UNA RAPPRESENTANZA MILITARE ARCAICA CHE UMILIA I DIRITTI DEI CITTADINI FINANZIERI. MA A VIALE XXI APRILE VA BENISSIMO COSÌ – di Simone Sansoni

giovedì 13 marzo 2014

Di seguito, un intervento di Simone Sansoni. Il titolo è della redazione del sito. G.F.

 

Un mese fa, una nota del CoCeR Gdf ha illustrato lo stato dei lavori sul riordino delle carriere.

In quella comunicazione, i rappresentanti nazionali delle Fiamme Gialle hanno informato la base che, finalmente, dopo la loro pressante richiesta del 30 gennaio, anche il vertice della Guardia di Finanza, ultima tra le Amministrazioni del Comparto Sicurezza, aveva deciso di iniziare un confronto con il CoCeR sull’ipotizzata riforma interessando anche il Ministro dell’economia, finora assente rispetto ai responsabili degli altri dicasteri interessati.

Nel contempo, però, il Generale Capolupo ha dichiarato di non voler affrontare un’altra questione sollevata dal Consiglio Centrale, altrettanto essenziale, se non di più: quella della riforma del sistema di rappresentanza e tutela dei Finanzieri.

Il Comandante ha comunicato, infatti, di aver rinviato l’intera questione al Ministro della Difesa, che forse lo affronterà in ambito Forze armate (tra le quali non vi è Gdf), come se l’argomento non interessasse in alcun modo il vertice politico del Corpo.

Analoga “tecnica di rimbalzo” è stata utilizzata pochi giorni fa, e precisamente il 19 febbraio scorso, con l'allegata risposta alla delibera del CoCeR sul ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo da centinaia finanzieri di tutti i ruoli.

Anche in questo caso, nonostante l’evento eccezionale di tanti di appartenenti al Corpo, molti dei quali delegati in decine di organismi di rappresentanza, compreso il CoCeR, che ricorrono ad un giudice internazionale contro lo Stato italiano, il Comando di viale XXI Aprile si è limitato a prenderne atto.

Già l’anno scorso, d’altra parte, il Generale Capolupo si espresse in analogo modo a proposito della richiesta avanzata dal CoCeR sempre in materia di diritti dei Finanzieri, rinviando la questione alla competenza del Parlamento omettendo di entrare nel merito della questione posta dai rappresentanti del personale, come aveva fatto tempo prima anche il Generale Di Paolo, che lo aveva preceduto.

Insomma, nonostante le aspettative e le gravi difficoltà, su questo tema i Comandanti Generali provenienti dal Corpo sono sordi e ciechi al pari, se non di più, visto che la realtà la conoscono bene, dei loro predecessori provenienti dall’Esercito.

Tale distacco non si riscontra, invece, quando si tratta di argomenti apparentemente più prosaici, come appunto il riordino, o il blocco stipendiale o il regime IMU agevolato, per l’ultimo dei quali lo Stato Maggiore Gdf, per sua stessa ammissione, si è impegnato in modo considerevole con le autorità politiche.

Insomma, quando si tratta di soldi, il Corpo si attiva e dialoga con Rappresentanza e la politica, quando si tratta invece di tutele e di diritti, si alzano le braccia e ci si dichiara incompetenti.

Della serie: non toccateci questo sistema, a noi va bene così!.

 

SIMONE SANSONI

 

 


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