.
Facciamo un esempio per spiegare meglio queste differenze.
Sei un bravissimo studente della facoltà di giurisprudenza, ti sei laureato con 110 e lode, hai vinto il concorso in magistratura classificandoti al primo posto in Italia e ti hanno nominato sostituto procuratore della Repubblica di una città importante.
In questo caso si può ben dire che hai “meritato” di vincere il concorso e di diventare giudice. Ma non è questo il merito tecnico/gestionale che qui ci interessa perché non è detto che sarai anche, per ciò solo, un buon pubblico ministero. E infatti “meriterai” di far carriera se, ANNO DOPO ANNO, dimostrerai di saper dirigerai indagini avquisendo prove di qualità che portino alla condanna dei veri responsabili dei reati che saranno stati commessi nel circondario del Tribunale dove lavori.
Così, se sei un ispettore della Gdf addetto ad attività di verifica, che tu abbia una o tre lauree o che tu sia in possesso – come è stato scritto in un altro topic – dell’abilitazione all’esercizio della professione forense, NON HA E NON DEVE RILIEVO ALCUNO sotto il profilo del merito inteso in senso tecnico/gestionale.
Viceversa, deve aver rilievo se, anche grazie a te,: 1) quella sezione verifiche ha concluso nell’anno considerato il numero di verifiche assegnato: 2) ha individuato i soggetti giusti da verificare; 3) ha ottenuto risultati adeguati in termini di contestazioni (ché altrimenti c’è stato un difetto nel momento della programmazione): 4) ha ottenuto i risultati attesi in termini di qualità (misurabili nel momento dell’accertamento da parte degli uffici finanziari).
Se invece sei un ispettore che lavora in una sezione peisaf sarai meritevole se al termine dell’anno considerato la sezione, anche grazie a te: 1) ha concluso il numero di trattazioni di gestione del personale previste all’inizio dell’anno; 2) ha impiegato nei relativi processi di lavoro il numero di ore/persona e le risorse finanziarie e materiali assegnate; 3) ha prodotto i risultati della qualità richiesta (che può essere misurata in termini di numero di disservizi verificatisi).
Quindi, una cosa sono i titoli e le specializzazioni, cosa del tutto diversa sono i risultati conseguiti nell’anno da prendere in considerazione ai fini della RETRIBUZIONE DI RISULTATO e nella serie di anni da prendere in considerazione ai fini delle PROGRESSIONI DI CARRIERA.
Chiudo con una domanda retorica sul merito.
A Vicovaro, paese delizioso in provincia di Roma, c’è da sempre una stazione dei Carabinieri. Ebbene, ai cittadini di Vicovaro cosa interessa? Che i militari abbiano lauree, titoli e nastrini sulla divisa o che abbiano fatto scendere il numero di furti commessi nelle case e nelle campagne rispetto all’anno precedente?
GIUSEPPE FORTUNA
Direttore Sportello ETP Fiscalità