IL DECRETO MADIA HA DEPISTATO IL REATO DI DEPISTAGGIO di Cleto Iafrate

giovedì 08 giugno 2017

 

Pare che un ufficiale di polizia giudiziaria sia indagato per rivelazione del segreto d’ufficio; in sostanza, avrebbe avvertito con largo anticipo i suoi superiori di alcune indagini in corso che coinvolgevano la famiglia dell’allora Presidente del Consiglio. Tale circostanza avrebbe permesso la fuga di notizie verso il ministro e, da questi, verso altri che non dovevano sapere perché direttamente interessati dalle indagini.

Nel dare la notizia i giornali hanno pubblicato anche un tweet partito da Firenze.

Ebbene, io ho da dire qualcosa, non intendo stare zitto.

Mentre leggevo l’articolo apparso su Repubblica[1], mi è venuto in mente un vecchi adagio ciociaro:

Mamma Cicco mi tocca. TOCCAMI CICCO CHE MAMMA NON C’E’.

L’espressione, che si usa anche in altre regioni d’Italia[2], descrive il comportamento di una ragazza che vuole apparire casta e illibata, senza però sottrarsi ai piaceri dell’intimità con suo fidanzato; al quale, in segreto, sussurra di toccarla per poi platealmente accusarlo.

Mi spiego. Come si può sussurrare con i regolamenti di “trasmettere alla scala gerarchica le notizie relative all'inoltro delle informative di reato[3]” e poi denunciare platealmente la rivelazione del segreto sugli atti di indagine.

Trasmettere una notizia non equivale forse a rivelarla?

La novella popolare è stata anche musicata, guarda il video ripreso da TELEVIGGIU’ (dura solo un minuto):

https://www.youtube.com/watch?v=6MK-6Y4ltwM

Hanno ragione le ballerine a sostenere che “Ciccio tocca sempre più giù”.

Fino al 19 agosto del 2016, infatti, l’obbligo di notiziare i superiori impegnava solo gli ufficiali di P.G. dell’Arma dei carabinieri, da quella data è stato, poi, esteso a tutte le forze di polizia[4].

Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà a quell’ufficiale e, se fossi il suo avvocato, punterei la difesa sul concetto di ordine impossibile.

Alla pulzella fiorentina invece consiglio di non fare troppo “la ganza di Cecco"[5]. «Se Cecco ti ha toccato è perché tu glielo hai chiesto (con decreto)».

 

Cleto Iafrate

Direttore del “Laboratorio delle idee” di Ficiesse

 

CONTRIBUTI CORRELATI:

DAL CODICE SUMERO ALLA LEGGE MADIA, 41 SECOLI DI BATTAGLIE PER IL CONTROLLO DELL’AZIONE PENALE - LUCI E OMBRE DELLA NORMA CHE IMPEGNA LA POLIZIA AD INFORMARE LA SCALA GERARCHICA SULLE INDAGINI IN CORSO

 

CLETO IAFRATE SULLA NORMA-MADIA CHE RISCHIA DI SUBORDINARE LE INFORMATIVE DI REATO DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA ALLE VALUTAZIONI DI OPPORTUNITÀ DELLA LINEA GERARCHICA: “NON ERA QUESTA LA VISIONE DEI PADRI COSTITUENTI”

 

DAL SEGRETO DEL CONFESSIONALE A QUELLO INVESTIGATIVO, UNA ORDALIA NEI SECOLI FEDELE E LA SOLUZIONE DELLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA SUGGERITA DAL GIUDICE FALCONE

 

Per leggere gli altri contributi dello stesso autore clicca QUI.

 

 


[3] Art. 237 del Testo unico dell’ordinamento militare (DPR 90/2010).

[4] Ai sensi dell’art. 18, comma 5, del D.Lgs. n. 177/16, emanato in attuazione dell’art. 8, comma 1, lettera a), della legge Madia di riforma della P.A. (L. 7 agosto 2015, n. 124).

[5] L’espressione è di Pietro Fanfani, scrittore e filologo fiorentino, affonda le proprie radici nel vecchio adagio ciociaro.

 


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