REPUBBLICA.IT: DAVIGO: "LA CLASSE DIRIGENTE CHE DELINQUE È PEGGIO DEI LADRI". POI FRENA
DAVIGO: "LA CLASSE DIRIGENTE CHE DELINQUE È PEGGIO DEI LADRI". POI FRENA
Polemica dopo le prese di posizione del presidente dell'Anm. Un fronte bipartisan (Pd, Fi, Ap, Ala, Lega) lo attacca. Il M5s e Si lo difendono. Alcuni magistrati ne prendono le distanze. Gratteri: "Ha sbagliato a generalizzare"
di ALBERTO CUSTODERO
ROMA 22 aprile 2016
"La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi". Lo ha detto il presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo, durante la lectio magistralis al master in prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e corruzione dell' Università di Pisa. In serata la precisazione: "In Italia - ha detto - la vulgata comune è dire che rubano tutti. No, mi fa arrabbiare questa cosa, rubano molti. Non tutti. Altrimenti non avrebbe senso fare i processi".
Il neo presidente dell'Anm, dunque, rilancia e dopo un'intervista al Corriere della Sera ("I politici non hanno smesso di rubare. Hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: 'Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuentì") ritorna a sparare a zero scatenando un vespaio di polemiche. Molti magistrati ne prendono le distanze. Un fronte politico bipartisan (Pd, Fi, Lega, Ap) lo attacca. Il M5s e Sinistra italiana lo difendono.
Ma in serata il presidente Anm frena: "Non ho mai inteso riferirmi ai politici in generale - ha precisato in una nota - ma ai fatti di cui mi sono occupato ed a quelli che successivamente ho appreso essere stati commessi. Non ho mai pensato che tutti i politici rubino, anche perchè ho più volte precisato che, se così fosse, non avrebbe senso fare processi che servono proprio a distinguere".
Il j'accuse di Davigo. Parlando all'università di Pisa, Davigo ha detto: "Per un paio di decenni l'attività di Questo paese non è stata quella di contrastare la corruzione ma i processi sulla corruzione. Questo è stato un messaggio fortissimo". "Dire che i magistrati devono parlare solo con le loro sentenze - ha aggiunto - equivale a dire che devono stare zitti". "La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni enormi". "La corruzione è un reato particolarmente segreto, occulto, non si fa davanti a testimoni, è noto solo a corrotti e corruttori, non viene quasi mai denunciato. È un reato a cifra nera. È un reato seriale. Per questo è necessario premiare chi parla"
Le critiche/1: i magistrati. Le dichiarazioni di Davigo sono state criticate da alcuni esponenti del mondo della magistratura. Critico il vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura Giovanni Legnini: "Le parole del presidente Anm - ha detto - rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno. Da Davigo prendono le distanze anche l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara ("Non alimentare scontro con la politica. No a generalizzazioni"). E Nicola Gratteri, nuovo procuratore capo di Catanzaro: "Ha sbagliato a generalizzare, bisogna sempre entrare nello specifico. Se si dice che 'sono tutti ladri', facciamo il gioco dei ladri".
Le critiche/2: gli ex magistrati, ora politici. Davigo non ha risparmiato bordate anche nei confronti dei suoi colleghi che si sono dati alla politica. "I magistrati - ha dichiarato - non dovrebbero mai fare politica. Sovente sono pessimi politici". Tra i suoi ex colleghi parlamentari, alcuni gli hanno dato contro, altri lo hanno appoggiato. Tra i critici, Donatella Ferrante, pd, presidente della commissione Giustizia della Camera ("Uno scontro fino a se stesso, un pregiudizio verso una intera classe. Auspico una presa di posizione da parte della Giunta dell'Anm"). E il senatore dem Felice Casson ("Da Davigo una ruvidezza, i politici rubano, ma è un errore generalizzare"). Tra chi condivide il suo pensiero, il deputato di sc Stefano Dambruoso: "Condivido l'allarme di Davigo, soprattutto per la politica locale".
Gli attacchi bipartisan. Duro il presidente del Pd e commissario del partito a Roma, Matteo Orfini: "Le classi dirigenti dovrebbero aiutare a distinguere, a far capire le differenze ai cittadini e non a generalizzare come si fa al bar". Il deputato di Fi Luca Squeri commenta: "Generalizzazione populista". Matteo Salvini, leader del Carroccio: "Non può permettersi di generalizzare" (poi aggiunge: "Lo incontrerò, per fare alcune battaglie"). Fabrizio Cicchitto, Ap: "Vuole alzare la tensione al massimo". "È incendiario e contradditorio", taglia corto Luca D'alessandro, di Ala.
M5s e Si fanno quadrato. Sostengono Davigo M5s e Si. Luigi Di Maio, del direttorio 5Stelle: "Solidarietà a Davigo per gli attacchi che sta ricevendo. Invece di attaccare uno dei simboli dell'inchiesta Mani Pulite, i partiti dovrebbero guardarsi in casa loro e fare pulizia". Alfredo D'Attorre, dell'esecutivo nazionale
di Sinistra Italiana, dice: "Colpisce davvero che i dirigenti del Partito Democratico reagiscano all'intervista di Davigo con gli stessi toni e argomenti che un tempo caratterizzavano il centrodestra e che oggi non a caso vengono riproposti da Cicchitto e dai Verdiniani". (R.it)