P.A: CONSIP, GARA DA 56,7 MLN PER SISTEMI VIDEOSORVEGLIANZA - EVASIONE FISCALE, SEQUESTRO BENI PER 127 MLN A IMPRENDITORE

domenica 29 novembre 2015

 

P.A: CONSIP, GARA DA 56,7 MLN PER SISTEMI VIDEOSORVEGLIANZA

   (ANSA) - ROMA, 26 NOV - Consip ha indetto una gara per la

fornitura di Sistemi di Videosorveglianza sia per gli edifici in

uso alle pubbliche amministrazioni sia per il territorio. La

gara - informa Consip - sara' aggiudicata con il criterio

dell'offerta economicamente piu' vantaggiosa. La fornitura avra'

una durata pari a 12 mesi (con possibilita' di proroga fino a

ulteriori sei), e contratti attuativi di massimo 36 mesi.

  La gara e' strutturata in tre lotti geografici. Il primo lotto,

con un massimale di fornitura di 19 milioni di euro riguarda le

Regioni Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Lombardia,Veneto,

Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia. Il secondo lotto,

con un massimale di 14,3 milioni di euro, riguarda Emilia

Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Umbria,

Sardegna. Il terzo lotto, con un massimale di 23,4 milioni,

riguarda le amministrazioni delle Regioni Campania, Basilicata,

Puglia, Sicilia, Calabria). (ANSA).

 

EVASIONE FISCALE, SEQUESTRO BENI PER 127 MLN A IMPRENDITORE (2)

  (ANSA) - MARSALA (TRAPANI), 26 NOV -  Il patrimonio

dell'imprenditore secondo la Procura di Marsala, diretta da

Alberto Di Pisa, sarebbe stato illecitamente accumulato negli

ultimi vent'anni "grazie ad una colossale e continuata frode

fiscale, a numerose truffe ai Fondi comunitari e alla violazione

di numerose altre norme in tema di edilizia e sanita' pubblica".

In tal modo, sempre secondo l'accusa, Michele Angelo Licata si e'

"prepotentemente imposto nel settore turistico-alberghiero,

sbaragliando la leale concorrenza, "drogando" l'economia

locale".

   Adesso, le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria

di Trapani e dalla sezione di pg della Guardia di Finanza della

Procura di Marsala avrebbero consentito non solo di fare luce

sulla "pericolosita' fiscale" della famiglia Licata, ma anche di

"ricostruire e mappare l'enorme patrimonio mobiliare e

immobiliare riconducibile alla stessa, il cui possesso, per

altro, non era assolutamente giustificabile con i redditi

dichiarati dall'intero nucleo familiare". Un primo sequestro di

beni l'imprenditore l'aveva subi'to lo scorso aprile, dopo il

tentativo di svuotare i propri conti correnti con ingenti

bonifici in favore di parenti fino a quel momento non coinvolti

nelle indagini. (ANSA).

 

 


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