IL SENATO RESPINGE PER IL MOMENTO TUTTI GLI EMENDAMENTI SULLA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA IN ATTESA CHE IL GOVERNO PRESENTI IL MAXIEMENDAMENTO AL DECRETO MILLEPROROGHE

giovedì 10 febbraio 2011

L'8 febbraio 2011 le Commissioni riunite 1^ e 5^ del Senato hanno esaminato i numerosissimi emendamenti al Decreto Milleproroghe; tra questi anche quelli relativi all’ennesima proroga della rappresentanza militare.

Tutti quelli proposti dall’opposizione, volti ad eliminare la possibilità  di proroga fino al 31 dicembre 2011, sono stati bocciati dai Senatori; nel contempo però è stato bocciato anche l’emendamento 1.273 della Sen. Bonfrisco (PDL) che invece avrebbe esteso ulteriormente il mandato dei delegati ancora di un anno, fino al 30 luglio 2012.

A tal proposito il relatore in Commissione, Sen. MALAN (PDL), si è rimesso alla volontà  del Governo che, per bocca del sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti (PDL), si è espresso in maniera contraria.

Tuttavia il rappresentante del Ministero dell’Economia (incaricato ai rapporti con la Guardia di Finanza) ha assicurato che la questione sarebbe stata approfondita dal Governo in vista dell'esame in Assemblea del provvedimento.

Si deve infatti tener presente che, con tutta probabilità , aldilà  delle bocciature espresse nelle Commissioni, il Governo presenterà  all’esame dell’Aula un maxiemendamento che conterrà  tutte le modifiche al Decreto Legge che riterrà  opportune; non è escluso, pertanto, che in tale sede venga inserito nuovamente un provvedimento che proroghi ancora per legge il mandato della rappresentanza militare, atteso che vi sarebbero alcuni CoCeR (particolarmente silenti in questi giorni di forti critiche al Governo dal Comparto sicurezza-difesa) che starebbero fortemente spingendo per ottenere tale ulteriore dilazione nell’incarico.

Il Governo ha però anche accettato, anche se solo come raccomandazione non impegnativa, l’ordine del giorno “G/2518/1 e 5/23” presentato dal Sen. Perduca (Partito Radicale) che, tra l’altro, chiede al Governo di impedire ulteriori proroghe per il futuro.

Tuttavia è da notare che tale ordine del giorno contiene la richiesta al Governo di estendere i diritti sindacali anche ai militari, tema palesemente inviso a quasi tutto il Parlamento; è quindi da ritenersi che l’accoglimento di tale raccomandazione da parte del Governo, e contestualmente di numerose altre, sia solo un escamotage di carattere tecnico già  utilizzato in passato per evitare la votazione sui testi e l’allungarsi dei relativi tempi dedicati all’esame in Commissione, senza che ciò implichi alcuna volontà  politica in proposito.

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