IL SEN. CAFORIO (IDV) SCRIVE A FICIESSE: IN UN CONTESTO DI TAGLI INDISCRIMINATI UN AUMENTO DEI VERTICI MILITARI E' DIFFICILE DA COMPRENDERE. CHE SENSO HA MANTENERE ANCORA IL VICECOMANDANTE DEI CC E IL COMANDANTE IN SECONDA DELLA GDF?

venerdì 25 febbraio 2011


IL SEN. CAFORIO (IDV) SCRIVE A FICIESSE: IN UN CONTESTO DI TAGLI INDISCRIMINATI UN AUMENTO DEI VERTICI DELLA FORZE ARMATE àˆ DIFFICILE DA COMPRENDERE. CHE SENSO HA MANTENERE ANCORA IIL VICE COMANDANTE DEI CC E IL COMANDANTE IN SECONDA DELLA GDF?

 

Ci scrive il Senatore Giuseppe Caforio, rappresentante per l’Italia dei Valori in Commissione Difesa, in merito alla posizione da egli assunta sulla proposta di legge del Sen. Ramponi (PDL) di istituire i “vicari” dei vertici della Forze Armate e della quale cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi. Il titolo è della redazione del sito.


In merito all'atto Senato n. 2489, inerente "disposizioni in materia di adeguamento del trattamento economico del personale appartenente alle forze armate con funzioni dirigenziali, non ho potuto non esprimere la nostra netta contrarietà .

In un contesto di tagli indiscriminati e lineari che hanno colpito il comparto difesa e sicurezza, ai quali l'Italia dei Valori si è sempre duramente opposta, un provvedimento del genere è francamente difficile, se non impossibile da comprendere.

Nell'ambito di una politica di razionalizzazione delle spese forse sarebbe maggiormente opportuno, in un quadro di grave crisi economica, verificare l'incidenza sul bilancio della difesa, in termini numerici ed economici, degli alti vertici militari ed estendere, di conseguenza, la politica dei tagli anche agli alti livelli.

Ciò andrebbe fatto, non indiscriminatamente e linearmente, bensì colpendo quelle forze armate che, rispetto alle altre, si caratterizzano per una palese e consistente sovraesposizione numerica. E' il caso, ad esempio, dell'esercito che conta nelle sue fila 26-27 generali di corpo d'armata.

Mi chiedo, inoltre, quale senso abbia mantenere in vita la figura del vice Comandante Generale dei carabinieri e della Guardia di Finanza alla luce anche della riforma dello scorso anno con la quale si è provveduto, per la prima volta, alla nomina di un Comandante Generale proveniente dai ranghi dello stesso corpo, venendo, quindi, a mancare la necessaria figura di raccordo.

Ritengo, infatti, che anche nel settore difesa, si debba debitamente tenere conto del momento estremamente difficile che il paese sta attraversando. Tuttavia, non si può far finta di non sapere che le Forze di Polizia, ormai da molto tempo, hanno estrema difficoltà  a pattugliare il territorio, a causa della mancanza di carburante. Deficit di risorse che, impedisce , purtroppo, lo svolgimento di una seria e importante opera di prevenzione dei reati, creando insicurezza tra i cittadini.

Già  in sede di trattazione, in Commissione Difesa, al Senato, del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, "recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanaziaria e di competitività  economica", lanciai un serio campanello d'allarme in merito alle riduzioni delle dotazioni finanziarie del Ministero della Difesa. In quell'occasione denunciai una diminuzione delle risorse, per il prossimo triennio, di oltre 600 milioni di euro. Più precisamente 255 milioni per l'anno 2011, 304 milioni per l'anno 2012 e 104 milioni per l'anno 2013.

Inoltre, a fronte dei rilevanti tagli di bilancio effettuati in settori di particolare importanza, l'Esecutivo prevedeva, lo stanziamento di fondi per interventi dalle discutibili finalità , quali l'istituzione di corsi di formazione delle Forze armate per i giovani ( la cosidetta naia breve). Intervento, questo, previsto inizialmente nel disegno di legge n. 2096 e successivamente introdotto come emendamento a tale decreto legge.

Credevo, e ne sono tuttora pienamente convinto, che non possiamo permetterci sprechi di denaro pubblico, nè per finanziare corsi di dubbia utilità  nè per gratificare ulteriormente alti funzionari dello stato, già  peraltro ampiamente remunerati. Ciò vale ancor di più per un paese come il nostro dove, in un momento di grave crisi economica come quello attuale, i bambini a scuola sono addirittura costretti a portarsi la carta igienica da casa.

Sen Giuseppe Caforio

 


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