CORSERA. PALERMO: INCENDIO IN CASA OCCUPATA, IL FINANZIERE EROE SALVA UN BAMBINO. di Felice Cavallaro.
Ficiesse esprime i più sinceri complimenti al Brigadiere della Guardia di Finanza Diego Iacono.
Riportiamo dal sito del Corriere della Sera.
Palermo: incendio in casa occupata, il finanziere eroe salva un bambino.
Il piccolo, di 8 anni, era nascosto sotto a un letto, terrorizzato. Il brigadiere Diego Iacono, 51 anni, vede le fiamme e corre fuori dal suo ufficio: evita esplosioni e soccorre il bimbo
Il bambino intrappolato
Quando mercoledì mattina alle 11 un incendio ha avvolto un’intera ala della Salvemini, una vecchia scuola abbandonata alla periferia di Palermo, trasformata in un edificio-dormitorio occupato da cinquanta famiglie di senzatetto, tanti, scappando fuori, anneriti e tossendo, lo dicevano che dentro forse qualcuno era ancora intrappolato. E un padre disperato gridava il nome del figlio che non ritrovava vicino alla moglie, ad un tratto cosciente che doveva essere rimasto al primo piano, in una delle aule occupate, ma imbambolato sotto quello stabile nell’inferno.
Il brigadiere ha avvistato le fiamme dalla finestra
Per sua fortuna, per fortuna di tutti, di quelle fiamme si era accorto qualche minuto prima il brigadiere Diego Iacono, dal suo ufficio della caserma della Guardia di Finanza, dalle finestre del Gruppo Palermo, proprio di fronte alla ex scuola di viale Michelangelo, oltre la circonvallazione. Il suo comandante, il colonnello Alfredo Falchetti, ricorda solo un’ombra che schizzava nel corridoio, gridando «incendio, incendio!». Appunto, l’ombra del brigadiere Iacono che un istante dopo era davanti all’edificio in fiamme, pronto a saltare dentro, aiutando i più anziani, ma soprattutto deciso «a cercare le cucine e chiudere le bombole».
La corsa verso l’aula dov’era il bambino
Pensava di avere già fatto il suo dovere quando, uscendo da quella bolgia infuocata, senza che fossero ancora arrivati i vigili del fuoco, ha sentito le grida del padre disperato. Ed è tornato indietro, come racconta il brigadiere Iacono: «Ho preso quell’uomo impaurito ma fermo per strada e me lo sono portato dentro, attraversando una nuvola di fumo denso, facendoci spazio fra quanti fuggivano, perché mi indicasse le stanze da lui occupate, dove poteva essere rimasto il figlio...».
Nascosto sotto al letto
Una volta individuato l’alloggio, Iacono, letteralmente in apnea, cercando di avvertire un gemito, una richiesta di aiuto, un lamento, ha scandagliato tutti gli ambienti scoprendo il piccolo sotto il lettone: «Tremava, in pigiama, a dorso nudo, gli occhi sgranati. L’ho tirato verso di me, l’ho avvolto fra le mie braccia e ho cominciato a correre come più non potevo...».
Il superiore: «Coraggio in una situazione paurosa»
Quando il colonnello Falchetti ha visto uscire quell’omone in divisa con il bimbo in braccio non credeva ai suoi occhi: «Confesso che avevo provato a seguire Iacono nell’impresa, ma il suo coraggio gli ha consentito di affrontare una situazione paurosa saltando su per le rampe delle scale dove, arrivando da fuori, sembrava di passare dal giorno alla notte, con ondate di fumo che penetravano i polmoni...».
«Se ho avuto paura? Solo quando ho visto due cani»
Alla vista del bimbo fra le braccia del brigadiere quel padre che cercava aiuto s’è ripreso il figlio mentre il suo sguardo incrociava gli occhi del gigante buono. Deve aver detto grazie col cuore, scomparendo dopo un attimo, mentre irrompevano sulla scena i pompieri, le volanti per i primi soccorsi, qualche ambulanza. Come scompariva il brigadiere, rientrato nell’ufficio con le finestre sulla Salvemini annerita. Tornato al lavoro. Come dopo una pausa caffè. Pensando a quel bimbo del quale non conosce nemmeno il nome, alla storia vissuta da protagonista senza riflettori. Fatta eccezione per i complimenti del generale Ignazio Gibilaro e del suo comandante al quale ha regalato una battuta ironica quando a fine mattinata gli ha chiesto se non avesse avuto paura: «Si che l’ho avuta, signor colonnello. Quando, spalancando una delle porte, sono usciti fuori due pitbull. Ma, grazie alle fiamme, erano più spaventati di me...». Battuta da lieto fine, ripetuta la sera a casa, fra i suoi ragazzi di 18 e 24 anni, fieri del papà eroe.